giovedì 6 luglio 2017

Ecco perché De Masi ha iniziato a diventare grillino.


06 luglio 2017

Soldi pubblici e consulenze: il bilancio 2016 del M5s alla Camera

La ricerca di De Masi sul lavoro? Pagata quasi 57 mila euro. E la manifestazione di Palermo? 35 mila euro di finanziamenti. Mentre la società per i social è la stessa di Medici senza frontiere. E dire che sulle Ong...

             
Quasi 57 mila euro. Tanto è costato al Movimento 5 stelle lo studio-ricerca sul lavoro post industriale dal 2016 al 2025 commissionato al sociologo Domenico De Masi e al suo team, presentato in occasione del convegno Lavoro 2025 organizzato alla Camera il 18 e il 19 gennaio 2017. E poi diventato un libro. Insomma, il professore che invitava al lavoro gratis per abbattere la disoccupazione, giustamente ha fatturato. Dopo aver conquistato la fiducia e l'attenzione della ditta Grillo-Casaleggio, De Masi è stato anche tra i relatori sul palco di Sum #01, la kermesse di Ivrea organizzata in memoria di Gianroberto.

SPESI PIÙ DI 4 MILIONI DI EURO. La cifra è scritta nera su bianco nel bilancio d'esercizio 2016 del gruppo alla Camera firmato dalla tesoriera Laura Castelli e pubblicato online. In un anno le spese dei deputati pentastellati sono ammontate a 4 milioni 156 mila 175 euro, di cui il 74% (3 milioni 89 mila 500 euro) destinate agli stipendi dei dipendenti.
Tra le voci che sono cresciute di più rispetto al 2015 ci sono le «risorse destinate all'approvigionamento dei servizi», nelle quali rientra anche la ricerca di De Masi: si è passati da 109.614 euro a 522.165 euro (+375%). In bilancio anche le spese della campagna referendaria per il "No" costata in totale 354.009 euro. Briciole in confronto ai circa 12 milioni di euro sborsati dal Pd per Basta un sì. Denari che non sono serviti a nulla se non a portare in rosso il bilancio dem.
DIBBA, SCOOTER RIVENDUTO A 10 MILA EURO. Tra i 354 mila e rotti euro, un migliaio sono andati per la stampa del materiale tipografico distribuito nel corso del tour IoDicoNo Costituzione Coast to Coast del centauro Alessandro Di Battista. Che però dalla vendita dello scooterone messo all'asta è riuscito a recuperare poco più di 10 mila euro versati direttamente a una associazione di Accumoli.

MANIFESTAZIONI PAGATE COI SOLDI PUBBLICI. Sfogliando le note integrative al bilancio spunta un'altra voce interessante, appena citata nella relazione di Castelli. E cioè le spese sostenute per la manifestazione Italia 5 stelle di Palermo nel settembre 2016. Per l'allestimento di stand e gazebo di pertinenza dei deputati M5s e per la stampa di materiale divulgativo sono stati sborsati 35.850 euro. E dire che il M5s si è sempre dichiarato contro il finanziamento pubblico ai partiti vantandosi di finanziare ogni iniziativa grazie al sostegno online di attivisti e simpatizzanti.
E infatti sulla pagina dedicata all'appuntamento palermitano, nella sezione donazioni, si legge: «Il Movimento 5 stelle non riceve alcun finanziamento pubblico e ha rinunciato a 42 milioni di euro di rimborsi elettorali per l'attuale legislatura. Quest'anno Italia 5 stelle si terrà a Palermo il 24-25 settembre. Sarà una grande festa e un momento di incontro interamente finanziato dalle libere donazioni dei sostenitori del M5s, come avvenuto per le elezioni politiche 2013, le Europee del 2014, i V-day, la prima edizione di Italia 5 stelle e tutti gli altri eventi del M5s. Ogni spesa sarà rendicontata e l'eventuale residuo sarà utilizzato per finanziare le prossime iniziative del M5s».
SOLO DONAZIONI? NON PROPRIO. La raccolta portò alle casse pentastellate 401.993 euro per 8774 donatori a fronte di 125.469 euro spesi. Quell'«interamente finanziato da libere donazioni» dunque non corrisponde al vero.
CI SONO I RIMBORSI DEI CONSIGLIERI. La contraddizione era già emersa quando il Corriere della sera aveva scovato, spulciando i rendiconti di alcuni consiglieri regionali del Lazio, rimborsi per qualche centinaio di europroprio per la kermesse siciliana. La manifestazione dunque è stata pagata anche con soldi pubblici, dei cittadini.
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Quando Grillo diceva no ai soldi per i partiti
Altro capitolo interessante riuguarda la Comunicazione le cui spese sono passate da 853.695 euro del 2015 a poco più di 1 milione e 100 mila euro (+36%) nel 2016. Un aumento dovuto anche all'assunzione di tre nuove unità che hanno portato l'organico dell'ufficio da 12 a 15 dipendenti. Registrano un +22% anche le spese delle consulenze esterne di supporto all'ufficio comunicazione per «migliorare e accrescere», scrive la portavoce Castelli, «la comunicazione all'esterno dell'attività del gruppo». Un «aspetto fondamentale nel rapporto con i cittadini». In questa ottica è stato «consolidato e ampliato il progetto affidato alla Web Side Story», agenzia che si occupa «dell'organizzazione e della campagna di comunicazione esterna all'attività parlamentare attraverso i social media».

