Luca Tripoli: le «spiegazioni» dell’assessore grillino sulla casa abusiva
La casa di Luca Tripoli è abusiva. L’assessore all’urbanistica del comune di Bagheria, che in un servizio delle Iene aveva negato di avere una casa abusiva durante l’intervista delle Iene al sindaco Patrizio Cinque. L’ufficio tecnico del comune ha respinto due giorni dopo il servizio delle Iene la richiesta di sanatoria presentata dal padre per la veranda costruita abusivamente nell’abitazione di 72 metri quadri.
Tripoli in un lungo messaggio su Facebook ha alla fine risposto alle critiche delle Iene. Cinque aveva risposto con tre video pubblicati su Facebook:
Intervengo sulla questione della casa dei miei genitori che è stata sollevata da un programma televisivo di intrattenimento perché tengo a sottolineare alcuni aspetti importanti che potrebbero passare inosservati.
Intanto preciso che l’abitazione di mio padre non è una villa di 150 mq ma una modesta abitazione di 72 mq oltre una veranda aperta.
In secondo luogo il fatto che l’ufficio tecnico del Comune di Bagheria, di cui io sono amministratore, abbia respinto la richiesta di sanatoria presentata da mio padre, dimostra in modo chiaro ed inequivocabile la totale autonomia dell’ufficio competente ed il fatto che le nostre famiglie non subiscono un trattamento di favore rispetto a tutti gli altri cittadini. Dimostra che gli uffici hanno portato Avanti, senza alcun tipo di pressione, il provvedimento di comunicazione circa l’esistenza di motivi ostativi, abbiano fatto il loro dovere in totale autonomia, trasparenza e legalità.
E’ chiaro che mio padre ora si troverà a dover decidere quali strade seguire rivolgendosi a dei legali, è una decisione che non devo prendere io ma un fatto privato della mia famiglia, sebbene comune a tante famiglie bagheresi.
Nessuno ha mai nascosto nulla, e la dimostrazione che l’istanza di mantenimento degli immobili non sia stata accolta, parla chiaro.
Noi agiamo seguendo i percorsi previsti, ancora di più ora che amministriamo. Un’amministrazione che non interferisce negli iter delle pratiche degli uffici per avere vantaggi personali è il segno che una politica diversa è possibile.
La storia di questa città, e non solo di Bagheria ma di molte città siciliane, e direi addirittura del Sud Italia, è nota.
A Bagheria c’è stato un vero e proprio sacco edilizio. Persino l’aula consiliare del Comune, luogo per antonomasia del massimo organo di rappresentanza dei cittadini è stata edificata a ridosso di Villa Palagonia, alcune scuole sono state costruite abusivamente, centinaia di appartamenti sono stati costruiti a fini speculativi e persino i parchi delle ville settecentesche sono stati lottizzati in passato.
Quando si realizzano interventi edilizi in assenza di permesso di costruire o di denuncia di inizio attività si commette un abuso edilizio, ed era così diffusa questa pratica nella nostra terra che le leggi stesse hanno permesso, a causa delle lungaggini nell’ottenere i permessi, di potersi mettere in regola richiedendo i permessi di costruire in sanatoria.
Non è corretto ma è stato così sinora.
Quello che invece non è giusto: è sparare a zero su questa amministrazione comunale, con attacchi da parte di pseudo-politici di professione, che conoscono benissimo questo stato di fatto, che sono essi stessi proprietari di case abusive, che non si sono impegnati per lavorare a cercare di cambiare questo stato di fatto, che non hanno combattuto contro l’abusivismo.
Attacchi verso un’amministrazione, ed in particolare verso il sindaco ed il sottoscritto, che hanno fatto avanti e indietro dagli uffici regionali per sollecitare continuamente l’approvazione della VAS del Piano Regolatore Generale, verso un amministrazione che sta lavorando per fornire un PRG innovativo, un PUM, un piano urbano di mobilità altrettanto innovativo e sostenibile, un’amministrazione che sta uscendo dal dissesto facendo salti mortali e lavorando senza sosta, un’amministrazione che non ha paura di denunciare illeciti, un’amministrazione che ha ripulito la città da cumuli e cumuli di rifiuti, un gruppo di giovani, cittadini prima che politici.
Sull’attuazione delle norme non retrocederemo di un passo, neanche se a soffrirne saranno le nostre famiglie di cui però non vogliamo più parlare, dobbiamo esser d’esempio per la città e lo faremo.
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