sabato 16 novembre 2013

Ma come i grillini partecipano alle elezioni comunali nelle quali grazie al doppio turno si conosce subito chi ha vinto e loro si astengono. Allora vogliono proprio il porcellum? Ma nel loro programma non c'era l'eliminazione del porcellum?

Legge elettorale: bocciato il doppio turno al Senato. Il M5S si astiene

La Commissione Affari Costituzionali, boccia la proposta targata PD. Decisiva l'astensione del M5S

Legge elettorale: bocciato il doppio turno al Senato. Il M5S si astiene
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Roberto Giacchetti
Roberto Giacchetti
GIACHETTI: TRE MESI BUTTATI- Il più amareggiato èRoberto Giachetti, parlamentare Pd e vice presidente della Camera, ormai al 37mo giorno di digiuno, ha perso dieci chili. Alfiere contro il Porcellum da sempre, dopo che il nulla di fatto in Commissione Affari Costituzionali del Senato, boccia l’ordine del giorno della legge elettorale di Pd, Sel e Scelta Civica che puntava al doppio turno di coalizione, si sfoga con la stampa. ” Di tutto quello che sta accadendo al Senato, non c’è nulla che non si sapesse. Si sono buttati altri 3 mesi. Tutti sanno che alla Camera vi sarebbero state le condizioni politiche e numeriche per approvare una legge elettorale che avrebbe potuto anticipare e, magari evitare, la decisione della Consulta e persino far pronunciare il Senato non sulla base di chiacchiere e pillole, ma su un testo articolato. Ma si persevera”. 
HANNO SCELTO DI RESTARE FERMI- Giachetti ha soprattutto avuto parole di fuoco, contro la collega di partito Anna Finocchiaro: ” Siamo in un sistema bicamerale, però con maggioranze diverse. Sarà forse per questo che ha brigato per scippare la legge alla Camera ed avviarla al Senato, dove sapeva benissimo che non sarebbe mai partita ? …una chiara scelta politica per restare fermi ” . 
M5S ASTENUTO - Oltre alle lotte intestine del Pd, il colpo di grazia alla proposta è stato dato dal Movimento Cinque Stelle. Paradossalmente tra i maggiori detrattori della attuale legge elettorale, che comunque ha premiato sostanziosamente i grillini. La proposta riceve 11 voti a favore (Pd, Sel e Sc) sui 27 della Commissione: ai 10 contrari (Pdl, Lega e Gal) si sono aggiunte le 4 astensioni decisive (al Senato valgono come un voto contrario) dei rappresentanti del M5S e del gruppo Autonomie. I parlamentari M5S spiegano su Fb , l’intento della loro bozza di riforma della legge elettorale. ” La legge elettorale la cambierà il M5S quando sarà al governo.Ogni voto un calcio in culo! Abbiamo fatto questo lavoro sapendo che non era per il Parlamento ma per noi tutti, per la rete”.
RIFORMA M5S COMPLESSA- Desta parecchi dubbi la complessità della loro bozza di riforma della legge elettorale, fondato sul METODO D’HONDT per la ripartizione che assegna più seggi ai partiti che prendono molti voti, meno a quelli che ne prendono pochi; circoscrizioni piccole, su base provinciale e, soprattutto, possibilità per l’elettore di dare la propria PREFERENZA IN POSITIVO (+1 voto) o IN NEGATIVO (-1 voto ).  Nella bozza di articolato è previsto che  una volta espresso il voto di lista, l’elettore può altresì escludere dalla sola lista prescelta un numero di candidati non superiore alla metà dei seggi assegnati alla circoscrizione o, nei casi di circoscrizione metropolitana, alla ripartizione in cui esercita il diritto di voto. Per esprimere l’esclusione, l’elettore traccia con la matita un segno sopra il simbolo .
Matteo Renzi
Matteo Renzi
FASE DI STALLO- Sul fronte della nuova legge elettorale resta dunque una fase di stallo. I partiti, su richiesta del Pd, si sono presi qualche giorno di tempo. Tutti in pausa fino a mercoledì della prossima settimana, quando in un ufficio di presidenza della commissione si decideranno le prossime tappe della riforma. Sperando che, dopo il Consiglio nazionale del Pdl, si capirà qualcosa di più sul fronte delle dinamiche interne al partito di Berlusconi. Mentre nel Pd si dovrà riflettere sull’ipotesi avanzata dal leghista Roberto Calderoli (e che avrebbe l’ok di Sel e Sc) di ripristinare come «clausola di salvaguardia» il vecchio Mattarellum.
SINDACO D’ITALIA- Sulla questione è intervenuto oggi ancheMATTEO RENZI con la propria proposta che conferma di voler presentare prima dell’8 dicembrequando sono in programma le primarie del Pd. “ Una legge che la sera delle elezioni si sa chi ha vinto“. Si chiamerà  SINDACO D’ITALIA e il motivo è facile: sarà basata sul sistema elettorale che oggi sceglie i sindaci dei capoluoghi. Nella sostanza: un sistema che dà maggioranze stabili e chiarisce da subito chi governa.

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