martedì 9 febbraio 2016

Tutti noi al mattino ci svegliamo pensando che i magistrati abbiano scoperto tutto e invece........ I rappresentanti del partito della Legalità chiamato Lega Nord non si vedono più sui giornali. Volevano sfiduciare un ministro perché aveva il padre che lavorava in una banca. Seguendo un ragionamento logico i rappresentanti politici della Lega Nord, che hanno messo i loro iscritti nell'ASM, dovrebbero sfiduciarsi da soli. Perché qualche bravo giornalista non li scova e li intervista come fanno i cronisti degli Stati Uniti d'America. Li hanno fatto parlare di tutto. Del Presepe, degli immigrati clandestini, del blocco delle auto, delle polveri sottili. Di tutto. E adesso che i cittadini vorrebbero sapere cose ne pensano delle indagini della procura sull'ASM nessun giornalista li trova. Viva l'Italia.

Si indaga su lavori mai fatti o eseguiti solo in parte. Antoniazzi: «Funzionava così anche prima del mio arrivo»
L’inchiesta si sposta sulle fatture false
È previsto per questa mattina l’interrogatorio per Claudio Tedesi, l’ex direttore generale di Asm Pavia ai domiciliari per il caso dei soldi spariti. A Tedesi, che è difeso dall’avvocato Matteo Uslenghi di Milano, la procura di Pavia contesta di avere apposto la propria firma su due bonifici in apparenza intestati al Comune di Pavia ma in realtà destinati al conto dell’ex contabile Pietro Antoniazzi. Tedesi potrà difendersi dall’accusa di peculato. L’ex dg di Asm Pavia deve anche prepararsi per l’udienza preliminare fissata per l’11 febbraio a Roma per il caso della bonifica dell’ex Sisas di Pioltello. La procura ha chiesto il rinvio a giudizio, che ora dovrà essere esaminato dal giudice di Roma, a cui era passata la competenza dell’indagine. Le accuse a carico di Tedesi in questo processo riguardano il ruolo di tecnico del Commissario straordinario Luigi Pelaggi, il dirigente del ministero dell’Ambiente incaricato nel 2010 dal governo Berlusconi di portare a termine la bonifica dell’area dell’ex Sisas dopo che l’Unione Europea aveva minacciato l’Italia con una sanzione da 400 milioni di euro. L’ingegnere pavese, secondo i magistrati, sarebbe stato un tramite tra l’impresa, il commissario e i vari enti istituzionali (Provincia e Regione) coinvolti nell’iter dello smaltimento dei rifiuti. Insieme a Claudio Tedesi erano stati coinvolti anche l’ex commissario straordinario Pelaggi, ma anche amministratori di società e i due ex responsabili della direzione dei lavori.di Maria Fiore wPAVIA Un mare di fatture false, relative a lavori mai fatti, oppure gonfiate. I magistrati che indagano sul caso Asm allargano l’orizzonte delle verifiche, che non si fermano quindi alle 13 note di accredito usate come veicolo per “spostare” 1,8 milioni di euro di denaro pubblico sul conto del responsabile finanziario della società Pietro Antoniazzi. I finanzieri hanno esaminato (ma il lavoro non si è ancora concluso) alcune fatture, ad esempio, emesse da Asm Lavori nei confronti di Asm Pavia. Antoniazzi spiega agli inquirenti di avere parlato con Chirichelli della possibilità di “aggiustare” i conti attraverso fatture gonfiate. «Gli dissi: facciamo così, tanto è una cosa interna, una posta di giro», dice nell’interrogatorio di novembre. Ma il magistrato insiste: parlare di fatture false equivale a parlare di operazioni non fatte, e quindi di lavori che non sono stati eseguiti o sono stati eseguiti solo in parte. Un meccanismo che doveva, secondo l’accusa, coinvolgere anche l’ufficio acquisti. Quando il pm chiede ad Antoniazzi «come faceva l’ufficio acquisti a predisporre un ordine di lavori che non sarebbero mai stati fatti», l’ex contabile risponde che «anche prima, a prescindere dal mio arrivo, gli aggiustamenti per tenere agli onori del mondo Asm Lavori era consuetudine». Antoniazzi, secondo l’accusa, si sarebbe dunque inserito in un sistema in vigore da tempo, anche prima del suo arrivo come responsabile finanziario. Oltre alla procura, verifiche sulla contabilità sono state disposte anche dai nuovi vertici di Asm Pavia, che si erano appoggiati anche una società di revisori, la Ernst & Young, e avevano eseguito una propria indagine. Già queste verifiche (culminate nell’esposto depositato in procura a settembre) avevano portato all’ipotesi di fatturazioni false tra Asm Lavori e Asm Pavia: un’operazione che, da quanto sta emergendo, sarebbe servita a coprire buchi di bilancio nelle partecipate. Ma il meccanismo (se le indagini lo confermeranno) potrebbe avere avuto anche un’altra conseguenza, e cioè che il Comune di Pavia potrebbe avere pagato denaro per servizi o lavori non fatti. Proprio sui rapporti economici tra amministrazione e partecipate la procura di Pavia ha aperto un filone specifico di indagine. Da approfondire anche il comportamento tenuto dai dirigenti di settore e le loro eventuali responsabilità. Quandoil pm chiede ad Antoniazzi chi fosse a conoscenza delle false fatturazioni, l’ex contabile risponde: «Si fa prima a dire chi non lo era». Poi, però, fa alcuni nomi e parla della gestione del verde, «che ora il Comune – dice Antoniazzi – ha dato in appalto alle cooperative, non è più in gestione ad Asm».

Nessun commento:

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...