Tangenti, così ho incastrato Roberto Helg: ecco la denuncia del pasticciere coraggio
La deposizione di Santi Palazzolo davanti ai carabinieri. E adesso l'inchiesta si allarga: la procura vuole verificare l'esistenza di un sistema di spartizione all'aeroporto Falcone Borsellino
Era avvilito Santi Palazzolo, il titolare della pasticceria più famosa dell’aeroporto. Nonostante avesse tutte le carte in regola, la Gesap ritardava a prorogargli la concessione. Poi, all’improvviso, il 19 febbraio, il direttore generale Carmelo Scelta diede un consiglio al commerciante: "Vai a parlare direttamente con il vice presidente Roberto Helg", tagliò corto. E fu l’inizio di un incubo. Perché Helg pretendeva 100 mila euro per sbloccare la pratica. E parlava sempre al plurale, come se quei soldi non fossero solo per lui. Ma, intanto, è Roberto Helg che lunedì pomeriggio ha intascato una parte della mazzetta, 30 mila euro in contanti più un assegno di 70 mila euro in bianco come garanzia dei futuri pagamenti. Palazzolo ha fatto finta di cedere al ricatto, ma poi si è presentato ai carabinieri e ha consegnato la registrazione del dialogo pesantissimo, fatta con il suo telefonino. Così, è scattata la trappola. E nell’ufficio di Helg alla presidenza della Camera di commercio, in via Amari, è scattato il blitz. Ora, l’imprenditore simbolo dell’antiracket è accusato di estorsione e nel carcere di Pagliarelli ha già confessato davanti al procuratore Franco Lo Voi e all’aggiunto Dino Petralia: "I soldi mi servivano perché ho la casa pignorata".
Ma cosa c’è davvero dietro l’ultimo ricatto svelato a Palermo? Quella mazzetta è stata un caso isolato o è la punta di un iceberg di un sistema affaristico? Helg si atteggiava a intermediario di altri. Diceva: "Parliamoci chiaro, c’è una richiesta di 150 mila euro... il problema è che devono essere pagati subito, prima del prossimo consiglio di amministrazione del 25 febbraio". E ancora: "C’è consiglio di amministrazione, vediamo cosa riesco a fare". Aveva sempre il tono dell’amico quando parlava con Palazzolo: "Anche se non hai 100 mila euro, bastano al momento 35 o 40 mila, giusto per dare a loro la certezza dell’impegno. Poi, la differenza la pagheremo dopo". "Loro". Chi sono loro? Dopo il pagamento della mazzetta, Helg disse parole ancora più equivoche: "A Scelta non devi dire nulla, ma sai che devi ringraziarlo". Millantava o cos’altro? È quello che la procura vuole verificare.
Così, l’inchiesta su Helg si è già allargata. La procura vuole verificare se l’aeroporto intitolato a Falcone e Borsellino sia stretto nella morsa di un sistema gestito da una cricca. Già da prima del caso Helg i magistrati cercavano di scoprirlo. All’inizio, un anno e mezzo fa, era solo un’indagine conoscitiva, per capire i motivi dei ritardi nella realizzazione dei lavori di ammodernamento. Nel gennaio dell’anno scorso, la procura di Palermo ha aperto una vera e propria inchiesta sull’assegnazione e la gestione degli appalti per lo scalo di Punta Raisi. I magistrati hanno anche inviato la squadra mobile ad acquisire alcuni atti. E a sorpresa sono stati notificati dei provvedimenti di proroga dell’inchiesta, per reati pesantissimi. Associazione a delinquere e abuso d’ufficio. Nel registro degli indagati c’è il nome di Carmelo Scelta, il direttore generale che nei giorni scorsi veniva citato da Helg. Con Scelta sono indagati anche Giacomo Terranova, l’ex amministratore delegato della società di gestione aeroportuale, Vincenzo Petrigni, ex responsabile degli Affari generali e legali, e l’ingegnere Giuseppe Liistro, responsabile unico del procedimento per molti appalti dell’aeroporto. Ma l’indagine sugli appalti è ancora top secret. E adesso potrebbe arricchirsi di nuovi spunti dopo il caso Helg.
