Tutti i numeri della sconfitta di PdL e MoVimento 5 Stelle
di Donato De Sena - 11/06/2013 - Senza la discesa in campo del Cavaliere e del comico, centrodestra e grillini vanificano l'enorme consenso delle Politiche. Spianando la strada ai sindaci rossi. Le più significative cifre del flop
Annunci GoogleINGLESE - TEST E VERIFICAScopri il tuo livello d'inglese! Test gratis, risultato immediato.www.wallstreet.it/test_inglese
Senza la discesa in campo di Silvio Berlusconi e Beppe Grillo, Pdl eMovimento 5 Stelle stentano a raggiungere soddisfacenti livelli di consenso. E’ questo uno dei dati più evidenti che emerge dalle elezioni amministrativedelle ultime due settimane, in particolare dai ballottaggi negli undici comuni capoluogo ieri conquistati (o confermati) dal centrosinistra (Roma, Imperia, Brescia, Lodi, Treviso, Siena, Viterbo, Ancona, Avellino, Barletta, Iglesias) e dal primo turno di voto a Catania, Messina, Siracusa e Ragusa.
LA BATOSTA PDL A BARLETTA E CATANIA – I numeri non lasciano adito a dubbi. Laddove il centrodestra del Cavaliere e la lista del comico genovese si erano affermati come prima coalizione alle Politiche del 24 e 25 febbraio, sono arrivate vittorie di larga misura da parte di Pd, Sel ed altri partiti di centrosinistra. E’ il segnale inequivocabile che, al di là delle problematiche relative al radicamento sul territorio e alla scelta dei candidati alla carica di sindaco o consigliere, i partiti legati al carisma di una sola persona non possono prescindere dal leader. A Barletta, ad esempio, tre mesi fa lo schieramento guidato dal Pdl si era imposto con il 37,6% dei voti su Movimento 5 Stelle, fermo al 28,6% e centrosinistra, piantato al 24,4%. Ma al secondo turno delle Amministrative il candidato del centrodestra ha ottenuto solo il 37,1% dei voti contro il 62,9% del rappresentante di Pd e alleati (con un margine di ritardo di quasi 10mila voti su 38mila votanti). Alle Politiche la coalizione berlusconiana rispetto al centrosinista aveva ottenuto circa 8mila preferenze in più (su 52mila votanti). Si tratta di una batosta simile a quella incassata a Catania, storico feudo del Cavaliere, dove il candidato del Pdl al primo turno non è andato oltre il 36,5% dei voti (dati reali relativi a 300 sezioni scrutinate sulle complessive 335) e il centrosinistra è passato al primo turno con il 50,7% dei consensi.
RAPPORTI DI FORZA CAPOVOLTI – I rapporti di forza tra centrodestra e centrosinistra sembrano oggi del tutto stravolti lungo tutto lo stivale. Grillo a parte, ad Imperia a febbraio era emerso un sostanziale equilibrio tra i poli tradizionali con il centrosinistra al 26,3% e Pdl, Lega Nord, Fratelli d’Italia ed altri partiti a sostegno di Berlusconi al 23,3% (in ritardo di circa 700 voti su 24 mila elettori). Dal secondo turno delle Amministrative la coalizione del Pd è uscita vittoriosa con il 76,1% dei consensi e un margine di oltre 9mila voti su 18mila votanti. E’ accaduto qualcosa di simile a Viterbo, dove alle Politiche su 40mila votanti, il centrodestra del Cavaliere era riuscito a conquistare circa 12.500 voti (il 31,7%), oltre 3mila consensi in più di Pd e alleati (23,7%). Al ballottaggio delle Comunali il centrosinistra ha ottenuto il 62,9% dei voti (circa 16.500 su 27mila elettori), quasi 6mila preferenze in più rispetto al candidato sostenuto dal Pdl.
