15 Giugno a Parma manifestazione contro l'inceneritore. Pizzarotti un sindaco Pdmenoelle?
Ma i giorni della cittadinanza attiva e delle promesse sembrano essere finiti, Pizzarotti mostra il suo pragmatismo. Proprio ieri a Il Fatto ha dichiarato:
Mai detto che avrei bloccato i cantieri. Ho sempre detto che avremmo fatto il possibile per la chiusura, nient’altro
La prudenza del sindaco è motivata dalla decisione della Suprema Corte di Cassazione, che ha statuito come inammissibile il ricorso sulla richiesta di sequestro dell’impianto di Ugozzolo. Tuttavia sul forno dell’impianto pende ancora l’indagine della Procura, che vede iscritte nel registro degli indagati i vertici di Iren, Provincia e Comune di Parma e che va avanti indipendentemente dal no della Cassazione al sequestro del cantiere.
Il Comitato che si oppone all’apertura dell’inceneritore non ci sta ed accusa di arrendevolezza il sindaco. Il 15 giugno prossimo ha indetto una manifestazione di protesta e ha diramato un comunicato nel quale si legge:
L’accensione dell’inceneritore di Ugozzolo, oltre che un oltraggio al buonsenso, costituisce un’ingiustizia anacronistica persino rispetto alle direttive europee (Strategia Europa 2020), dirette ad intensificare le pratiche della raccolta differenziata e del riciclaggio e la chiusura di inceneritori e discariche in Europa entro il 2020.
Il 15 Giugno 2013 lanciamo una manifestazione perché crediamo che l’inceneritore di Parma rappresenti la condizione di un Paese intero, stretto nella morsa del ricatto tra lavoro e salute, tra profitto ed inquinamento, tra la vecchia e collusa politica d’interessi e il benessere collettivo.
Vogliamo indicare con forza la necessità di ripensare, in tempi di crisi, a nuovi paradigmi economici, di consumo e gestione dei rifiuti. Per questo, al NO all’inceneritore, affianchiamo il SI alla strategia Rifiuti Zero, attraverso la raccolta firme per la legge di iniziativa popolare che si propone l’obiettivo di cambiare la Legge Nazionale in vigore per la gestione dei rifiuti (Testo Unico Legge n°152/2006 e successive modifiche) per ridisegnare il ciclo delle risorse e mettere in pratica un nuovo modo di intendere i rifiuti
L’Associazione Corretta Gestione dei Rifiuti, però, si sfila dal fronte della protesta ed entra in polemica con i promotori dell’iniziativa del 15 giugno. Come riportato da Repubblica, fanno sapere che:
La corsa dei no termo dell’ultima ora ha per noi impostazioni e visioni incompatibili. Si attacca a volte senza costrutto nel mucchio, ad esempio indicando responsabilità nell’attuale giunta di Parma che invece, secondo noi, si batte dal 2012 per far vincere la corretta gestione dei rifiuti e non altro. Si è data alla lotta una forte impronta politica mentre noi consideriamo la battaglia per la salute una scelta dei cittadini da non consegnare alle compagini di partito
La risposta del Comitato a tali affermazioni non si è fatta attendere. Gli attivisti si sono detti sdegnati dell’accusa di “partitismo”, dopo che Cgr ha sostenuto senza se e senza ma Pizzarotti, oscurando le sue responsabilità politiche. Inoltre, hanno accusato l’Associazione di essere supina ad Iren. Questa è frutto della fusione tra enti gestori delle risorse territoriali (una volta pubblici poi diventati privati), in province e comuni amministrati da esponenti del Partito Democratico o dei partiti a esso precedenti (Ds,Pds).
In conclusione, al di là delle accuse di buttarla in politica da parte dei sostenitori di Pizzarotti, che non hanno forse ben inteso l’accezione corretta del termine, possiamo affermare che ci sono differenti approcci tra chi si dice contrario all’inceneritore.
La prima è quella dei comitati e dei centri sociali che agisce su più livelli. Da una parte, i no termo, non rinunciano all’azione legale, ricordiamo che in questi giorni Arrigo Allegri, avvocato no termo, ha presentato un esposto alla Procura e una lettera alle istituzioni in cui denuncia le prescrizioni non rispettate da Iren, rilevate anche dai tecnici del Comune (tra queste anche la mancanza del certificato di agibilità). Dall’altra continueranno con blitz, campagne di sensibilizzazioni e tentativi di bloccare l’apertura. Ciò potrebbe aprire un conflitto territoriale permanente contro decisioni prese senza consultare direttamente i cittadini.
La prima è quella dei comitati e dei centri sociali che agisce su più livelli. Da una parte, i no termo, non rinunciano all’azione legale, ricordiamo che in questi giorni Arrigo Allegri, avvocato no termo, ha presentato un esposto alla Procura e una lettera alle istituzioni in cui denuncia le prescrizioni non rispettate da Iren, rilevate anche dai tecnici del Comune (tra queste anche la mancanza del certificato di agibilità). Dall’altra continueranno con blitz, campagne di sensibilizzazioni e tentativi di bloccare l’apertura. Ciò potrebbe aprire un conflitto territoriale permanente contro decisioni prese senza consultare direttamente i cittadini.
Dall’altra c’è la linea del sindaco, legalista. Pizzarotti sapeva benissimo che la campagna contro l’inceneritore sarebbe stata lunga e che non poteva risolversi immediatamente sul piano formale, eppure ha preferito puntare, in campagna elettorale, su una grande mobilitazione di protesta per poi prendere atto che c’era poco da fare, come se non fosse stato a conoscenza che il forno “non si poteva fermare” (al momento della sua elezione era ormai realizzato al 65-70%).
Ma allora, viene da chiedersi, che differenza c’è tra un sindaco 5 stelle e uno Pdl o Pdmenoelle? Non è forse lo stile della maggioranza dei sindaci italiani quello di continuare con l’impiego degli inceneritori occultando la cosa con un po’di marketing verde e di slogan sull’ambiente e sui beni comuni?
1 commento:
Il grande rivoluzionario Pizzarotti.
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