lunedì 8 febbraio 2016

Ieri a Le Iene è andato in onda un servizio sulle case abusive di Bagheria costruite nella villa del Settecento e del caso del sindaco Patrizio Cinque. Il servizio inizia con un'intervista alla principessa Vittoria Agliata di Villafranca
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Ieri a Le Iene è andato in onda un servizio sulle case abusive di Bagheria costruite nella villa del Settecento e del caso del sindaco Patrizio Cinque. Il servizio inizia con un’intervista alla principessa Vittoria Agliata di Villafranca, che racconta delle costruzioni abusive nella villa e della presenza di mafiosi del calibro di Bernardo Provenzano, che ha gestito la sua latitanza proprio in quelle ville e coglieva gli asparagi nel parco.
Il servizio prosegue con i racconti degli abitanti delle ville, che negano di aver visto Provenzano («Non ho mai avuto il piacere di conoscerlo… è un modo di dire») e spiegano cosa è accaduto all’epoca. Alcune delle case sono state confiscate. Altre hanno avuto una concessione edilizia e si sono messe in regola. E si parla dell’annuncio del sindaco Patrizio Cinque che le costruzioni abusive che sono prime case non verranno abbattute. Golia fa notare al sindaco che sono cinque le ville abusive da abbattere, mentre il sindaco dice che è una. Il 16 dicembre 2014 il sindaco Cinque aveva firmato un protocollo di legalità che garantiva che non sarebbe stata abbattuta nessuna casa abusiva che fosse anche prima casa:
Come abbiamo riferito nei giorni scorsi, è stato firmato un protocollo di legalità che dà il via a nuove regole in campo di abusi edilizi tra il sindaco Patrizio Cinque, in rappresentanza del Comune di Bagheria, e il procuratore della Repubblica facente funzioni Leonardo Agueci.
Il sindaco Patrizio Cinque con un comunicato stampa sottolinea: “avevamo detto che avremmo indagato e iniziato a fare “pulizia” su tutto ciò che è anomalo, illegale, abusivo e così stiamo cercando di fare, ma occorre anche chiarire che, come detta la norma, non verrà demolito alcun edificio abusivo che costituisce prima casa, per quelli si prevede una procedura che riassegnerà le case a chi le abita”.
Il DPR 380/2001 infatti detta che le case che si possono demolire sono quelle in zone di inedificabilità assoluta e che non siano “prime case”, vale a dire che i proprietari non vi abitino come esclusiva abitazione.
Poi si parla della casa del sindaco. “A noi risulta che anche casa sua, che si trova nella villa, essendo prima casa è abusiva ma non verrà abbattuta”.
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La casa della famiglia del sindaco Patrizio Cinque a Bagheria (Le Iene, 7 febbraio 2015)
Si trova interamente nel parco monumentale di villa Serra di Falco ed è alta quattro piani. “E’ stata condonata”, dice il sindaco a Golia. Fa sapere che li farà avere a Le Iene ma poi dice che sono privati e alla fine, dice Golia, non si fa più sentire. E Golia segnala anche che l’assessore Tripoli ha una casa in un’area agricola che inizialmente era un fienile ed è stata allargata. Dal 2007 l’edificio è diventato una villa di campagna: 120 metri quadrati più veranda di venti. “Io ho avviato l’iter per averla nel 2013”, dice l’assessore, ma la prima richiesta risale al luglio 2014, quando Tripoli era diventato assessore da due mesi. Anche lui alla fine non fornisce le famose carte. Il sindaco Cinque su Facebook prima della trasmissione aveva pubblicato uno status sulla sua casa costruita abusivamente:
patrizio cinque bagheria casa abusiva 1
Fonte: facebook
Dopo la trasmissione pubblica sulla sua pagina Facebook due video per rispondere alle Iene. Nel primo replica chiamando “dipendenti di Berlusconi” i responsabili del servizio delle Iene per screditarli senza entrare nel merito della questione. Racconta anche di un altro personaggio, di cui non fa il nome, che avrebbe assistito all’intervista con telecamera nascosta e che avrebbe “fomentato” Golia e li accusa di avergli mosso un agguato con le domande sulla casa abusiva della sua famiglia.
Nel secondo video corregge l’accezione di “via dei mafiosi” per la strade della villa, visto che molti degli abitanti non sono mafiosi. Poi discute di tre immobili nella zona vincolata: il primo appartenente al “re del cave”, il secondo di un boss di Bagheria per il quale sono state presentate pratiche di condono edilizio e che oggi appartiene allo Stato e alla collettività dopo essere stato confiscato e poi ritornato all’agenzia del Demanio. Il terzo immobile invece appartiene a Flamia ed è stata presentata una sanatoria: l’iter è in corso. Nella via sono presenti 16 immobili e per gli altri è stata presentata sanatoria, in alcuni casi già attuata: non è vero, dice il sindaco, che non sono state sanate. L’iter non è ancora concluso.
Nei due video il sindaco non tocca il punto della casa della sua famiglia, che invece tocca in questo video:

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