giovedì 6 luglio 2017

Renzi passa con 1 voto contrario e chiude il discorso-alleanze

Pd
Renzi_Direzione (13)
Il duello con Franceschini. In autunno conferenza programmatica 
 
Finisce che passa la relazione di Matteo Renzi con un solo voto contrario e con l’area Orlando che non partecipa al voto questa direzione a porte chiuse (dopo anni), una modalità che aveva seminato il dubbio che lo streaming andasse evitato per lavare i panni sporchi in famiglia.
E invece c’è stata una discussione politica anche molto esplicita ma senza chissà quali sconquassi. In estrema sintesi, il match è stato fra il segretario tutto concentrato sulle cose da fare, già nei panni del protagonista di una campagna elettorale “di dieci mesi” e attento a non perdere tempo in discussioni giudicate infruttuose (“interessano da 3 a 300 persone”); e dall’altra parte Dario Franceschini, che non vuole passare per sabotatore mari vendica il diritto a dissentire: “Da soli non vinciamo”.
Nella replica, molto determinata, Renzi ha spiegato che parlare delle coalizioni oggi è solo “un grande regalo al centrodestra”, giacché fra Berlusconi e Salvini è aperta la questione della leadership.
Aprendo i lavori, dopo  aver salutato la portoghese Maria Joao Rodriguez, che dalla scorsa settimana è al vertice della Feps al posto di Massimo D’Alema (e chi vuole capire capisca…), Renzi è stato, a quanto si è appreso, abbastanza tranchant sul dibattito interno e anche sulla prospettiva delle singole personalità del partito: “Non sono interessato né alla mia né alla vostra carriera ma a portare il Pd in alto. Lo dico senza polemica e con tutto il rispetto: non mi interessa cosa farete voi nella prossima legislatura”.
Il segretario del Pd si assesta su un’altra posizione: “Il partito torni tra la gente ad ascoltare, raccogliere suggerimenti, raccontare i risultati. Perché soltanto la concretezza dei risultati permette di sognare”. E per questo Renzi ha elogiato il numero odierno di Democratica che racconta dell’esperienza di Bagnoli: “I dati economici del Sud sono confortanti e bene ha fatto oggi Democratica a mettere in risalto le tante iniziative del Pd sul Mezzogiorno, a partire da Bagnoli”. Sottolineando però che “l’Italia vede segnali di ripresa ancora non omogenei sul territorio”.
Dunque, concretezza, ascolto e risultati. E un risultato dovrà essere l’approvazione della legge sullo Ius soli che è un principio di civiltà: “Dobbiamo andare avanti”, ha detto Renzi confermando implicitamente che per il Pd si può porre la fiducia.
Franceschini ha detto la sua: “E’ sbagliata la contrapposizione: o si parla di contenuti o si parla di alleanze. Non ci si può non occupare di alleanze. Magari non è l’argomento con cui dovremo andare a parlare al Paese, lo dice uno che per il 95% si occupa dei contenuti del ministero”. E ancora: “A Padova abbiamo vinto ma il Pd ha preso il 13%: siamo un po’ lontani dal poter vincere da soli. Servono le proposte, serve la forza leader, serve l’azione di governo, serve l’organizzazione, ma servono gli altri, servono le alleanze”.
Quello di Franceschini – viene riferito – è stato un intervento a tratti duro: “Ho il diritto di parlare. E per fortuna non c’è lo streaming…”. E ha aggiunto: “Un segretario ascolta la comunità, la tiene insieme con pazienza, senza vedere dietro il pensiero di chi la pensa diversamente un tradimento o un complotto”.
Critico anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando:  “Vogliamo continuare a discutere o ogni volta che qualcuno solleva una questione lo si deve additare come quello che vuole far perdere il Pd”.  “Noi riconosciamo il risultato del Congresso e il principio di maggioranza – prosegue l’ex candidato alla segreteria dem – Dopo ogni discussione ci atterremo alle decisioni, ma vorremmo che le discussioni fossero vere“.
Pronta la replica del segretario: “Capisco che Orlando voglia aiutare Pisapia. Io però voglio aiutare il Pd”, dice Renzi, concludendo la direzione del Pd. E aggiunge: “Vogliamo fare la campagna elettorale per il Pd o vogliamo parlare degli altri?“.
Poi il segretario del Pd ha proposto di tenere in autunno una conferenza programmatica (“La proposta non ha il copyright di Orlando, l’abbiamo detto,prima di lui”), cioè “un bel momento di approfondimento”, dopo aver girato il Paese con il famoso treno.
Dunque, concretezza e ripresa del rapporto con la società più che dibattiti politicisi: “Io condivido tutto quello che ha detto oggi Franceschini. È vero, Prodi e Letta hanno governato con maggioranze spurie, è una cosa banale dirlo. La discussione vera è un’altra. Fuori di qui il mondo vero non è interessato a questo”.
E infine, duro sull’Europa: “Se  ci sono paesi europei che non accolgono migranti, noi italiani in sede di discussione del bilancio europeo diremo che i nostri soldi all’Ue non devono andare a quei paesi”. In chiusura della Direzione Pd di oggi Renzi avverte nuovamente l’Europa. “Mettere il veto sul fiscal compact – spiega il segretario dem – è una cosa grande: essere coerenti con questo è richiamare la Ue a fare ciò che deve. E ho l’impressione che questa discussione sia molto più corposa della discussione sulle alleanze”.

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