Family Day, tutti i guai della famiglia tradizionale
Matrimoni e nascite in netto calo. Genitori che picchiano e uccidono i figli. Violenze su compagne e mogli. È questo che vuole difendere la piazza teo-con?
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30 Gennaio 2016
Sabato 30 gennaio «famiglie, docenti, lavoratori e studenti appartenenti all’ala conservatrice e cattolica della società scenderanno ancora una volta in piazza per difendere la famiglia tradizionale», si legge sul sito del Family Day 2016.
IN PIAZZA CONTRO IL DDL CIRINNÀ. Dopo l'aborto, la fecondazione eterologa e persino la fantasiosa teoria del gender, questa volta i catto-conservatori di destra e di centro scendono in piazza contro il ddl Cirinnà che definiscono una «legge ingiusta». Perché, si legge sempre sul sito, permetterebbe «l’unione di persone dello stesso sesso a discapito dell’“unicità del matrimonio quale unione tra un uomo ed una donna”».
E non da ultimo quella esotica stepchild adoption, cioè banalmente l'adozione del figlio della compagna/compagno. Il rischio è che con essa si legittimi - dicono gli ultrà della famiglia tradizionale e qualche prelato - l'utero in affitto o maternità surrogata.
LA BUFALA DELL'UTERO IN AFFITTO. Fingendo di dimenticare che questa pratica è già vietata nel nostro Paese dal comma 6 dell’articolo 12 della legge 40 che recita: «Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600 mila a 1 milione di euro».
Ma qual è la famiglia tradizionale italiana che verrà difesa al Circo Massimo dalle insidie delle unioni gay e delle famiglie omogenitoriali?
Abbiamo provato a scattare una fotografia.
IN PIAZZA CONTRO IL DDL CIRINNÀ. Dopo l'aborto, la fecondazione eterologa e persino la fantasiosa teoria del gender, questa volta i catto-conservatori di destra e di centro scendono in piazza contro il ddl Cirinnà che definiscono una «legge ingiusta». Perché, si legge sempre sul sito, permetterebbe «l’unione di persone dello stesso sesso a discapito dell’“unicità del matrimonio quale unione tra un uomo ed una donna”».
E non da ultimo quella esotica stepchild adoption, cioè banalmente l'adozione del figlio della compagna/compagno. Il rischio è che con essa si legittimi - dicono gli ultrà della famiglia tradizionale e qualche prelato - l'utero in affitto o maternità surrogata.
LA BUFALA DELL'UTERO IN AFFITTO. Fingendo di dimenticare che questa pratica è già vietata nel nostro Paese dal comma 6 dell’articolo 12 della legge 40 che recita: «Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600 mila a 1 milione di euro».
Ma qual è la famiglia tradizionale italiana che verrà difesa al Circo Massimo dalle insidie delle unioni gay e delle famiglie omogenitoriali?
Abbiamo provato a scattare una fotografia.
Matrimoni in calo: celebrati 4.300 riti in meno in un anno
(© Ansa) Il Family day del 2015.
Prima di tutto va detto che sfogliando i dati Istat il matrimonio tra etero non è che vada più così di moda.
Nel 2014 si sono celebrate 189.765 nozze, 81.711 con rito civile (il 43,1%), 4.300 in meno rispetto al 2013.
Di queste, 142.754 sono state tra celibi e nubili italiani.
Veniamo poi alle rotture. Sempre nel 2014 le separazioni sono state 89.303 mentre i divorzi 52.335. Le prime in leggero aumento e i secondi in leggero calo rispetto al 2013 (+0,5%, -0,6%).
LE ROTTURE CON FIGLI. Non solo. Il 76,2% delle separazioni e il 65,4% dei divorzi riguardano coppie con figli.
Bambini che, automaticamente, perderanno la loro famiglia tradizionale per vivere solo con un genitore o con il nuovo partner di mamma e papà e magari con nuovi fratelli.
