Beppe Grillo fa votare al web la fuffa (per non fargli votare le cose serie)
Aspettavamo da un po’ una chiamata al voto da parte di Beppe Grillo ai suoi del Movimento. A dire il vero, ce l’aspettavamo sul dialogo con Renzi e i punti dello stesso sulla legge elettorale, come effettivamente era stato anticipato, ma si sa, Beppe Grillo è uno showman che ama stupire, e anche questa volta ci ha stupito. Negativamente
E’ di oggi la domanda fatidica al popolo pentastellato:
Sei favorevole al Parlamento in piazza per denunciare il tentativo di colpo di Stato in atto? Vota.
Alzi la mano chi di voi, anche non grillino, non voterebbe a favore di una discesa in piazza contro un colpo di stato in atto. Non vedo mani abbassate. Bisognerebbe che ci fosse qualche prova di un colpo di stato in atto, e non solo l’idea politica di Grillo e dei suoi, ma con buona pace dei fatti tanto cari al Travaglio del 2006, ormai le opinioni non le disturba proprio più nessuno. Peggio, le opinioni si fanno fatto. Peggio ancora, non solo le opinioni, persino le leve di marketing politico si fanno fatto. E così una riforma diventa un golpe, un premier diventa un attentatore dello Stato e via dicendo, in un crescendo di fuffa senza fine che da una parte e dall’altra – nessuno escluso – avvelena il clima e il dibattito politico più o meno dalla discesa in campo di Berlusconi.
Il punto in questo caso, comunque, è che per l’ennesima volta “il voto della rete” per Beppe Grillo è il voto sulla fuffa: già in occasione della consultazione su Farage i più avevano notato come, in sostanza, la sconfitta di Efd fosse altamentissimamente improbabile, visti i termini della votazione. Anche qui non ci discostiamo da questo refrain che vuole Grillo porre domande retoriche ai suoi dalla scontatissima risposta, con una narrazione prosaico-eroica da far impallidire il migliore Ariosto, in cui epico, amoroso ed encomiastico si uniscono in un quadro cavalleresco che non trova riscontro in nessuna realtà, se non quella che Beppe Grillo ci vuole vendere.
La verità è che in politica nessuno ha ragione e tutti ce l’hanno, nessuno ha torto e tutti ce l’hanno, e la vera rivoluzione sarebbe promuovere una discussione che vada oltre gli stereotipi dei nostri tempi su destra e sinistra, ladri e mignotte, veramente volta a rendere per una volta il cittadino perno dell’impegno politico, e mai più viceversa. Ma in fondo il sistema campa, anche se marcio, quando al suo interno vive un’opposizione che lo legittima a sua insaputa nel momento in cui si approria delle sue caratteristiche peculiari, seppur esprimendole al contrario.
La fuffa che fa votare Beppe Grillo oggi è proprio questo: uscire dal Parlamento – come ventila lui – non servirà all’uomo della strada ad arrivare alla fine del mese. Ma questo Beppe Grillo lo sa, come lo ha sempre saputo.
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