venerdì 7 luglio 2017

Ecco perché De Masi è diventato grillino.

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Il M5s ha infatti commissionato al sociologo Domenico De Masi lo studio “Lavoro 2025” che è stato illustrato a gennaio 
 
La politica low-cost. Il movimento francescano. L’attivismo a costo zero. Questo è quanto da sempre predica il M5s, ma se si va a spulciare il rendiconto di esercizio per il 2016 del gruppo del Movimento alla Camera, si scopre che i grillini spendono. C’è infatti un disavanzo di gestione pari a 484.564 euro, che porta il patrimonio netto totale a 2 milioni e 173mila euro, a fronte dei 2 milioni e 658mila dell’esercizio precedente. Insomma si spende. Ed anche parecchio. Nulla di illegale, certo. Ma sicuramente l’incoerenza c’è. Soprattutto si nota l’impennata per alcune iniziative.
A pesare sulle casse del Movimento 5 Stelle sono soprattutto le spese per le ricerche e i servizi per la comunicazione, che, come si legge nella relazione al rendiconto chiuso lo scorso 31 dicembre, hanno subito un incremento del 375%, passando dai 109mila euro del 2015 ai 522mila del 2016.
Gli eventi di comunicazione e la promozione dell’attività dei parlamentari assorbono infatti parecchi fondi. In particolare spiccano le spese sostenute per un convegno che si è tenuto a gennaio.  Il M5s ha infatti commissionato al sociologo Domenico De Masi lo studio “Lavoro 2025” per cercare di indicare le direttrici del futuro del mercato del lavoro nei prossimi dieci anni. I risultati dello studio di De Masi (che ha anche pubblicato un nuovo libro, dal titolo: “Lavorare gratis, lavorare tutti – Perché il futuro è dei disoccupati“) sono stati presentati alla Camera dei Deputati.
de masi
Si tratta, quindi, di soldi che che arrivano dalla istituzione (e quindi dai contribuenti) visto che l’iniziativa è stata finanziata dal gruppo parlamentare della Camera dei Deputati del Movimento 5 Stelle.
Ecco solo questa iniziativa è costata complessivamente 56.771 euro. Anche per la campagna per il No al referendum si è speso parecchio. Solo per la Camera 354 mila euro. Nel 2010 Grillo si vantava: “Il costo della campagna elettorale in 5 regioni è stato di 40.000 euro”. Bene, ora ha speso più di quella cifra in una sola iniziativa. Quindi perché continuare a sostenere e far credere che basti un post social o un viaggio in scooter o in treno per fare politica concretamente?
La politica a costo zero ( o tendente allo zero) che veniva teorizzata ed era l’obiettivo dai grillini ormai è solo un lontano, lontanissimo ricordo.

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