Per dirla tutta, colpa anche della crisi economica, non sono più trend nemmeno la maternità e la paternità.
Nel 2014, le nascite sono calate a 509 mila, il minimo storico dall'Unità d'Italia. Rispetto al 2013 sono venuti al mondo 5 mila neonati in meno.
Una tendenza per la prima volta condivisa dalle mamme straniere e immigrate.
Nel 2014 si sono celebrate 189.765 nozze, 81.711 con rito civile (il 43,1%), 4.300 in meno rispetto al 2013.
Di queste, 142.754 sono state tra celibi e nubili italiani.
Veniamo poi alle rotture. Sempre nel 2014 le separazioni sono state 89.303 mentre i divorzi 52.335. Le prime in leggero aumento e i secondi in leggero calo rispetto al 2013 (+0,5%, -0,6%).
LE ROTTURE CON FIGLI. Non solo. Il 76,2% delle separazioni e il 65,4% dei divorzi riguardano coppie con figli.
Bambini che, automaticamente, perderanno la loro famiglia tradizionale per vivere solo con un genitore o con il nuovo partner di mamma e papà e magari con nuovi fratelli.
Per dirla tutta, colpa anche della crisi economica, non sono più trend nemmeno la maternità e la paternità.
Nel 2014, le nascite sono calate a 509 mila, il minimo storico dall'Unità d'Italia. Rispetto al 2013 sono venuti al mondo 5 mila neonati in meno.
Una tendenza per la prima volta condivisa dalle mamme straniere e immigrate.
Violenza sulle donne: quasi 7 milioni di vittime
(© Ansa)
Ma come si vive all'interno della famiglia tradizionale?
Non proprio benissimo.
Partiamo da mamme, sorelle, figlie e nonne.
In Italia, 6 milioni e 788 mila donne - il 31% delle 16-70enni - nel corso della vita hanno subito almeno una forma di violenza.
NEL 62,7% DEI CASI PARTNER O EX RESPONSABILI. Il 20,2% di violenza fisica, il 21% sessuale, mentre il 5,4% delle donne è stato vittima di stupri (652 mila donne) e tentati stupri.
A commettere le violenze più gravi non sono sconosciuti né tantomeno stranieri (con buona pace di Matteo Salvini), ma partner o ex.
Nel 62,7% dei casi, infatti, i responsabili sono loro.
IL 77% DEI FEMMINICIDI IN FAMIGLIA. In famiglia, purtroppo, si muore anche. Nel 2014 (dati Eures) si sono registrati 152 femminicidi, il 77% dei quali maturati nell'ambito familiare.
Più in dettaglio, il più alto numero di femminicidi (48, pari al 59,3%) è stato commesso dal coniuge o convivente mentre il 19,8% (16 vittime) da un ex.
Non proprio benissimo.
Partiamo da mamme, sorelle, figlie e nonne.
In Italia, 6 milioni e 788 mila donne - il 31% delle 16-70enni - nel corso della vita hanno subito almeno una forma di violenza.
NEL 62,7% DEI CASI PARTNER O EX RESPONSABILI. Il 20,2% di violenza fisica, il 21% sessuale, mentre il 5,4% delle donne è stato vittima di stupri (652 mila donne) e tentati stupri.
A commettere le violenze più gravi non sono sconosciuti né tantomeno stranieri (con buona pace di Matteo Salvini), ma partner o ex.
Nel 62,7% dei casi, infatti, i responsabili sono loro.
IL 77% DEI FEMMINICIDI IN FAMIGLIA. In famiglia, purtroppo, si muore anche. Nel 2014 (dati Eures) si sono registrati 152 femminicidi, il 77% dei quali maturati nell'ambito familiare.
Più in dettaglio, il più alto numero di femminicidi (48, pari al 59,3%) è stato commesso dal coniuge o convivente mentre il 19,8% (16 vittime) da un ex.
Abusi sui bambini: oltre 5 mila casi nel 2014
Nel 2014 sono stati 39 i figlicidi in Italia.
