martedì 12 novembre 2013

Le regioni sono diventate centri di spesa enormi. Altro che il controllo dei cittadino quando una struttura è più vicina. Quando è più vicina aumenta il controllo si chi si permette di parlare contro. Questa è l'Italia.

Regione a stecchetto tra le proteste

Pubblicato Lunedì 11 Novembre 2013, ore 18,33

Taglio di un miliardo nella Sanità e di 46 milioni nei Trasporti. Esplodono le polemiche sul dimezzamento delle dotazioni per Politiche sociali e Istruzione. Confermato il mutuo di un miliardo per onorare i debiti coi fornitori. La bozza del previsionale 2014

All’insegna del rigore e dei tagli in quasi tutti i settori. La giunta regionale delPiemonte ha avviato stamani la discussione sulle ripartizioni di competenza per il bilancio di previsione 2014, documento che verrà approvato dall’esecutivo nelle prossime sedute, prima dell’invio alla commissione competente di Palazzo Lascaris. Un miliardo in meno sulla Sanità, meno 46 milioni sui Trasporti, ma complessivamente la dotazione aumenta grazie alla liquidità ottenuta dalla Cassa Depositi e Prestiti per onorare parte dei debiti contratti con i propri fornitori. Ma l’opposizione è già sul piede di guerra per le sforbiciate nette fatte alle politiche sociali e all’istruzione la cui dotazione risulta dimezzata.

«Il documento contabile mantiene l’impostazione di risanamento avviata, ma non può tenere ancora conto della nuova programmazione dei fondi europei 2014-2020 visto che l’iter a Bruxelles è ancora molto indietro - si legge in una nota inviata da piazza Castello -. Nonostante la momentanea esclusione di tali risorse è comunque possibile già prevedere la copertura di tutti i servizi essenziali per i cittadini e le imprese piemontesi». Il pareggio stimato è a 12 miliardi e 678 milioni (di cui oltre 11 miliardi e 100 di fondi regionali), in crescita rispetto al bilancio di previsione 2013 (circa 11,3 miliardi). Tra le voci più significative come sempre la Sanità per cui la regione spenderà 8,3 miliardi (uno in meno rispetto all’assestamento dello scorso anno), i Trasporti, con 738 milioni (-46 sul 2013), le Attività produttive con 234 milioni (+44) e la Cultura (107 milioni, 9 in meno del 2013).

Ma le polemiche esplodono su altre due voci: l’istruzione in cui si passa da 338 a 164 milioni e le politiche sociali, da 163 a 82 milioni. In entrambi i casi c’è un dimezzamento delle dotazioni previste dall’assessore al BilancioGilberto Pichetto Fratin, che allo Spiffero ribadisce: «Saremo in grado di garantire il livello di servizi offerti lo scorso anno». E ancora: «E’ un bilancio che non crea nuovo debito, che rispetta i piani di rientro su Sanità e Trasporti e che assorbe le passività pregresse. Ancora mancano alcuni fondi relativamente alle politiche sociali per via di una definizione in atto a livello nazionale, ma contiamo di recuperarli nel corso dell’iter di approvazione o, al massimo, in fase di assestamento». Confermata l’accensione di un nuovo mutuo da un miliardo presso la Cassa Depositi e Prestiti per far fronte ai debiti coi fornitori. Sale così a 2,5 miliardi il debito con il Tesoro, mentre quello storico con le banche resta di circa 6,3 miliardi. «Stiamo trasformando i debiti commerciali in debiti finanziari, immettendo liquidità nel sistema e contestualmente vogliamo costruire un bilancio sostenibile che non faccia ricorso a nuovo deficit» chiude Pichetto Fratin.

Il centrosinistra però insorge e parla di un bilancio che la giunta «si accinge a esaminare con enorme ritardo, visto che l’avrebbe dovuto approvare già entro il 30 settembre» è l’accusa del capogruppoPd Aldo Reschigna. Poi i tagli al sociale: «Anche quest’anno alle politiche sociali vengono destinate cifre irrisorie, circa la metà dell’assestamento 2013. E’ ora di finirla di partire da una base così bassa, per poi, nel corso dell’anno, arrivare ad adeguamenti accettabili sotto la nostra pressione e quella di Comuni e Consorzi. Gli enti interessati devono avere garanzia di risorse per poter operare». Infine la formazione professionale, i cui fondi restano bloccati in attesa degli stanziamenti da Bruxelles (si tratta di 4 miliardi circa in sei anni, dal 2014 al 2020): «Il forte ritardo della programmazione comunitaria rischia di lasciare senza risorse l’intero settore. Alcune regioni, di fronte a questo pericolo, hanno scelto di anticipare i fondi necessari. Questa, dalle risorse previste, non pare essere l’intenzione della Giunta Cota. La scelta rischia di mettere in profonda crisi l’intero settore. Un fatto di cui il centrodestra dovrà assumersi per intero la responsabilità». La vendoliana Monica Cerutti chiede conto, invece, dei contributi che verranno garantiti per il diritto allo studio, tema sul quale ha presentato un ordine del giorno in Consiglio.


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