L'ATTACCO CHOC
La leghista: «Mai nessuno che stupri Kyenge?»
Valandro, consigliera Carroccio: «Così comprende le vittime». Tosi e Maroni: «Sarà espulsa». Lei: «Chiedo scusa»
L'odio razziale di alcuni esponenti della Lega Nord contro la ministra nera Cécile Kyenge ha raggiunto livelli di istigazione alla violenza sessuale su Facebook. Dolores Valandro, consigliera leghista di quartiere a Padova, ha pubblicato la foto della titolare dell'Integrazione e ha scritto in maiuscolo: «MA MAI NESSUNO CHE LA STUPRI, COSÌ TANTO PER CAPIRE COSA PUÒ PROVARE LA VITTIMA DI QUESTO EFFERATO REATO?????? VERGOGNA!».
GIÀ SOSPESA DA UN MESE. Valandro - da circa un mese sospesa dalla Lega per contrasti interni al partito - ha commentato un articolo di un sito specializzato nella pubblicazione di 'crimini degli immigrati', nel quale si parla di un presunto tentativo di stupro a una donna italiana da parte un uomo africano.
Il post è stato rilanciato da molti utenti che hanno espresso la propria indignazione per le parole della 'padana' e non ha mancato di suscitare la reazione di Flavio Tosi: «Una dichiarazione inqualificabile. Era già sospesa. Stasera sarà espulsa», ha detto il segretario della Liga veneta.
«UNA BATTUTA IN UN MOMENTO DI RABBIA». Identica presa di posizione dal leader del partito, Roberto Maroni: «Non conosco questa Valandro, ho sentito Tosi che ha detto che sarà espulsa».
Difficilmente le sue scuse possono bastare per evitare il provvedimento del partito: «È stata una battuta detta in un momento di rabbia», ha detto Valandro in un'intervista a Radio Capital, «quando ho un momento di rabbia butto lì e mi sfogo così. Chiedo scusa, ma ripeto che è stato un momento di rabbia, non sono un tipo violento».
Poco dopo l'esplosione della polemica, inoltre, il profilo Facebook della leghista è sparito. Nessun intervento della polizia, a cancellarlo potrebbe essere stata lei stessa.
UN TIRO AL BERSAGLIO CONTINUO. Da quando la ministra «orgogliosa di essere nera» si è insediata, è scoppiata una guerra a distanza con il Carroccio, che da subito le ha giurato«opposizione totale».
Tra i più attivi nel 'tiro al bersaglio' c'è stato Matteo Salvini, che l'ha accusata di «istigare a delinquere» e le ha attribuito le responsabilità dell'immigrato picconatore di Milano.
L'europarlamentare Mario Borghezio aveva parlato di «governo del bonga bonga» e di«meticci obbrobriosi», guadagnandosi prima l'autosospensione e poi la cacciata dal gruppo Efd.
Pure un consigliere leghista in Toscana l'aveva definita «nero di seppia».
E pensare che proprio il 12 giugno, dopo la polemica dell'auto blu che sfrecciava contromanoa Milano, Kyenge aveva 'fatto pace' con Alessandro Morelli, capogruppo leghista in Consiglio comunale famoso per la stretta di mano mancata da parte del ministro. Ma le scintille con l'universo padano non finiscono mai.
GIÀ SOSPESA DA UN MESE. Valandro - da circa un mese sospesa dalla Lega per contrasti interni al partito - ha commentato un articolo di un sito specializzato nella pubblicazione di 'crimini degli immigrati', nel quale si parla di un presunto tentativo di stupro a una donna italiana da parte un uomo africano.
Il post è stato rilanciato da molti utenti che hanno espresso la propria indignazione per le parole della 'padana' e non ha mancato di suscitare la reazione di Flavio Tosi: «Una dichiarazione inqualificabile. Era già sospesa. Stasera sarà espulsa», ha detto il segretario della Liga veneta.
«UNA BATTUTA IN UN MOMENTO DI RABBIA». Identica presa di posizione dal leader del partito, Roberto Maroni: «Non conosco questa Valandro, ho sentito Tosi che ha detto che sarà espulsa».
Difficilmente le sue scuse possono bastare per evitare il provvedimento del partito: «È stata una battuta detta in un momento di rabbia», ha detto Valandro in un'intervista a Radio Capital, «quando ho un momento di rabbia butto lì e mi sfogo così. Chiedo scusa, ma ripeto che è stato un momento di rabbia, non sono un tipo violento».
Poco dopo l'esplosione della polemica, inoltre, il profilo Facebook della leghista è sparito. Nessun intervento della polizia, a cancellarlo potrebbe essere stata lei stessa.
UN TIRO AL BERSAGLIO CONTINUO. Da quando la ministra «orgogliosa di essere nera» si è insediata, è scoppiata una guerra a distanza con il Carroccio, che da subito le ha giurato«opposizione totale».
