Respinta la richiesta di scarcerazione per l’ex presidente accusato di peculato. Ieri interrogato il suoi vice Mitsiopoulos
Il giudice tiene Chirichelli a San Vittore
di Maria Fiore w PAVIA Giampaolo Chirichelli resta in cella a San Vittore. Il giudice Erminio Rizzi ha respinto la richiesta di libertà o arresti domiciliari presentata dalla difesa e ha confermato il carcere. La decisione del giudice arriva a una settimana esatta dall’interrogatorio dell’ex presidente di Asm Pavia, accusato di peculato per avere firmato assegni e bonifici intestati all’ex contabile Pietro Antoniazzi e quindi di avere avuto un ruolo nella sottrazione di 1,8 milioni di soldi pubblici dalle casse della società di via Donegani. L’interrogatorio si era svolto davanti al giudice Stefania Donadeo, che aveva trasmesso in seguito gli atti al collega di Pavia. Rizzi aveva preso tempo per decidere e ieri ha sciolto la riserva, dopo avere ricevuto anche il parere, negativo, del procuratore Mario Venditti. «Dobbiamo ancora conoscere le motivazioni del giudice, ma ricorreremo di sicuro al Riesame», si limita a dire l’avvocato di Chirichelli, Giovanni Beretta di Milano. É evidente che per il gip, lo stesso che aveva firmato l’ordinanza di custodia in carcere, le esigenze cautelari stanno ancora in piedi. Chirichelli, dunque, potrebbe ancora inquinare le prove, visto che le indagini sono in pieno svolgimento. In queste ore, infatti, i finanzieri e i carabinieri stanno sentendo diverse persone, tra dipendenti e dirigenti di Asm e stanno finendo di esaminare la documentazione acquisita durante le perquisizioni. Già nell’ordinanza di custodia cautelare il gip aveva ritenuto «inadeguata l’applicazione di misure cautelari meno afflittive, in quanto inidonee a garantire dal pericolo che gli indagati abbiano contatti o colloqui con soggetti coinvolti». Lo scopo, dice il gip, è poter assumere «informazioni attendibili da soggetti coinvolti nelle procedure mediante le quali sono stati deliberati i pagamenti». Non è bastata a ottenere quantomeno i domiciliari, dunque, la difesa di Chirichelli durante l’interrogatorio davanti al gip e al magistrato Venditti, che conduce le indagini insieme al collega Paolo Mazza. L’ex presidente di Asm Pavia aveva negato di avere mai firmato assegni «intestati ad Antoniazzi o a qualunque dipendente di Asm» e aveva anche detto di voler vedere gli assegni per verificare le firme. Nessun dubbio secondo i magistrati, che si sono appoggiati a un perito: le firme sono proprio quelle dell’ex presidente di Asm Pavia. Le indagini, intanto, proseguono a ondate di interrogatori nella caserma della finanza e dei carabinieri. Ieri sono stati interrogati, come indagati, Matteo Mitsiopoulos, vice presidente di Asm Pavia fino al febbraio 2015, e Raffaella Cantoni, l’impiegata che secondo l’accusa avrebbe sottratto 27mila euro dalla cassa minuta della società simulando l’acquisto di valori bollati. «I miei assistiti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere – spiega l’avvocato Claudia Sclavi – perché non hanno ancora copia della documentazione, sequestrata, e quindi non avrebbero saputo rispondere».
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