CAMPAGNE SU EURO E MICROCREDITO. Dalla società di consulenza nata, come si legge nel sito, nel 2014 da una idea di Luisa Buoni e Yes I am, sono uscite per esempio le campagne Fuoridalleuro, Microcredito e Iodicono. La collaborazione con il M5s Camera è partita proprio nel 2014 grazie a Flavia Brandi, ad di Web Side Story fino a maggio 2017 (nel cv di tutto rispetto della content strategist spunta anche la piattaforma Rousseau) mentre ora la poltrona è passata a Buoni.
«UN WORK IN PROGRESS CONGIUNTO». È, scrive sempre la società «un work in progress congiunto, in cui giorno per giorno superiamo il classico rapporto cliente-fornitore per creare un unico team, concentrato e coeso, focalizzato sulla comunicazione digitale di iniziative, proposte, campagne e operazioni di coinvolgimento dei cittadini». E ancora: «Siamo partiti occupandoci del social content, ma da subito abbiamo capito che l’esigenza era più ampia: lavorando a strettissimo contatto con l’ufficio comunicazione del Gruppo e gli stessi parlamentari, abbiamo costruito un linguaggio visuale per definire la comunicazione e rafforzare il brand».
CON IL GRUPPO C'È «UNA SIMBIOSI». Infine: «Siamo di supporto a eventi e campagne con inbound strategies che ne seguono l'evoluzione passo passo. Il nostro contributo al Gruppo parlamentare si snoda quotidianamente ed è ormai una simbiosi. Le soddisfazioni sono molteplici: dai meme che raggiungono milioni di persone ai feedback degli utenti, sino al sentirsi parte attiva di una think tank operosa e attenta, davvero diversa da tutto il resto».
Tra i clienti di Web Side story e di Yes I am ci sono anche Medici senza frontiere e Unicef presi di mira proprio dagli attivisti pentastellati nella campagna anti-Ong
Tra i clienti di Web Side story e di Yes I am ci sono anche Medici senza frontiere e Unicef presi di mira proprio dagli attivisti pentastellati nella campagna anti-Ong in stile Lega sferrata dal Movimento. «Le Ong sono accusate di un fatto gravissimo, sia dai rapporti Frontex che dalla magistratura, di essere in combutta con i trafficanti di uomini, con gli scafisti, e addirittura, in un caso e in un rapporto, di aver trasportato criminali», aveva attaccato lo scorso aprile il vice presidente della Camera Luigi Di Maio sollevando la reazione proprio di Msf.
«VERGOGNOSE ACCUSE DALLA POLITICA». «Le accuse contro le Ong in mare sono vergognose», aveva risposto il presidente dell'associazione Loris De Filippi, «ed è ancora più vergognoso che siano esponenti della politica a portarle avanti, attraverso dichiarazioni false che alimentano l’odio e discreditano Ong che hanno come unico obiettivo quello di salvare vite». Lo shit storm del web non aveva risparmiato nemmeno l'agenzia delle Nazioni unite di cui, tra l'altro, il responsabile alle Relazioni istituzionali di Di MaioVincenzo Spadafora è stato garante per l'infanzia e l'adolescenza. Buffo che i detrattori delle Ong condividano con una di esse la società di consulenza.

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