La famiglia tradizionale sembra non tutelare nemmeno i bambini. Gli stessi che «non sono diritti», secondo il cardinal Angelo Bagnasco, e gli stessi per cui dice di battersi Giorgia Meloni.
Bene, nel 2014, secondo il dossier Indifesa di Terres des Hommes, si sono contate oltre 5 mila vittime di abusi, il 60% delle quali bambine.
Di questi 1.479 si sono consumati in famiglia.
TESTIMONI DI VIOLENZA. La violenza in famiglia non solo si subisce, ma si è costretti a guardarla in faccia.
Stando agli ultimi dati Istat disponbili del 2006, 690 mila donne hanno subito violenza dal parner alla presenza dei figli.
Il 62,4% delle vittime ha dichiarato che i figli hanno assistito a uno o più episodi di violenza. Nel 19,6% dei casi vi hanno assistito raramente, nel 20,2% a volte, nel 22,6% spesso.
Le donne che hanno subito violenza ripetutamente dal partner hanno anche dichiarato che nel 15,7% dei casi pure i figli hanno subito violenza dal padre: raramente nel 5,6% dei casi , a volte nel 4,9%, spesso nel 5,2% dei casi.
39 BIMBI UCCISI. L'essere 'tradizionale' purtroppo non impedisce a un genitore di uccidere il proprio figlio.
Nel 2014 i figlicidi sono stati 39, uno ogni 10 giorni. Ben il 77% in più rispetto al 2013 e in crescita costante rispetto agli ultimi 15 anni.
Per il rapporto Eures, ad aumentare sono soprattutto i figlicidi con vittime sotto i 14 anni, passati da nove nel 2013 a 24 nel 2014 (+166,7%).
Nel periodo 2000-2014 i bambini uccisi dal genitore sono stati 379. Il 61,5% dei delitti è stato messo in atto dal padre, contro il del 38,5% delle madri.
Davanti alle statistiche e ai numeri, sarebbe utile a questo punto capire quale «famiglia tradizionale» (ammesso che ne esista ancora una) il Family Day intenda difendere.
Bene, nel 2014, secondo il dossier Indifesa di Terres des Hommes, si sono contate oltre 5 mila vittime di abusi, il 60% delle quali bambine.
Di questi 1.479 si sono consumati in famiglia.
TESTIMONI DI VIOLENZA. La violenza in famiglia non solo si subisce, ma si è costretti a guardarla in faccia.
Stando agli ultimi dati Istat disponbili del 2006, 690 mila donne hanno subito violenza dal parner alla presenza dei figli.
Il 62,4% delle vittime ha dichiarato che i figli hanno assistito a uno o più episodi di violenza. Nel 19,6% dei casi vi hanno assistito raramente, nel 20,2% a volte, nel 22,6% spesso.
Le donne che hanno subito violenza ripetutamente dal partner hanno anche dichiarato che nel 15,7% dei casi pure i figli hanno subito violenza dal padre: raramente nel 5,6% dei casi , a volte nel 4,9%, spesso nel 5,2% dei casi.
39 BIMBI UCCISI. L'essere 'tradizionale' purtroppo non impedisce a un genitore di uccidere il proprio figlio.
Nel 2014 i figlicidi sono stati 39, uno ogni 10 giorni. Ben il 77% in più rispetto al 2013 e in crescita costante rispetto agli ultimi 15 anni.
Per il rapporto Eures, ad aumentare sono soprattutto i figlicidi con vittime sotto i 14 anni, passati da nove nel 2013 a 24 nel 2014 (+166,7%).
Nel periodo 2000-2014 i bambini uccisi dal genitore sono stati 379. Il 61,5% dei delitti è stato messo in atto dal padre, contro il del 38,5% delle madri.
Davanti alle statistiche e ai numeri, sarebbe utile a questo punto capire quale «famiglia tradizionale» (ammesso che ne esista ancora una) il Family Day intenda difendere.
Twitter @franzic76
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