Palazzolo racconta: "Il 19 febbraio, dopo un mio sms, Scelta era venuto nella mia pasticceria di Cinisi per discutere dei problemi relativi al rinnovo del mio contratto. Disse che io pago il 7 per cento sugli incassi, mentre il gestore unico dell’aeroporto per i servizi di ristorazione paga il 18,27 per cento. Questo divario, a suo dire, aveva determinato malumori all’interno del consiglio di amministrazione della Gesap. Scelta mi spiegò pure che Helg si era lamentato per i mancati introiti della società. Gli chiesi cosa dovevo fare, anche perché in più occasioni Helg mi aveva detto di essere mio amico. Fu a quel punto che Scelta mi consigliò di andargli a parlare".
La mattina del 20 febbraio, ci fu il primo incontro fra Helg e Palazzolo. La richiesta di pizzo fu accennata. Al secondo incontro, il 23 febbraio, Helg parlò chiaramente. Il 26, ribadì il concetto. Ma questa volta, Palazzolo riuscì a registrare tutto. Il dialogo dello scandalo dura 46 minuti e 14 secondi. "Helg mi fece i conti in tasca — ha raccontato la vittima ai carabinieri — dopo aver tracciato le differenze dei guadagni che avrebbe fatto la Gesap affidando la concessione al gestore unico, mi propose di aumentare le royalties al 10 per cento. Ma spiegò che avrei dovuto pagare i 100 mila euro, la metà entro il 2 marzo, 10 mila al mese per i cinque mesi successivi fino al raggiungimento della somma stabilita". Helg aggiunse: "Se vuoi un’ulteriore conferma del cambio delle condizioni puoi chiedere a Scelta. Helg diceva che lui era a conoscenza dell’intera situazione". Adesso, la posizione di Scelta è al vaglio della procura.
Stamattina il pasticciere ha affidato a un comunicato il suo pensiero: "Santi Palazzolo, la sua famiglia e il suo staff, plaudono al lavoro svolto da magistratura e arma dei carabinieri nell'esercizio del loro impegno per la tutela della legalità. Ringraziano di cuore tutte le persone che hanno espresso solidarietà; le associazioni e le istituzioni che hanno mostrato apprezzamento. Non si è avuto mai alcun dubbio - prosegue la nota - sulla strada da percorrere; non si è mai avuta esitazione nel denunciare chi, finora, aveva invitato alla denuncia; non si è smesso di avere fiducia nello Stato e non si dimenticherà mai il senso di libertà provato nel farlo. Non è straordinario quello che è stato fatto, perchè, anche in questo caso, si sono soltanto applicati i valori su cui Santi Palazzolo fonda ogni giorno il proprio lavoro. Prima di essere imprenditori, si deve essere onesti cittadini e persone perbene. Questa terra merita di più di ciò che ha e per migliorarla serve il contributo di tutti. Lui ha soltanto dato il suo", conclude il comunicato.
Ma cosa c’è davvero dietro l’ultimo ricatto svelato a Palermo? Quella mazzetta è stata un caso isolato o è la punta di un iceberg di un sistema affaristico? Helg si atteggiava a intermediario di altri. Diceva: "Parliamoci chiaro, c’è una richiesta di 150 mila euro... il problema è che devono essere pagati subito, prima del prossimo consiglio di amministrazione del 25 febbraio". E ancora: "C’è consiglio di amministrazione, vediamo cosa riesco a fare". Aveva sempre il tono dell’amico quando parlava con Palazzolo: "Anche se non hai 100 mila euro, bastano al momento 35 o 40 mila, giusto per dare a loro la certezza dell’impegno. Poi, la differenza la pagheremo dopo". "Loro". Chi sono loro? Dopo il pagamento della mazzetta, Helg disse parole ancora più equivoche: "A Scelta non devi dire nulla, ma sai che devi ringraziarlo". Millantava o cos’altro? È quello che la procura vuole verificare.
