Il magistrato sarà sentito oggi dai pubblici ministeri di Roma che indagano sulla fuga di notizie. L'ipotesi del reato insieme a Federica Sciarelli e la fonte di Marco Lillo
Henry John Woodcock sarà ascoltato oggi come indagato dalla procura di Roma. Il magistrato che ha iniziato l’inchiesta CONSIP è accusato della fuga di notizie che nei giorni 20, 21, 22 dicembre ha portato a conoscenza del pubblico attraverso gli articoli di Marco Lillo sul Fatto Quotidiano delle indagini su Luca Lotti, Emanuele Saltalamacchia e Tullio Del Sette.
L’interrogatorio di Henry John Woodcock
Woodcock sarà sentito da Paolo Ielo e Mario Palazzi e dal capo della procura Giuseppe Pignatone, probabilmente lontano da Piazzale Clodio dove si preannuncia una gran ressa di cronisti. Woodcock avrebbe agito “tramite Federica Sciarelli”, la sua compagna, anche lei indagata: i tabulati dimostrano contatti telefonici tra lei e Lillo in quei giorni. Nel dicembre scorso, non appena il fascicolo è passato per competenza da Napoli a Roma, con i nomi del comandante dei carabinieri Tullio Del Sette e del ministro Luca Lotti iscritti sul registro degli indagati per rivelazione di segreto e favoreggiamento nell’ambito dell’indagine sugli appalti Consip, la notizia è finita sulla prima pagina del quotidiano Il Fatto. Completa del particolare sul trasferimento degli atti nella Capitale.
Un sincronismo che ha indispettito non poco gli inquirenti romani, anche perché foriero delle abituali polemiche su ogni indagine che sfiora la politica (e in questo caso si andava dritti sull’entourage di Matteo Renzi, oltre che sul padre Tiziano), con gli inquisiti pronti a correre in Procura per smentire ogni coinvolgimento. Ora, come è possibile notare a prima vista, nell’articolo del 21 dicembre non si parla di Tullio Del Sette e Luca Lotti iscritti nel registro degli indagati. A Del Sette tocca l’onore di arrivare in prima pagina il giorno successivo, 22 dicembre. Quell’articolo si conclude così: «La soffiata a Roma ha avuto un effetto a Rignano? E chi andava in giro a svelare notizie riservate voleva favorire e salvare solo la Consip o qualcun altro? A queste domande dovrà rispondere la Procura di Napoli. O quella di Roma se, come appare probabile, il fascicolo sarà trasferito per ragioni di competenza territoriale».
La fonte di Marco Lillo
La notizia del trasferimento dell’indagine viene data per certa il giorno successivo, quando compare sul quotidiano anche l’iscrizione nel registro degli indagati di Luca Lotti, il vero grande nome dell’inchiesta CONSIP. Proprio il 23 dicembre Marco Lillo scrive “E l’inchiesta passa a Pignatone”.
E a questo proposito un indizio su chi potrebbe essere la vera fonte lo fornisce la stessa Federica Sciarelli in un articolo pubblicato su La Verità a firma di Giacomo Amadori, che per primo parlò dell’affare CONSIP raccontando di un’inchiesta che veniva da Napoli e che preoccupava Tiziano Renzi, basandosi evidentemente su fonti toscane. «Quel giorno Lillo ha telefonato a me e io ho telefonato a Henry. Risultato: hanno indagato me ed Henry. Secondo me lui fa la telefonata a noi e poi contatta la vera fonte…», avrebbe detto la Sciarelli ad Amadori. E ancora: «Mi dicono che tutti sanno chi sia stato, che è stato un carabiniere… Lillo non lo può rivelare? Ho capito, ma quello a noi ci ha messo nella m…a».
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