lunedì 8 febbraio 2016

Bagheria, lo strano caso della villetta del sindaco grillino

M5S
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Secondo le Iene l’abusivismo edilizio a Bagheria coinvolge anche il sindaco Patrizio Cinque e un suo assessore
Ancora una grana per gli amministratori a 5 Stelle. Questa volta a scatenare dubbi sulla loro capacità di gestione ci pensa Giulio Golia, inviato delle Iene. Con un servizio andato in onda ieri sera, Golia ha intervistato Patrizio Cinque, sindaco di Bagheria, di cui Unità.tv aveva già parlato riguardo la gestione dei rifiuti nella sua città.
Questa volta, sotto accusa, è invece la sua abitazione che sarebbe stata edificata abusivamentenel proprio Comune. La casa in questione, una palazzina di quattro piani, si trova all’interno di un Parco monumentale vincolato, Villa Serradifalco.
Il sindaco, in un post pubblicato qualche ora prima che andasse in onda la trasmissione, si difende dicendo che l’immobile sarebbe stato regolarizzato. Per l’inviato delle Iene questo non corrisponde alla realtà. Incalzato nel fornire le prove, Cinque si giustifica dicendo che sono atti “privati”.
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Ma il sindaco si trova in buona compagnia: anche al suo assessore Tripoli, appartenente al suo stesso partito, viene contestata la stessa accusa di abusivismo per quanto riguarda la sua abitazione. Proprio su questo tema, molto diffuso in città, la giunta di Bagheria il 16 dicembre scorso, era intervenuta firmando un protocollo di legalità, che dava il via a nuove regole in campo di abusi edilizi, specificando però che non sarebbe stato demolito alcun edificio abusivo che costituisse prima casa.
Il sindaco Cinque, prendendo esempio da colleghi di partito come Rosa Capuozzo o il Direttorio (Fico – Di Maio- Di Battista), ha pubblicato un video di difesa sul suo profilo Facebook. “Questa sera in tv – ha postato Cinque – vedrete la verità creata, montata ed interpretata da due dipendenti di Berlusconi e non una inchiesta seria con il reale intento di informare correttamente i cittadini. Per questo motivo ho pensato di proporre alcuni video di controinformazione, basati non su illazioni, menzogne e vere e proprie aggressioni mediatiche ma utilizzando le carte e gli atti. Sicuramente non li vedrete mai in tv, perché ai dipendenti di Berlusconi questo non conviene, ad essi giova esclusivamente infangare il M5S ed i suoi amministratori”.
Gli inviati delle Iene, spesso in passato osannati per il loro duro lavoro contro l’illegalità, vengono quindi declassati a “dipendenti di Berlusconi”, chiarendo il concetto sempre più conclamato: uno vale uno, ma solo non quando riguarda un esponente del M5S.

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