domenica 24 gennaio 2016

Queste sono le persone da perseguire. Di chi s'interessano i politici della destra estrema italiana: dei funzionari onesti che non sono portaborse e non si piagano alla volontà dei politicanti.

Raffaele Cantone, sul tavolo di Anac 702 dipendenti dei ministeri indagati per reati penali: dai furbetti alla corruzione

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Quando ha deciso di procedere alla stretta sui “furbetti” del cartellino, Matteo Renzi lo ha fatto sull’onda dell’indignazione generale seguita ai fatti del comune di Sanremo. Ma quello che, probabilmente, il presidente del Consiglio ignorava, è quanto accadeva molto più vicino al suo ufficio, e cioè tra i dipendenti della presidenza del Consiglio e dei vari ministeri. 
Proprio nei giorni in cui il ministro Marianna Madia metteva a punto le norme più severe nei confronti degli assenteisti della Pa, all’Autorità Nazionale Anticorruzione sono infatti affluiti i dati sui procedimenti penali a carico dei dipendenti delle strutture governative, e il quadro che emerge è a dir poco inquietante. I procedimenti sono stati infatti, nel 2015, ben 702, con addebiti spesso ben più gravi dell’assenteismo, e che in qualche caso sconfinano nella criminalità comune. Il contesto più allarmante, è certamente quello del ministero dell’Interno, in cui sono partiti in un solo anno 275 procedimenti interni per violazioni con profili penali, di cui 73 in capo ad agenti di polizia. Il reato più gettonato è stato quello di concussione, che ha colpito 12 poliziotti, mentre sul fronte delle sanzioni sono stati comminati 76 licenziamenti (19 ai danni di agenti di polizia) e 26 sospensioni. 
Se i dati del Viminale sono scioccanti, quelli di via Arenula non sono certo tranquillizzanti: al ministero della Giustizia (ultimo ad inviare la relazione, dopo un pressing del gruppo parlamentare di Alternativa libera) i casi penali sono stati 162, con un’abbondanza di peculato (15) e corruzione (15). A fronte di questi numerosi procedimenti, i licenziamenti sono stati 15 e 29 le sospensioni, mentre in quattro se la sono cavata con una semplice multa. Altra situazione decisamente imbarazzante, quella della Difesa, dove i procedimenti sono stati 115, e 31 di questi hanno riguardato dei militari, tra cui sei accusati di corruzione. Solo due i licenziamenti, 92 le sospensioni e cinque le multe. Staccato, di molto, c’è il ministero delle Infrastrutture, con 55 procedimenti, ma qui destano stupore i casi dei dipendenti accusati di spaccio di stupefacenti e di possesso abusivo di armi, in un contesto dove, prevedibilmente, la fa da padrone il reato di concussione e corruzione, con una “sofferenza” particolare nel rilascio delle patenti di guida. Un altro terreno minato, dove i dipendenti ministeriali spesso cadono in tentazione, è quello dei permessi di soggiorno: al ministero del lavoro, tra i 17 casi penali segnalati, tre riguardano il reato di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. 
Alta, per fortuna, l’incidenza dei licenziamenti (nove), ai quali va aggiunta una sospensione. Peculato, concussione e corruzione i reati più gettonati anche al Mibact, dove allo stato non sono state comminate sanzioni nei confronti dei 24 casi segnalati. Nessun provvedimento assunto nemmeno al Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ha comunque riscontrato 18 casi penalmente rilevanti, con due “reati contro la persona”. Venti, i casi riscontrati alla Farnesina (nove di peculato), con 4 licenziamenti, mentre per andare alle note liete si devono citare le Politiche Agricole e l’Ambiente, unici due ministeri che, sovvertendo le leggi della statistica, non hanno segnalato alcun caso. Virtuosa anche la presidenza del Consiglio, che ingloba anche i ministeri senza portafoglio: i casi sono stati tre, e tra questi si distingue un “furbetto” del cartellino, su cui però la stretta di Renzi non avrà effetto, in quanto già licenziato, anche se in molto più di 48 ore.

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