Da quando gli hanno tolto il Noe Travaglio è a secco di soffiate
Lo scoop di oggi: il governo telefonava alla Consip, sua stazione appaltante
Il soufflé partenopeo dell’inchiesta Consip si sta rapidamente sgonfiando, come quasi sempre accade alle inchieste di Henry John Woodcock (non prima naturalmente di aver infangato qualche innocente e picconato quanto basta l’ordinamento democratico e la fiducia nelle istituzioni), e il povero Marco Travaglio appare letteralmente in preda al panico.
Come se non bastasse, il Direttore di Bronzo è a secco di soffiate, ora che la Procura di Roma ha estromesso il Noe di Woodcock dall’inchiesta, e l’idea di doversi confrontare con i fatti e con la realtà, anziché con le manipolazioni di atti coperti dal segreto istruttorio, lo fa letteralmente impazzire.
Non sapendo come riempire il giornale, il Direttore di Bronzo oggi scartabella fra i rifiuti del Noe e pubblica con grande evidenza in prima pagina – come se fosse una notizia: e questo conferma quanto Travaglio stia davvero male – un’altra intercettazione di Luigi Marroni, l’ad della Consip, relativa ad un altro caso che non c’entra nulla con Romeo.
La sensazionale rivelazione del Fatto è così sintetizzata nel titolo: “Mi hanno telefonato da Palazzo Chigi”.
Proprio così, avete letto bene: l’amministratore delegato della Consip, la stazione appaltante della pubblica amministrazione, ha ricevuto una telefonata da qualcuno che lavora alla presidenza del Consiglio. Mica da Totò Riina o dagli alieni, come sarebbe ovvio: no, incredibilmente, sorprendentemente, e di certo con intenti criminosi, Marroni ha ricevuto una telefonata da Palazzo Chigi, così dimostrando oltre ogni ragionevole dubbio – a Woodcock e ai carabinieri del Noe nulla sfugge – che esiste un canale di comunicazione fra il governo e la sua stazione appaltante. Roba da ergastolo.
Come da ergastolo, o forse persino da fucilazione, è per Travaglio la decisione della Procura di Roma di eliminare il Noe dalle indagini per le ripetute fughe di notizie dei giorni scorsi.
L’argomentazione del Direttore di Bronzo è semplicemente fantastica: la Procura di Roma “punisce per le fughe di notizie il Noe dei Carabinieri e affida l’inchiesta al Nucleo Investigativo dell’Arma, comandata però da due generali indagati per rivelazione di segreti e favoreggiamento degli inquisiti”. I carabinieri insomma non potrebbero indagare perché sarebbero a loro volta indagati – ma soltanto quelli del Nucleo investigativo scelti dalla Procura di Roma, perché invece quelli del Noe scelti da Woodcock possono fare ciò che vogliono, compreso indagare i loro comandanti e poi raccontarlo ai giornali prima che agli interessati.
Se vi è venuto il capogiro, non preoccupatevi: sono soltanto parole profuse in abbondanza per influenzare le menti deboli, fare un po’ di caciara e nascondere l’ennesimo insuccesso mediatico-giudiziario dei soliti noti.
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