giovedì 11 febbraio 2016

Le destre si incontrano sempre.

Maurizio Belpietro è d'accordo con la norma del MoVimento. A breve anche l'endorsement di Jack lo Squartatore
DARIO FERRI
Maurizio Belpietro sul Libero difende e approva la scelta del MoVimento 5 Stelle di prevedere multe agli eletti che decidano di cambiare casacca. Il direttore di Libero spiega con parole non esattamente lusinghiere nei confronti dei grillini perché per lui la norma è giusta:
Diciamoci la verità: gran parte degli eletti con il Movimento Cinque stelle prima di approdare a Montecitorio o a Palazzo Madama non avevano né arte né parte. Alcuni erano disoccupati, altri, nonostante una professione l’avessero, erano in realtà precari, altri ancora avevano piccole e non fiorenti attività. Se non ci fosse stato un comico a dar loro la possibilità di candidarsi con pochi clic, nessun grillino sarebbe mai riuscito a farsi eleggere. Se oggi siedono in Parlamento e hanno uno stipendio e un’occupazione, seppure a termine,lo devono dunque a Beppe Grillo. E perciò, se decidono di cambiare idea e di non seguire più la linea del partito, ci pare giusto che paghino pegno. Così facendo si trasformano i partiti in una caserma, replicano i Guerini di turno,il cuigoverno campa di voltagabbana. Eppure, per evitare tutto ciò, basterebbe introdurre nella politica italiana una parolina semplice semplice: dimissioni.
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Belpietro dice che i dissenzienti dovrebbero raccogliere le firme per chiedere una conta. Probabilmente gli sfugge che, statuto e non-statuto alla mano, questo nel M5S è attualmente impossibile:
Un deputato o un consigliere non sono d’accordo con la linea imposta dal partito? Nessuno li costringe a piegare il capo. E’ sufficiente che raccolgano le firme per chiedere la conta e facciano mettere ai voti la decisione del segretario. Reclamino un congresso o una verifica per dettare la nuova linea. E se non hanno i numeri e neppure vogliono chinare la testa di fronte alle imposizioni dettate dall’alto, si dimettano. Secondo voi,dei 350 che invocando i casi di coscienza hanno cambiato bandiera da inizio legislatura, quanti mollerebbero la poltrona? Noi non abbiamo dubbi: nessuno.

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