AFFLUENZA ININFLUENTE – Probabilmente nella sconfitta del centrodestra conta solo marginalmente la scarsa affluenza alle urne. A Roma (dove si è recato ai seggi solo il 45,1% degli aventi diritto, circa 1 milione e 62mila votanti) il candidato del centrosinistra Ignazio Marino ha ottenuto 290mila voti in più del sindaco uscente Gianni Alemanno. Alle Politiche di febbraio avevano votato per il rinnovo del Parlamento circa 1 milione e 639mila elettori. Per pareggiare i conti con Marino, dunque, Alemanno (al ballottaggio fermo al 36,1% dei consensi) avrebbe dovuto convincere circa il 75% dei 570mila/580mila cittadini romani che il 9 e 10 giugno hanno deciso di non votare. Stesso scenario a Brescia (dove l’affluenza è stata di 14 punti più alta rispetto alla Capitale). Nel capoluogo lombardo, dove il candidato del Pd Flavio Del Bono si è imposto al ballottaggio (sul sindaco sceriffo della Lega Nord Giancarlo Gentilini) con il 56,5% dei consensi (quasi 47mila voti), il dato dell’affluenza è sceso – precisamente – al 59,3%. Alle Politiche nella stessa città aveva votato l’82% degli aventi diritto. Per ottenere lo stesso livello di consenso di Del Bono, Gentilini, in caso di elevatissima affluenza, avrebbe dovuto conquistare circa il 70% dei consensi di quei 25mila/30mila elettori che oggi non hanno votato.
A RAGUSA M5S DAL 40 AL 9% – La flessione tra Politiche e Amministrative è ancor più chiara nel Movimento 5 Stelle. A febbraio il partito di Grillo si era affermato come prima coalizione (battendo l’intero schieramento di centrodestra e l’intero centrosinistra) sia nella città di Siracusa che a Ragusa. Nel primo caso i 5 Stelle avevano ottenuto il 35,3% dei voti (con Pd e alleati fermi al 26,6% e Pdl, Fdi, Destra e Grande Sud piantati al 25,3%). Nel secondo caso avevano incassato il 40,9% (con il centrosinistra al 22% e il centrodestra al 21,9%). In tre mesi (nel passaggio da elezione nazionale ad elezione locale) il Movimento 5 Stelle è sceso a Siracusa (dati di 111 sezioni sulle totali 123) dal 35,3 al 6,5% (consenso al candidato sindaco), e a Ragusa (71 sezioni su 71) dal 40,9 al 15,6%. A Messina (226 sezioni scrutinate su 254) è calato dal 27,7 al 2,9%. A Catania dal 31,9 al 3,4%. Molto bassi rispetto alle Politiche anche i consensi alla lista: 4% a Catania, 2,6% a Messina, 4,1% a Siracusa e 9,6% a Ragusa.
IL M5S CROLLA AD IMPERIA E VITERBO – In realtà (al di là del voto siciliano) le difficoltà dei grillini erano già emerse al primo turno (nei capoluoghi dove si è votato fino a ieri per il ballottaggio). Alle Politiche di febbraio il Movimento 5 Stelle si era imposto come primo schieramento adImperia, Viterbo e Iglesias, rispettivamente con il 33,7, 31,8 e 31% dei voti. Ma il 26 e 27 maggio i candidati alla carica di sindaco del partito di Grillo hanno ottenuto solo il 9% ad Imperia e il 6,9 a Viterbo. Le liste M5S hanno incassato rispettivamente 8,60 e 6,2%. Ad Iglesias, infine, non è stata presentata alcuna lista 5 Stelle. Pesante anche il tonfo a Lodi: dal 33,5% delle Politiche al 6,4 delle Amministrative (6% alla lista). Qualcosa proprio non va.
(Fonte foto: LaPresse. Dati sulle elzioni amministrative siciliane daElezioni.regione.sicilia.it. Ultimo aggiornamento alle ore 12.00 dell’11 giugno).
1 commento:
Perdono e si rallegrano i cittadini grillini. Bravi.
Posta un commento