M5S, scoppia ‘parentopoli’ al Senato. ‘No a streaming, diamo immagine negativa’
Urla e polemiche durante la riunione degli eletti a Palazzo Madama, che hanno discusso il caso delle senatrici Barbara Lezzi e Vilma Moronese. Entrambe sono finite 'sotto accusa' per avere assunto come assistenti dei parenti. Messora, responsabile della comunicazione, avrebbe impedito la diretta web
Il caso Parentopoli scoppia nel Movimento 5 Stelle. Urla, accuse e polemiche hanno acceso la riunione dei senatori M5S che, secondo quanto si apprende, si è concentrata sul caso di Barbara Lezzi e Vilma Moronese, entrambe ‘sotto accusa’ per avere assunto come assistenti dei parenti: la Lezzi ha assunto la figlia del compagno e la Moronese ha assunto il proprio compagno. Entrambe le senatrici si sono difese, con toni molto accesi, sostenendo di non aver violato alcuna regola dal momento che i due compagni non sono conviventi. Ma su questo punto molte le repliche piccate di chi è sposato: “Allora devo divorziare per poter assumere anch’io la mia compagna?”, ha chiesto sarcastico un senatore 5 stelle. La senatrice Moronese è stata vista uscire in lacrime dalla riunione.
L’assemblea ha dibattuto per due ore sull’opportunità di andare in diretta streaming. Ma alla fine si è votato per il no e c’è chi accusa Claudio Messora, responsabile comunicazione M5S, di averlo impedito con tanto di mail rivolta a tutti i senatori. “Questa volta niente streaming, così diamo un’immagine negativa”, avrebbe scritto. E così è andata. La richiesta dello streaming era stata avanzata da Luis Alberto Orellana che voleva discutere di “strategie politiche del Movimento” che è al quarto punto dell’odg da tempo, ma anche stavolta non si è arrivati a parlarne. Poi la riunione è proseguita con scambi di accuse.
La capogruppo a Palazzo Madama Paola Taverna ha deciso di andar via per dedicarsi al lavoro sulla mozione di sfiducia alla Cancellieri (depositata stasera a Palazzo Madama) in vista di domani. Nel corso dell’assemblea una senatrice ha chiesto “trasparenza” ed un’altra ha risposto contrattaccando sul fronte delle spese rendicontate. “Ma come si fa a spendere 1.800 euro per spese di abbigliamento? Allora sì chiedo trasparenza anch’io, così si infrange il Regolamento”. Un’altra senatrice, accorata, ha urlato: “Non intendo crocifiggere nessuno ma non si può continuare su questa strada. Qui continua un clima vessatorio e ricattatorio, lo trovo disgustoso e avvilente. Qui c’è doppiezza”. E un’altra senatrice, rivolgendosi ad un collega, lo ha apostrofato: “Vergogna, siamo finiti sui giornali per colpa tua”. Un senatore 5 stelle ha chiesto: “Ma è possibile che qui dentro dobbiamo sempre attaccarci?”. La Taverna ha parlato di “ipocrisia che sta da più parti”. Un senatore ha cercato di riportare la calma: “Cerchiamo di non farci del male. Non massacriamoci. Così diamo un’immagine sbagliata del Movimento”. L’assemblea alla fine non ha deciso come comportarsi in futuro per evitare nuovi casi di ‘parentopoli’ anche se qualcuno aveva chiesto regole certe per evitare nuove discussioni. Il dibattito, quindi, resta aperto.
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