Forconi, marcia indietro su piazza del Popolo
il fronte si spacca: "C'è rischio disordini"
Il siciliano Ferro apre al governo: "Ci dia delle soluzioni" e con il veneto Chiavegato annuncia che non saranno mercoledì nel centro di Roma per il timore di infiltrati e di violenze. I due prendono le distanze da Calvani che ribatte: "La manifestazione si farà". Il portavoce del movimento: "Forconi in piazza prima di sabato". Ieri l'arresto del vicepresidente di Casapound. Alfano: "Mano fermissima"
Ferro: "Sediamoci con il governo". "Se il governo ha delle soluzioni ce le dia. Credo che non ce ne siano, ma non voglio dare adito a Letta per fargli dire che siamo solo dei facinorosi. Voglio sedermi col governo, poi si decide. E se non ha soluzioni, allora non c'è nessun motivo per restare", ha spiegato nel pomeriggio Mariano Ferro ribadendo che "sarà meglio evitare la manifestazione di mercoledì prossimo a Roma: c'è il rischio di infiltrazioni e l'aria che si respira nella capitale è diventata pesante"..
Ferro ha riferito anche di essere stato "contattato dal sottosegretario ai Lavori Pubblici, Rocco Girlanda. Ma finora non gli ho mai parlato. In merito alla spaccatura con Danilo Calvani, l'altro leader, Ferro ha commentato: "C'è divergenza. Se pensa che io voglia fondare un partito è fuori strada. Spero che dietro di lui non ci siano parti politiche non rassicuranti".
La replica di Calvani. "Noi in piazza ci saremo e con noi la maggior parte dei comitati", è stata la replica di Danilo Calvani. "Noi abbiamo sempre detto che non vogliamo trattare con il governo - ha sottolineato Calvani - evidentemente per loro non è più lo stesso. Avranno cambiato idea...". Mercoledì "io sarò in piazza anche per garantire che non ci siano disordini - replica Calvano - non sarà una protesta né violenta né incivile". Calvani ha chiarito anche che a piazza del Popolo "non ci sarà nessun accampamento. Io non ho mai parlato di tendopoli, lo ha fatto qualcun altro. Le tende - ha assicurato - restano nei presidi".
"Forse manifestazione prima di sabato". La manifestazione dei Forconi a Roma sarà "dopo il 18 dicembre e potrebbe esserci prima di sabato. Salvo eventi che cambino del tutto il quadro, cioè un segnale chiaro e forte dal governo in risposta alle nostre istanze, a cominciare da uno sgravio fiscale immediato", ha fatto sapere nel pomeriggio Gaetano Montico, della segreteria nazionale del comitato 9 dicembre e portavoce del movimento.
I leader della protesta. "Temiamo che possano esserci degli 'infiltrati' - ha sottolineato Ferro - e che la manifestazione da pacifica si trasformi in qualcosa di lontano dalle nostre intenzioni. Siamo convinti da quello che sta accadendo nelle ultime ore che organizzazioni trasversali potrebbero creare disordini. Noi - ha ribadito il leader siciliano - non possiamo rischiare di farci coinvolgere in situazioni simili e anche un presidio potrebbe essere una miccia pericolosa. C'è una destra in questo Paese che vorrebbe strumentalizzare la protesta e non non possiamo permetterlo né alla destra né alla sinistra. Non vogliamo essere coinvolti da chi cerca lo scontro con la polizia - ha concluso Mariano Ferro - abbiamo deciso di non venire a Roma?, tira una brutta aria. Ciò non vuol dire tirarsi indietro ma volevamo portare in piazza le famiglie, ma non c'è il clima giusto".
Degli altri due portavoce del Movimento, Danilo Calvani e Luciano Chiavegato, Ferro ha detto che il primo "sarà a Roma", il secondo "ha firmato con noi un documento per non andare. "La protesta è e deve rimanere sul piano democratico e pacifico - ha ribadito anche Chiavegato - Se qualcuno vuole alimentare pensieri 'strani' allora noi prendiamo le distanze". I presidi "continuano e cresceranno sul territorio". Intanto il Comune di Roma e il prefetto, Giuseppe Pecoraro, continuano a trattare. Per domani è previsto un nuovo incontro dei "Forconi romani" col vicesindaco Luigi Nieri.
