Attenzione, la destra di Salvini crescerà
Oggi lo favorisce, ma il nazionalismo di Salvini & co. sarà presto l'unica alternativa a Renzi
«Un regalo a Renzi». Così, da più parti, è stata commentata la manifestazione organizzata da Matteo Salvini e dalla Lega Nord in Piazza del Popolo a Roma, cui hanno partecipato anche i Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni e i militanti neofascisti di Casa Pound.
Qui e ora, in effetti, la mossa di Salvini sembra un clamoroso regalo al Premier. Spostandosi a destra, il leader di quello che oggi è il più grande partito di quell'area, offre a Renzi una prateria di voti al centro. Allo stesso modo, non c'è miglior collante del “nemico a destra” per ricompattare le anime in fibrillazione della sinistra del Partito Democratico. Non solo: la radicalizzazione della destra costituisce il più importante antidoto all'emersione di un Renzi di destra (so cosa state pensando: pure l'originale lo è).
Tutto vero, e non servono certo il malcelato fastidio di Berlusconi, Alfano e Brunetta a confermarlo. C'è un però, tuttavia. Letta nel contesto di una strategia politica di lungo periodo, la mossa di Salvini acquista senso: «Il potere è come il settore immobiliare: è tutta una questione di location, location, location», dice Frank Underwood nella serie televisiva House of Cards. E come il miglior speculatore immobiliare, il leader leghista, potrebbe aver occupato uno spazio politico che oggi non vale granché, ma che nel giro di qualche anno potrebbe essere destinato a valere molto.
Lo spazio che Salvini ha scelto di presidare è quello del nazionalismo. E nel giro di qualche anno potrebbe valere molto
È lo spazio di chi si oppone alla globalizzazione e alle multinazionali che non pagano le tasse. Quello di chi critica l'Europa tecnocratica subalterna al capitalismo finanziario. Quello di chi vorrebbe far finire l'esperimento della valuta unica europea. Quella che vorrebbe chiudere le frontiere e «ripensare Schengen». Quella che si oppone al meticciato etnico, culturale, religioso. Lo spazio, detto in una parola sola, del nazionalismo.
Intendiamoci: non tutte le istanze sopra elencate sono patrimonio esclusivo della destra. Le prime due, soprattutto, sono state fatte proprie da movimenti di sinistra come Syriza a Podemos, così come da un movimento trasversale al Movimento Cinque Stelle, che sta oggi promuovendo un referendum per il ritorno alla Lira.
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Yanis Varoufakis*
A sinistra, tuttavia, una concreta alternativa a questo stato di cose ancora non c'è. A titolo di esempio, le parole di Yanis Varoufakis, ministro delle finanze del nuovo governo greco guidato da Alexis Tsipras e guru della nuova sinistra europea: « Il mio scopo è quello di dimostrare che l'implosione del ripugnante capitalismo europeo vada evitata a ogni costo» - ha detto in un discorso-manifesto di un paio d'anni fa. Aggiungendo - se non altro con ammirevole onestà - che la sinistra, oggi, non possa darsi altro obiettivo che «arrestare la caduta libera del capitalismo, per aver tempo di trovare un'alterativa».
Ecco perché, in fondo, Salvini potrebbe averci preso. Perché, brutta e regressiva che sia, la destra un'alternativa ce l'ha. E se le cose continueranno ad andare male, i redditi continueranno a polarizzarsi, le classi medie a impoverirsi e la pressione dei migranti a erodere sicurezze e drenare risorse per il welfare, il baricentro politico potrebbe spostarsi molto velocemente a destra. E nel 2017 ci sono le elezioni in Francia, con Marine LePen in testa nei sondaggi...
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