Spese pazze in Regione con i rimborsi illeciti: il pm chiede le condanne
Requisitoria del pm al processo sui "rimborsi allegri" per i consiglieri regionali. Tra gli imputati anche il "Trota" e Nicole Minetti
Arrivano le richieste del pubblico ministero al processo sulle "spese pazze" in Regione Lombardia, che coinvolge numerosi ex consiglieri regionali (alcuni ancora in carica, però per fatti delle precedenti legislature) ed ex assessori. Tutto ruota intorno ai rimborsi che venivano assegnati ai gruppi consiliari del Pirellone.
Per Renzo Bossi, figlio del fondatore della Lega Nord Umberto, il pm ha chiesto due anni e dieci mesi, mentre la richiesta è leggermente inferiore (due anni e due mesi) per Nicole Minetti, igienista dentale ed ex consigliera regionale del Popolo della Libertà, nonché (ma non c'entra col processo in questione) organizzatrice delle note "cene eleganti di Arcore" con giovanissime ragazze.
Sei anni sono stati chiesti per l'ex consigliere regionale Stefano Galli e quattro anni per Davide Boni, ex presidente del consiglio regionale. Si tratta delle due richieste più alte da parte del pm. Entrambi sono della Lega Nord: Boni è attualmente segretario comunale del partito a Milano.
Gli imputati rispondono per lo più di peculato: alcuni anche di truffa. Secondo il pm Paolo Filippini, l'illiceità va riscontrata nel fatto che - nell'indennità di consigliere regionale - è già previsto un rimborso omnicomprensivo di seimila euro al mese, e che da questo punto di vista tutte le spese analizzate durante le indagini e il processo sono illecite, sia quelle al fast food sia quelle in ristoranti di lusso.
Il pm ha poi chiesto l'assoluzione per l'ex assessore del Pdl Massmo Ponzoni, mentre prima della requisitoria l'attuale capogruppo del Carroccio Massimiliano Romeo ha rilasciato dichiarazioni spontanee nelle quali ha precisato di avere già restituito il dovuto, come quantificato dalla Corte dei Conti, e che si trattava comunque, nel suo caso, di "cene con scopi politici".
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