Lega, Zaia candidato per il Veneto
La Lega approva la candidatura di Zaia. E commissaria Tosi, che riceve un ultimatum dal partito: «Scelga: o noi o la sua fondazione». Al suo posto DozzoShare on twitterShare on google_plusone_shareShare on emailMore Sharing Services
Il Consiglio federale della Lega ha ratificato all'unanimità la candidatura di Luca Zaia a presidente del Veneto.
Nella riunione in via Bellerio a Milano è arrivato anche il sì di Flavio Tosi, principale antagonista di Zaia. Il sindaco di Verona ha quindi ceduto, conformandosi al volere dell'assemblea dopo le recenti polemiche col segretario Matteo Salvini.
TOSI PERDE LA LIGA. Una retromarcia che non è bastata a Tosi per tenersi stretta la direzione della Liga veneta. Giampaolo Dozzo, 61 anni, trevigiano, ex parlamentare, già sottosegretario all'agricoltura con Luca Zaia ministro, è stato nominato commissario ad acta per la gestione locale del partito durante la fase delle elezioni regionali.
Dozzo è una figura 'istituzionale' già impiegata dalla Lega per dirimere momenti difficili. Come nel gennaio 2012, quando fu nominato capogruppo del Carroccio alla Camera dei deputati al posto di Marco Reguzzoni, nel pieno della sfida tra l'allora segretario Umberto Bossi e Roberto Maroni.
SALVINI: «NON È UNA MIA VITTORIA». E adesso è chiamato a decidere di uno degli scontri più duri della storia del partito. «È un mediatore, che avrà l'ultima parola», ha spiegato Salvini.
Sembrano dunque essere caduti nel vuoto i tentativi di mediazione portati avanti anche da Roberto Maroni, che prima della riunione aveva detto di confidare sulla «saggezza e la responsabilità di tutti».
Intanto Salvini ha rispedito al mittente i commenti di chi ha visto l'esautorazione di Tosi come una sua vittoria: «Per quanto mi riguarda ha vinto il Veneto e non Salvini, ora si parte con i progetti. Quelli che si aspettavano spaccature o sfide varie sono rimasti male: nessuno ha vinto in pieno, nessuno ha perso su tutta la linea, ma il Movimento è compatto e ha un suo candidato in Veneto».
Ma il sindaco di Verona sembra sempre più solo. Il Consiglio federale ha chiesto al segretario della Liga veneta di decidere tra il Movimento e la Fondazione che fa capo a lui, dandogli una settimana di tempo per decidere.
CARICHE INCOMPATIBILI. Il massimo organo decisionale del Carroccio avrebbe deciso la incompatibilità tra le due cose chiedendo a Tosi una riposta a tempi brevi.
«È una questione di coerenza e in base allo Statuto, tutti faranno la scelta più saggia: non prendo in considerazione ipotesi che qualcuno esca dalla Lega», ha commentato Salvini.
Per il capogruppo della Lega Gianmarco Centinaio, «Dozzo è un veneto che non è un commissario ma aiuterà Tosi, Zaia e Salvini a trovare una soluzione. È una questione veneta e decidono i veneti. Giovedì ci sarà il Consiglio nazionale veneto».
Quanto all'aut aut a Tosi, ha detto Centinaio, «nel momento in cui una Fondazione si mette contro la Lega è normale che si debba poi scegliere. Una settimana di tempo è per gli iscritti a Lega e alla fondazione per scegliere».
Nella riunione in via Bellerio a Milano è arrivato anche il sì di Flavio Tosi, principale antagonista di Zaia. Il sindaco di Verona ha quindi ceduto, conformandosi al volere dell'assemblea dopo le recenti polemiche col segretario Matteo Salvini.
TOSI PERDE LA LIGA. Una retromarcia che non è bastata a Tosi per tenersi stretta la direzione della Liga veneta. Giampaolo Dozzo, 61 anni, trevigiano, ex parlamentare, già sottosegretario all'agricoltura con Luca Zaia ministro, è stato nominato commissario ad acta per la gestione locale del partito durante la fase delle elezioni regionali.
Dozzo è una figura 'istituzionale' già impiegata dalla Lega per dirimere momenti difficili. Come nel gennaio 2012, quando fu nominato capogruppo del Carroccio alla Camera dei deputati al posto di Marco Reguzzoni, nel pieno della sfida tra l'allora segretario Umberto Bossi e Roberto Maroni.
SALVINI: «NON È UNA MIA VITTORIA». E adesso è chiamato a decidere di uno degli scontri più duri della storia del partito. «È un mediatore, che avrà l'ultima parola», ha spiegato Salvini.
Sembrano dunque essere caduti nel vuoto i tentativi di mediazione portati avanti anche da Roberto Maroni, che prima della riunione aveva detto di confidare sulla «saggezza e la responsabilità di tutti».
Intanto Salvini ha rispedito al mittente i commenti di chi ha visto l'esautorazione di Tosi come una sua vittoria: «Per quanto mi riguarda ha vinto il Veneto e non Salvini, ora si parte con i progetti. Quelli che si aspettavano spaccature o sfide varie sono rimasti male: nessuno ha vinto in pieno, nessuno ha perso su tutta la linea, ma il Movimento è compatto e ha un suo candidato in Veneto».
Ma il sindaco di Verona sembra sempre più solo. Il Consiglio federale ha chiesto al segretario della Liga veneta di decidere tra il Movimento e la Fondazione che fa capo a lui, dandogli una settimana di tempo per decidere.
CARICHE INCOMPATIBILI. Il massimo organo decisionale del Carroccio avrebbe deciso la incompatibilità tra le due cose chiedendo a Tosi una riposta a tempi brevi.
«È una questione di coerenza e in base allo Statuto, tutti faranno la scelta più saggia: non prendo in considerazione ipotesi che qualcuno esca dalla Lega», ha commentato Salvini.
Per il capogruppo della Lega Gianmarco Centinaio, «Dozzo è un veneto che non è un commissario ma aiuterà Tosi, Zaia e Salvini a trovare una soluzione. È una questione veneta e decidono i veneti. Giovedì ci sarà il Consiglio nazionale veneto».
Quanto all'aut aut a Tosi, ha detto Centinaio, «nel momento in cui una Fondazione si mette contro la Lega è normale che si debba poi scegliere. Una settimana di tempo è per gli iscritti a Lega e alla fondazione per scegliere».
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