Si conoscono da anni, non si sentivano da qualche mese. Il rapporto tra Adele Gambaro e Giovanni Favia risale agli albori del Movimento 5 stelle, "quando era ancora una cosa d'elite", spiega il primo celebre fuoriuscito. Ne è passata di acqua sotto i ponti: oggi Favia, dopo lo strappo prima con Gianroberto Casaleggio e poi con Beppe Grillo, ha i toni critici di chi ha creduto in un progetto per poi rimanerne fortemente deluso.
Toni che si fanno durissimi per gli attacchi subiti in questi giorni da una sua vecchia amica, che ha sentito via sms: "Non sono preoccupato tanto dal delirio di Grillo, quanto dalle parole assurde dei suoi leccapiedi". La demolizione dei fedelissimi dell'ex-comico è a tutto campo: "Quelli lì non hanno ben capito: in Parlamento non sono portavoce dei cittadini, come amano definirsi, ma di Beppe e di Casaleggio, fanno a gara nel prostrarsi di fronte a lui". Nel mirino, tra gli altri, Roberto Fico: "Ha detto che il leader dovrebbe essere patrimonio dell'umanità: non ho mai sentito dire una cosa del genere nemmeno da Sandro Bondi quando si riferiva a Silvio Berlusconi".
Non le va proprio giù per come stanno trattando Gambaro.
La conosco da tanti anni. Abbiamo iniziato insieme nel Movimento, quando ancora era una cosa piccola, minuta, un gruppo d'elite per pochissime persone.
E che persona è?
Straordinaria, una gran lavoratrice, sempre molto corretta e leale.
Siete rimasti in contatto anche dopo la sua uscita dal Movimento?
Ero in rotta con Casaleggio da circa un anno, e lei lo sapeva, così come lo sapeva Beppe. Poi ci fu il famoso video di quel giornalista e la situazione precipitò. Quando mi presentai alla semestrale, la riunione nella quale gli eletti si sottopongono periodicamente al giudizio degli eletti, Adele era presente e votò per la mia riconferma. Alla fine di quella riunione mi ricordo che la abbracciai.
Sapeva di quel che stava covando sulla linea di Grillo e del Movimento?
Di lei in particolare no. Ma conosco tanti parlamentari oltre ad Adele, e so di un grande disagio per la disorganizzazione interna e per l'assoluta mancanza di democrazia. Loro, ovviamente, non lo possono dire.
Secondo lei perché quelle parole?
Evidentemente covava un malessere profondo e la misura era ormai colma.
Nei confronti di Grillo?
Non sopporto chi dice "Senza Grillo noi non saremmo nessuno". Dimostra una forma di razzismo al contrario, il pensiero che se non sei un politico non conti niente, mentre il M5s era nato su presupposti radicalmente contrari. Detto questo: pensiamo veramente che il Movimento l'abbia costruito Grillo? Lui è semplicemente stato un catalizzatore di tutta quella gente che si è organizzata e mossa autonomamente quando avevamo percentuali minuscole.
Molti parlamentari non la pensano come lei.
Mi ha preoccupato non tanto il delirio di Beppe, in qualche modo a quei toni e a quei modi ci siamo abituati. Il problema è stato piuttosto il delirio dei suoi leccapiedi. Quelli lì non hanno ben capito: in Parlamento non sono portavoce dei cittadini, come amano definirsi, ma di Beppe e di Casaleggio, e fanno a gara nel prostrarsi di fronte a lui.
C'è un culto della personalità?
Senta, su Adele via internet sono piovute ingiurie di ogni sorta e non ho sentito nessuno che esprimesse una piccola parola di solidarietà. Invece assisto ad una gara imbarazzante su chi si fa più prono di fronte al leader. Fico ha detto che Beppe dovrebbe essere patrimonio dell'umanità come le Dolomiti: non ho mai sentito dire una cosa del genere nemmeno da Sandro Bondi quando si riferiva a Silvio Berlusconi.
Come vede il futuro prossimo del Movimento?
Ho sentito Riccardo Nuti dire che il M5s è Beppe Grillo e Beppe Grillo è il M5s. Ecco, io da una cosa del genere scapperei, non è un Movimento, è un fans club.
C'è un disegno specifico in questo senso?
Basta pensare ai maggiordomi scelti per la televisione per andare a diffondere il verbo. Questa sì è democrazia diretta, ma diretta da Casaleggio. Grillo in questo schema è semplicemente un eccezionale frontman di una grande campagna elettorale. Ma politicamente è un dilettante, infantile e permaloso.