Pd, la scissione ora è più vicina. Renzi accelera su congresso e dimissioni
La minoranza Dem pensa al nuovo Ulivo
La scissione del Pd è sempre più vicina: il segretario Matteo Renzi accelera verso congresso, pensando di dimettersi e mantenere il ruolo di reggente per l’ordinaria amministrazione, e la minoranza comincia a valutare l’ipotesi di far nascere un nuovo Ulivo. Dopo la direzione nazionale di lunedì (e in vista dell’assemblea di domenica che aprirà la fase congressuale) non c’è stato alcun riavvicinamento tra le parti.
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IL PIANO DI MATTEO RENZI: DIMISSIONI E VOTO A SETTEMBRE
Renzi valuta l’ipotesi di lasciare l’incarico di segretario e restare al timone fino alle primarie: un modo per lanciare un gesto di sfida alla minoranza bersanian-dalemiana e di rilanciare con forza il suo messaggio a governo Gentiloni e al Parlamento per usare il tempo che rimane fino alla fine della legislatura per produrre atti concreti. Oramai è da considerare improbabile il voto anticipato a giugno. Possibile invece che si torni a nuove elezioni politiche a settembre, circa un mese prima che scattino le pensioni per deputati e senatori (che potrebbero diventare uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle per la campagna elettorale in caso di voto a fine legislatura, nel 2018). Una delle ipotesi è di andare alle urne il 24 settembre.
IL PIANO DELLA MINORANZA PD: NUOVO ULIVO
L’ala sinistra del Partito Democratico prepara però un piano diverso. L’ex segretario Pier Luigi Bersani ai cronisti spiega che «un collettivo non può essere un gregge», che «così si va a fondo», che vuole bene «al Pd, manon al PdR, al partito di Renzi», che «la scissione è già avvenuta tra la nostra gente». Qualcuno lavora per ricucire. Altri no. Scrive Giovanna Casadio su Repubblica:
Andrea Orlando, il ministro Guardasigilli che ha strappato con Renzi, stoppando il congresso e chiedendo una più lunga discussione di programma a sua volta tesse la tela sperando in un accordo in extremis. Ma Massimo D’Alema, poco incline a perdite di tempo, sta per cominciare un tour per l’Italia con il suo movimento ConSenso, seme di un nuovo partito della sinistra. D’Alema ha incontrato Nichi Vendola, anche se non andrà al congresso di Sinistra italiano, che nel fine settimana si tiene a Rimini. I vendoliani aspettano a braccia aperte gli scissionisti dem, se scissione ci sarà. L’altra opzione nel futuro di una sinistra divisa è il movimento di Giuliano Pisapia, Campo aperto, che ha il suo battesimo ufficiale a Roma il 13 marzo. «Cosa faremo se ci separiamo? Faremo fino in fondo di tutto per evitare il peggio, però se ce ne dobbiamo fare una ragione allora nascerà un nuovo Ulivo», prevede Roberto Speranza, candidato bersaniano alla segreteria.
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