Così, l’inchiesta su Helg si è già allargata. La procura vuole verificare se l’aeroporto intitolato a Falcone e Borsellino sia stretto nella morsa di un sistema gestito da una cricca. Già da prima del caso Helg i magistrati cercavano di scoprirlo. All’inizio, un anno e mezzo fa, era solo un’indagine conoscitiva, per capire i motivi dei ritardi nella realizzazione dei lavori di ammodernamento. Nel gennaio dell’anno scorso, la procura di Palermo ha aperto una vera e propria inchiesta sull’assegnazione e la gestione degli appalti per lo scalo di Punta Raisi. I magistrati hanno anche inviato la squadra mobile ad acquisire alcuni atti. E a sorpresa sono stati notificati dei provvedimenti di proroga dell’inchiesta, per reati pesantissimi. Associazione a delinquere e abuso d’ufficio. Nel registro degli indagati c’è il nome di Carmelo Scelta, il direttore generale che nei giorni scorsi veniva citato da Helg. Con Scelta sono indagati anche Giacomo Terranova, l’ex amministratore delegato della società di gestione aeroportuale, Vincenzo Petrigni, ex responsabile degli Affari generali e legali, e l’ingegnere Giuseppe Liistro, responsabile unico del procedimento per molti appalti dell’aeroporto. Ma l’indagine sugli appalti è ancora top secret. E adesso potrebbe arricchirsi di nuovi spunti dopo il caso Helg.
Palazzolo racconta: "Il 19 febbraio, dopo un mio sms, Scelta era venuto nella mia pasticceria di Cinisi per discutere dei problemi relativi al rinnovo del mio contratto. Disse che io pago il 7 per cento sugli incassi, mentre il gestore unico dell’aeroporto per i servizi di ristorazione paga il 18,27 per cento. Questo divario, a suo dire, aveva determinato malumori all’interno del consiglio di amministrazione della Gesap. Scelta mi spiegò pure che Helg si era lamentato per i mancati introiti della società. Gli chiesi cosa dovevo fare, anche perché in più occasioni Helg mi aveva detto di essere mio amico. Fu a quel punto che Scelta mi consigliò di andargli a parlare".
La mattina del 20 febbraio, ci fu il primo incontro fra Helg e Palazzolo. La richiesta di pizzo fu accennata. Al secondo incontro, il 23 febbraio, Helg parlò chiaramente. Il 26, ribadì il concetto. Ma questa volta, Palazzolo riuscì a registrare tutto. Il dialogo dello scandalo dura 46 minuti e 14 secondi. "Helg mi fece i conti in tasca — ha raccontato la vittima ai carabinieri — dopo aver tracciato le differenze dei guadagni che avrebbe fatto la Gesap affidando la concessione al gestore unico, mi propose di aumentare le royalties al 10 per cento. Ma spiegò che avrei dovuto pagare i 100 mila euro, la metà entro il 2 marzo, 10 mila al mese per i cinque mesi successivi fino al raggiungimento della somma stabilita". Helg aggiunse: "Se vuoi un’ulteriore conferma del cambio delle condizioni puoi chiedere a Scelta. Helg diceva che lui era a conoscenza dell’intera situazione". Adesso, la posizione di Scelta è al vaglio della procura.
Stamattina il pasticciere ha affidato a un comunicato il suo pensiero: "Santi Palazzolo, la sua famiglia e il suo staff, plaudono al lavoro svolto da magistratura e arma dei carabinieri nell'esercizio del loro impegno per la tutela della legalità. Ringraziano di cuore tutte le persone che hanno espresso solidarietà; le associazioni e le istituzioni che hanno mostrato apprezzamento. Non si è avuto mai alcun dubbio - prosegue la nota - sulla strada da percorrere; non si è mai avuta esitazione nel denunciare chi, finora, aveva invitato alla denuncia; non si è smesso di avere fiducia nello Stato e non si dimenticherà mai il senso di libertà provato nel farlo. Non è straordinario quello che è stato fatto, perchè, anche in questo caso, si sono soltanto applicati i valori su cui Santi Palazzolo fonda ogni giorno il proprio lavoro. Prima di essere imprenditori, si deve essere onesti cittadini e persone perbene. Questa terra merita di più di ciò che ha e per migliorarla serve il contributo di tutti. Lui ha soltanto dato il suo", conclude il comunicato.
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