Tra i più attivi nel 'tiro al bersaglio' c'è stato Matteo Salvini, che l'ha accusata di «istigare a delinquere» e le ha attribuito le responsabilità dell'immigrato picconatore di Milano.
L'europarlamentare Mario Borghezio aveva parlato di «governo del bonga bonga» e di«meticci obbrobriosi», guadagnandosi prima l'autosospensione e poi la cacciata dal gruppo Efd.
Pure un consigliere leghista in Toscana l'aveva definita «nero di seppia».
E pensare che proprio il 12 giugno, dopo la polemica dell'auto blu che sfrecciava contromanoa Milano, Kyenge aveva 'fatto pace' con Alessandro Morelli, capogruppo leghista in Consiglio comunale famoso per la stretta di mano mancata da parte del ministro. Ma le scintille con l'universo padano non finiscono mai.
KYENGE: «TUTTI DOVREBBERO SENTIRSI OFFESI». «Non rispondo perché ognuno di noi dovrebbe sentirsi offeso», si è limitata a dire il ministro per l'Integrazione. «Questo linguaggio non mi appartiene, perché istiga alla violenza tutta la cittadinanza. Chiunque deve sentirsi offeso, non solo io. Negli anni ho sempre lottato per un linguaggio non violento e questo impegno lo mantengo. Io parlo con tante persone, ognuno ha il proprio modo di pensare ma non permetto che mi vengano imposti un comportamento e un linguaggio violenti. Vorrei che si difendesse sempre un linguaggio non violento».
LETTA: «PROFONDO SDEGNO». Anche il presidente del Consiglio Enrico Letta ha mostrato solidarietà al suo ministro: «Cécile Kyenge ha ragione, ognuno di noi dovrebbe sentirsi offeso, e anch'io mi sento offeso. Si tratta di parole che non meritano altro commento che il profondo sdegno. Merita invece Cécile tutta la solidarietà mia personale, del governo e del Paese».
Successivamente Kyenge ha aggiunto: «Qualunque attacco mi arrivi non permetto a nessuno di togliermi il sorriso».
Parlando durante un incontro sull'immigrazione, Kyenge ha ringraziato tutti per «il sostegno all'attacco arrivato oggi».
LETTA: «PROFONDO SDEGNO». Anche il presidente del Consiglio Enrico Letta ha mostrato solidarietà al suo ministro: «Cécile Kyenge ha ragione, ognuno di noi dovrebbe sentirsi offeso, e anch'io mi sento offeso. Si tratta di parole che non meritano altro commento che il profondo sdegno. Merita invece Cécile tutta la solidarietà mia personale, del governo e del Paese».
Successivamente Kyenge ha aggiunto: «Qualunque attacco mi arrivi non permetto a nessuno di togliermi il sorriso».
Parlando durante un incontro sull'immigrazione, Kyenge ha ringraziato tutti per «il sostegno all'attacco arrivato oggi».
La Lega prende le distanze da Valandro
Non appena è stata diffusa la notizia, i vertici della Lega hanno preso le distanze. Massimo Bitonci, capogruppo al Senato e segretario della sezione di Padova dove è iscritta Valandro, si è dissociato totalmente dalle frasi e ha invitato la consigliera a chiedere scusa. Bitonci disse di Kyenge: «È una incompetente. Non la critichiamo per il colore della sua pelle, ma per il contenuto delle sue proposte».
ZAIA: «CHIEDA SCUSA, POST VERGOGNOSO». Anche il presidente leghista della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha condannato l'accaduto: «Chieda scusa chi con un post vergognoso ha insultato anche i veneti e una regione come il Veneto, dove l'integrazione funziona e, da sempre, rappresenta un modello a livello nazionale. Si tratta di un episodio da cui prendo le distanze e che condanno senza 'se' e senza 'ma'».
MA C'È CHI LA DIFENDE. In difesa della consigliera di quartiere si è schierata Paola Goisis, ex deputata leghista: «La Valandro non ha fatto altro che dire quello che la gente pensa. La gente vuole che le persone che hanno ruoli istituzionali si facciano carico delle sofferenze e delle paure. La Kyenge non ha detto una parola sulle nostre ragazze che vengono quotidianamente stuprate», ha detto a La Zanzara su Radio 24.
«Vada in giro senza scorta, senza difese, così capisce quello che vivono le nostre figlie, le nostre donne. L'hanno messa lì per l' integrazione ma l'integrazione non può partire dallo stupro delle nostre figlie. Non posso ammettere che ci sia un ministro che viene da un altro Paese e viene qui a comandare a casa nostra e non si è sentita in dovere di spendere una sola parola sulle donne stuprate dai marocchini. Quello della Valandro non era un augurio ma il sentire della nostra gente che si sente abbandonata, forse espresso in termini sbagliati. La Kyenge difende sempre gli extracomunitari, che dovrebbero stare a casa loro. La Kyenge vada a difenderli a casa sua visto che è un'ottima oculista».
