Il Fatto si eccita scoprendo che Renzi parla con gli investitori
La “rivelazione” di Serra: scambio sms con il premier. E’ allarme rosso
Un nuovo mostro si appalesa sulla prima pagina del Fatto: Davide Serra, titolare del fondo Algebris, uno dei più brillanti (e dunque ricchi) investitori al mondo, ha scambiato qualche sms – ancora non sappiamo quanti, Travaglio sta aspettando i tabulati – con il presidente del Consiglio.
Per consigliargli un buon investimento? Per ricevere ordini d’acquisto o di vendita? Per scambiarsi favori, tangenti, informazioni riservate, dossier, obbligazioni, titoli? Macché. Il nostro Renzi è un ragazzo di provincia e, beata ingenuità, a Serra qualche volta ha chiesto un parere sull’andamento dei mercati finanziari. “Come chiede a Marchionne cosa succede nel mondo dell’automobile – ha spiegato Serra in una lunga intervista a Lucia Annunziata – può chiedere a me cosa succede nei mercati”. Dov’è lo scandalo, dov’è l’imbroglio?
Sarebbe semmai curioso il contrario: vi immaginate un presidente del Consiglio che, chiuso nel suo ufficio, taglia le linee telefoniche, disconnette internet, spegne la tv, butta il telefonino dalla finestra, brucia i giornali, non parla con nessuno e prende le decisioni che gli competono basandosi esclusivamente sui sogni notturni e il volo degli uccelli?
Per il Fatto, invece, l’allarme è rosso, e l’apertura del giornale gronda eccitazione da tutti i caratteri: “Serra, strani sms con Renzi” – mentre l’occhiello, implacabile, denuncia l’ennesimo “conflitto d’interessi”.
Qui l’unico conflitto visibile a occhio nudo è con il buonsenso, ed è un peccato che un quotidiano un tempo autorevole ne faccia strame sempre più spesso. Di questo passo, finirà che non ci crederà più nemmeno Travaglio.
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