La cosa più straordinario del mio amato paese è che i radical chic, quelli di sinistra di sinistra di sinistra che più sinistra non si può (Minoranza PD, Sinistra Italiana, Sindacalisti nullafacenti, Studenti medi che criticano Renzi ma non dicono niente sulla pensione del segretario della UIL, scrittori di giornali scolastici filo minoranza PD che scrivono contro Renzi ma non dicono mai quanto guadagna l'attuale segretaria della CISL al mese, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, ecc. ecc.) riescono ad essere contro Trump e contemporaneamente contro Renzi che ha messo in atto una politica sociale ed economica completamente opposta rispetto a Trump. In Italia questi grandi intellettuali provinciali fanno esercizio di retorica abituati ad un popolo bue. Se si spostassero leggermente più a nord dell'Europa in direzione ovest i loro articoli farebbero ridere anche i portalettere ( che ormai in alcuni paesi del nord Europa non esistono più). Viva l'Italia degli intellettuali radical chic che ogni tre parole citano un autore di un libro che non hanno mai letto.

I “lombardi” della Lombardi. La figuraccia della deputata M5S con Iacoboni (e non solo)

M5S

In un esposto presentato all’Odg del Lazio, la grillina Roberta Lombardi contestava articoli che non parlavano di lei e che non ha nemmeno letto

 

Jacopo Iacoboni, giornalista de La Stampa ha raccontato per filo e per segno dell’esposto per cui  il 6 febbraio ha ricevuto una convocazione dal Consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti del Lazio. L’esposto presentato dalla deputata del M5S Roberta Lombardi contestata la violazione di due articoli del codice deontologico, il 2 e il 9.  Sotto accusa – racconta il giornalista de La Stampa -“numerosi articoli” dove avrebbe riportato, secondo l’esposto che però non indicava i passaggi incriminati, “notizie false e tendenziose “dando più volte “notizia di accuse che hanno danneggiato la reputazione e la dignità” della Lombardi e del M5S, senza interpellarla o darle diritto di replica.

L’iniziativa della Lombardi si inseriva nella scia dell’attacco dei Cinquestelle  (in particolare di Luigi Di Maio) contro i media che avevano parlato dei numerosi scandali della giunta Raggi.

 Gli articoli contestati da Roberta Lombardi erano 35 ma in cinque di questi articoli non si parlava neanche di lei, né del M5S, ma compariva la parola, svela Iacoboni, “lombardi” nel senso di “cittadini lombardi”.

Insomma pare che il M5S abbia fatto una ricerca generica digitando la parola chiave lombardi associata a iacoboni senza nemmeno controllare il contenuto.

“Già questo basterebbe per farsi una bella risata – scrive il giornalista della Stampa – archiviare tutto e sottolineare il livello di approssimazione e intimidazione grillina: la sciatteria è spesso, nella storia, l’altra faccia della violenza”.

Il 23 febbraio comunque sull’esposto hanno sentenziato che “non c’è stata alcuna violazione del testo unico dei doveri (art 9 e art 2)” e il procedimento è stato archiviato, perché infondato in fatto e in diritto.