Intanto, i Forconi siciliani di Mariano Ferro, Life Veneto, Azione rurale Verona e gli autotrasportatori dell'Aitras non parteciperanno alla manifestazione di protesta a Roma ma proseguiranno l'organizzazione dei presidi in tutta Italia, come ha riferito Lucio Chiavegato di Life spiegando che "non ci sono le condizioni di sicurezza e l'organizzazione adeguata per essere sicuri che non ci saranno persone indesiderate e provocatori. Abbiamo deciso di dissociarsi dall'operato di Danilo Calvani del Cra e Gabriele Baldarelli - ha affermato Chiavegato, coordinatore del movimento 9 dicembre - Noi restiamo sul territorio e continuiamo i presidi ad oltranza. La manifestazione dei '9 dicembre' la faremo ma non adesso, non siamo organizzati e temiamo di non gestire la sicurezza. Abbiamo già visto che c'è chi ha tentato di infiltrarsi nel movimento per motivi che non sono nel nostro spirito. Non possiamo andare a Roma oggi - ha concluso Chiavegato - con il rischio di vedere tra le nostre fila chi viene per spaccare vetrine vestito da black bloc, soprattutto dopo che abbiamo conquistato la fiducia delle forze dell'ordine e che con loro abbiamo un ottimo rapporto".
A dissociarsi da ogni azione e iniziativa intrapresa da Calvani e Baldarelli sono stati anche Renzo Erbisti, Eugenio Rigodanzo, Giorgio Bissoli, Giovanni Zanon, Giovanni Di Ruvo, Gaetano Montico, Augusto Zaccardelli, che hanno fatto una nota congiunta, in cui spiegano la decisione per ''alcune dichiarazioni farneticanti che lasciano grande spazio ad interpretazioni che nulla hanno a che fare con i motivi della protesta''. Tutti dichiarano inoltre di non riconoscere ''la struttura web creata sul social network Facebook da persone da noi non autorizzate e i siti non ufficiali''. ''Si disconosce altresì - scrivono - tutte le iniziative prese e dichiarazioni fatte dai responsabili dei presidi gestiti direttamente o indirettamente dai sopra descritti ed altre persone a loro riconducibili. La manifestazione indetta per il giorno 18 dicembre a Roma - concludono - non è da noi riconosciuta per motivi di organizzazione e di eventuale ordine pubblico''.
La protesta a Roma. Ieri, da piazzale dei Partigiani, al sesto giorno di presidio, il movimento dei Forconi aveva annunciato per mercoledì la "presa" di Roma con in arrivo 40mila persone. "L'appuntamento è per il 18 dicembre, dalle 15 in piazza del Popolo, ma non ci sarà nessun corteo. Ci vedremo direttamente lì con le bandiere dell'Italia", avevano rilanciato gli organizzatori della protesta a Ostiense. Il movimento dei Forconi aveva in mente di accamparsi in centro e passare la notte in tenda, ma il vicesindaco Luigi Nieri ha escluso "qualsiasi occupazione a oltranza della piazza". Poi i disordini con l'arresto delvicepresidente di Casapound, Stefano Di Simone, fermato in mattinata insieme ad alcuni rappresentanti del movimento 9 dicembre durante il blitz nella sede della rappresentanza in Italia della Ue.
Casapound. I militanti di Casapound si sono dati appuntamento per domani mattina, alle 9, a piazzale Clodio, dove ha sede la procura della Repubblica di Roma, per chiedere la scarcerazione di Di Stefano. "Amare la nazione non è reato. Simone Libero", è scritto sull'annuncio pubblicato sui social network e che in poco tempo si è diffuso a macchia d'olio. In nottata uno striscione per chiedere la scarcerazione di Di Stefano è comparso anche nel presidio del movimento dei Forconi a piazzale Partigiani.
Stamattina il premier Enrico Letta parlando all'Assemblea del Pd ha anche rivolto un monito "a chi liscia il pelo" alle proteste: "Ricordo chi sono i capi - ha detto Letta - gente che sta da un'altra parte rispetto ai valori che noi stiamo cercando di rendere forti in Italia, perchè la battaglia all'antisemitismo è una delle più grosse da fare per andare avanti e che con Casa Pound noi non abbiamo niente a che fare".
La replica. E la risposta di Gianluca Iannone, leader del movimento di estrema destra, non si è fatta attendere: "Il tentativo del governo è chiaro: screditare una mobilitazione di popolo, demonizzare una protesta che non si riesce a intercettare, creando un capro espiatorio da sacrificare sull'altare della conservazione del potere".
Il
1 commento:
I forconi per Grillo erano i rivoluzionari
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