ZAIA: «CHIEDA SCUSA, POST VERGOGNOSO». Anche il presidente leghista della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha condannato l'accaduto: «Chieda scusa chi con un post vergognoso ha insultato anche i veneti e una regione come il Veneto, dove l'integrazione funziona e, da sempre, rappresenta un modello a livello nazionale. Si tratta di un episodio da cui prendo le distanze e che condanno senza 'se' e senza 'ma'».
MA C'È CHI LA DIFENDE. In difesa della consigliera di quartiere si è schierata Paola Goisis, ex deputata leghista: «La Valandro non ha fatto altro che dire quello che la gente pensa. La gente vuole che le persone che hanno ruoli istituzionali si facciano carico delle sofferenze e delle paure. La Kyenge non ha detto una parola sulle nostre ragazze che vengono quotidianamente stuprate», ha detto a La Zanzara su Radio 24.
«Vada in giro senza scorta, senza difese, così capisce quello che vivono le nostre figlie, le nostre donne. L'hanno messa lì per l' integrazione ma l'integrazione non può partire dallo stupro delle nostre figlie. Non posso ammettere che ci sia un ministro che viene da un altro Paese e viene qui a comandare a casa nostra e non si è sentita in dovere di spendere una sola parola sulle donne stuprate dai marocchini. Quello della Valandro non era un augurio ma il sentire della nostra gente che si sente abbandonata, forse espresso in termini sbagliati. La Kyenge difende sempre gli extracomunitari, che dovrebbero stare a casa loro. La Kyenge vada a difenderli a casa sua visto che è un'ottima oculista».
Cgil Padova: «Frasi xenofobe e violente»
Dagli altri versanti politici si è alzato un coro unanime di sdegno. La Cgil di Padova ha espresso «sconcerto e profonda amarezza rispetto alle dichiarazioni xenofobe e violente fatte dalla consigliera del quartiere Padova Nord confronti della ministra Kyenge».
FINOCCHIARO (PD): «RIPUGNANTE, SI DIMETTA». Durissima Anna Finocchiaro del Partito democratico: «Parole ripugnanti. E lo sono ancor più perché espresse da una donna contro un'altra donna. Frasi che trasudano razzismo, misoginia, disprezzo delle istituzioni coniugati in una sintesi feroce, inaccettabile, disgustosa. Mi auguro che abbia la decenza di dimettersi».
VENDOLA (SEL): «ESPRESSIONE DA MEDIOEVO». Il leader di Sel Nichi Vendola ha espresso solidarietà al ministro: «Chi vaneggia di stuprarla è espressione di un'Italia medievale che vogliamo seppellire. Abbraccio Kyenge che è una luce nel buio dell'Italia».
BOLDRINI SOLIDALE CON KYENGE. Anche per la presidente della Camera Laura Boldrini, le parole della consigliera leghista «sono inaccettabili, intrise di razzismo e di odio», tanto «più gravi» perché pronunciate da una donna con un incarico politico.
«Conosco Cécile Kyenge da tempo. Ho condiviso con lei battaglie di civiltà sui temi dell'immigrazione e dell'asilo», ha aggiunto Boldrini.
«Le sono ancora più vicina oggi, dopo l'ignobile attacco di cui la ministra è vittima. A Cécile Kyenge la mia solidarietà. Potrà sempre contare su di me».
FINOCCHIARO (PD): «RIPUGNANTE, SI DIMETTA». Durissima Anna Finocchiaro del Partito democratico: «Parole ripugnanti. E lo sono ancor più perché espresse da una donna contro un'altra donna. Frasi che trasudano razzismo, misoginia, disprezzo delle istituzioni coniugati in una sintesi feroce, inaccettabile, disgustosa. Mi auguro che abbia la decenza di dimettersi».
VENDOLA (SEL): «ESPRESSIONE DA MEDIOEVO». Il leader di Sel Nichi Vendola ha espresso solidarietà al ministro: «Chi vaneggia di stuprarla è espressione di un'Italia medievale che vogliamo seppellire. Abbraccio Kyenge che è una luce nel buio dell'Italia».
BOLDRINI SOLIDALE CON KYENGE. Anche per la presidente della Camera Laura Boldrini, le parole della consigliera leghista «sono inaccettabili, intrise di razzismo e di odio», tanto «più gravi» perché pronunciate da una donna con un incarico politico.
«Conosco Cécile Kyenge da tempo. Ho condiviso con lei battaglie di civiltà sui temi dell'immigrazione e dell'asilo», ha aggiunto Boldrini.
«Le sono ancora più vicina oggi, dopo l'ignobile attacco di cui la ministra è vittima. A Cécile Kyenge la mia solidarietà. Potrà sempre contare su di me».
Giovedì, 13 Giugno 2013
1 commento:
Affermazioni che solo un animale può fare.
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