La richiesta di rinvio a giudizio per Carlo Rienzi (Codacons) per diffamazione
La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio del presidente del Codacons Carlo Rienzi con l’accusa di diffamazione ai danni del presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Gualtiero Walter Ricciardi. Chiesto il processo anche per Nicola Basilico, collaboratore dell’ associazione a difesa dei consumatori, “perché, in concorso fra loro – si legge nella richiesta di rinvio a giudizio firmata dal pm Paolo D’Ovidio -, redigevano (il Rienzi) e diffondevano (il Basilico) o comunque facevano distribuire nei pressi del ministero della Salute alcune centinaia di copie di un volantino dal titolo ‘Comitato vaccini Covasi (del Codacons, ndr)’ il cui contenuto deve qui intendersi integralmente riportato e con il quale si offendeva l’onore e la reputazione” di Ricciardi, “che veniva falsamente indicato in conflitto di interessi con la carica ricoperta per essere lo stesso sponsorizzato da quattro aziende produttrici di vaccini e in particolare la Crucell, Pfizer e la Sanofi Pasteur Msd”. Il presunto reato sarebbe stato commesso il 3 novembre 2016. Sulla richiesta di processo si pronuncerà il Gip.
Ma già a ottobre Rienzi aveva annunciato una class action, un ricorso al Tar e un esposto nei confronti di Ricciardi per procurato allarme: nel mirino del Codacons il monito dello scienziato sul calo delle vaccinazioni anti-morbillo, che avrebbe provocato un numero “elevato di casi, alcuni di questi complicati e potenzialmente letali per i bambini non vaccinati”, come sosteneva l’esperto. A questo attacco era seguita una lettera aperta inviata dal presidente dell’Iss al procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone, in cui si sottolineava l’importanza di una “magistratura al fianco dei medici e degli scienziati, per contrastare chi per diversi e spesso turpi motivi abusa della credulità popolare”. “Una richiesta del tutto infondata da parte del Pm che di certo non sarà accolta”, dice invece il presidente Codacons, Carlo Rienzi. “Crediamo che il procedimento non avrà seguito, perché è del tutto infondato, ma se così non dovesse essere, finalmente ci sarà una possibilità in Italia di ottenere chiarezza dinanzi la giustizia sui presunti conflitti di interesse che sembrano coinvolgere chi, nel nostro paese, prende decisioni fondamentali in tema di salute pubblica e, nello specifico, di vaccini”, commenta Rienzi.
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