Fiom, dissidente di Bologna accusa: "Landini mi ha licenziato"
Revocato il distacco sindacale a Sergio Bellavita, leader dell'opposizone interna alla Cgil. La replica: "Venuta meno la fiducia"
BOLOGNA - “Sono stato licenziato da Maurizio Landini”. Questa l’accusa di Sergio Bellavita, coordinatore della minoranza interna della Cgil “Il sindacato è un’altra cosa” e membro degli organi nazionali del sindacato. Ieri Bellavita è stato convocato in segreteria e gli è stato revocato il distacco sindacale e, quindi, dovrà ora tornare al lavoro nella sua azienda di origine, la Cei di Anzola Emilia, lasciando le vertenze seguite per il sindacato.
"Cacciato perché all'opposizione". “Stamane mi è stato comunicato il licenziamento dalla Fiom nazionale dopo 15 anni di impegno sindacale, mi hanno dato 20 giorni di tempo per tornare in fabbrica – scrive Bellavita – Non è in discussione la qualità del lavoro che faccio, vengo cacciato solo perché rappresento l’opposizione interna alla Cgil”. Emigrato dal Sud a Bologna, Bellavita è stato nella segreteria emiliana della Fiom fino al 2006, poi segretario delle tute blu Cgil di Parma e infine, dal 2010, nella segreteria nazionale della Fiom, da dove è uscito nel 2012.
"Autoritarismo vergognoso". E proprio a Marchionne è rivolto il pensiero di Bellavita. “Landini ha riabilitato Sergio Marchionne e licenziato Sergio Bellavita – scrive – Anche questa è parte della pochezza di un segretario dispotico”. La sua espulsione ha suscitato la reazione sdegnata di tanti altri membri della minoranza Cgil, tra cui Giorgio Cremaschi, che ha bollato la decisione come “un atto di autoritarismo vergognoso”.
"Venuta meno la fiducia". La Fiom nazionale invece ricorda che Bellavita non perderà le cariche politiche e quindi resterà in tutti gli organismi politici del sindacato. Il distacco è stato revocato, continuano dalla segreteria, “perché è venuto meno il rapporto di fiducia: Bellavita ha contestato ripetutamente le decisioni dell’Assemblea dei 500 e del Comitato centrale
della Fiom, decisioni che una volta approvate diventano vincolanti e devono essere difese dai membri del sindacato”. Atteggiamento che era già stato oggetto di un richiamo il 7 aprile della segreteria stessa, cui Bellavita ha risposto con una lettera di uno studio legale. Diversamente da tutti i ruoli per cui è stato eletto, che Bellavita manterrà, continua la Fiom, i ruoli assegnati direttamente dal sindacato nazionale devono rispondere alla segreteria stessa.
"Cacciato perché all'opposizione". “Stamane mi è stato comunicato il licenziamento dalla Fiom nazionale dopo 15 anni di impegno sindacale, mi hanno dato 20 giorni di tempo per tornare in fabbrica – scrive Bellavita – Non è in discussione la qualità del lavoro che faccio, vengo cacciato solo perché rappresento l’opposizione interna alla Cgil”. Emigrato dal Sud a Bologna, Bellavita è stato nella segreteria emiliana della Fiom fino al 2006, poi segretario delle tute blu Cgil di Parma e infine, dal 2010, nella segreteria nazionale della Fiom, da dove è uscito nel 2012.
"Autoritarismo vergognoso". E proprio a Marchionne è rivolto il pensiero di Bellavita. “Landini ha riabilitato Sergio Marchionne e licenziato Sergio Bellavita – scrive – Anche questa è parte della pochezza di un segretario dispotico”. La sua espulsione ha suscitato la reazione sdegnata di tanti altri membri della minoranza Cgil, tra cui Giorgio Cremaschi, che ha bollato la decisione come “un atto di autoritarismo vergognoso”.
"Venuta meno la fiducia". La Fiom nazionale invece ricorda che Bellavita non perderà le cariche politiche e quindi resterà in tutti gli organismi politici del sindacato. Il distacco è stato revocato, continuano dalla segreteria, “perché è venuto meno il rapporto di fiducia: Bellavita ha contestato ripetutamente le decisioni dell’Assemblea dei 500 e del Comitato centrale
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