La parlamentare del Partito Democratico denuncia l'ennesimo caso di sessismo che dimostra come la linea dettata da Grillo sia stata interpretata come un "via libera" agli insulti sessisti nei confronti delle avversarie politiche
Qualche giorno fa tutto l’arco parlamentare ha criticato il quotidiano Libero per il titolo sessista su Virginia Raggi. Il quotidiano di Feltri ha cercato di difendersi spiegando che aveva già utilizzato quel titolo in passato durante il cosiddetto Rubygate senza che nessuno dicesse nulla. In molti invece hanno fatto notare come gli attivisti del partito della Raggi siano soliti indulgere in insulti sessisti quando sono rivolti verso le donne della parte politica avversa. La nuova vittima è la deputata del PD Alessia Morani che in uno dei meme gentisti viene definita “escort” ovvero prostituta.
Il “meme” che definisce escort Alessia Morani
A segnalare l’episodio è la stessa Morani via Facebook e Twitter in un post dove fa anche il nome del presunto autore degli insulti, un attivista Cinque Stelle di nome Antonio Donnarumma. Dal momento che – proprio come la Raggi – la Morani di professione fa l’avvocato l’attacco è totalmente gratuito e immotivato. La questione è leggermente diversa da quella della sindaca di Roma ma solo perché la persona che ha creato il “meme” non dirige una testata giornalistica ma ha solo un profilo Facebook come tanti. La sostanza però è la stessa: la parlamentare (così come ad esempio Laura Boldrini o Maria Elena Boschi prima di lei) viene presa di mira perché donna e perché parlamentare di un altro partito. Non che sia la prima volta che è oggetto di insulti.
Ma questa volta la Morani chiede che Grillo dica qualcosa ai suoi perché è indubbio che il Capo Politico del MoVimento abbia giocato un ruolo fondamentale nel dare la stura a questa gara al commento diffamatorio e all’insulto sessista. Morani ha anche postato una delle tante di Donnarumma con i vari big del MoVimento, ma è chiaro che la prova fotografica non prova alcuna corresponsabilità materiale dei vari Di Maio, Taverna, Raggi e altri che si sono fatti un selfie con l’attivista così come lo fanno con tutti (e ovviamente non si può pretendere che facciano il terzo grado a tutti prima di farsi le foto). Qualche tempo fa la Morani aveva denunciato di aver ricevuto minacce di morte via Facebook da alcuni utenti che invece che criticare nel merito la sua azione politica e le sue posizioni sulla questione dell’immigrazione avevano preferito farle sapere quello che “si sarebbe meritata”.
Quest’ultimo “meme” di propaganda contro la deputata Dem ha iniziato a circolare il sette febbraio ed è stato diffuso anche da altri attivisti e simpatizzanti del M5S, alcune sono donne che evidentemente non si rendono conto che l’immagine non solo è un’offesa alla Morani ma anche a tutte le donne. Perché se oggi è consentito dalle regole non scritte della propaganda pentastellata insultare una donna del Partito Democratico domani potrebbe essere il turno di una donna del MoVimento che esprime opinioni sgradite alla maggioranza.
Evidentemente andare a chiedere l’intervento delle “femministe” o della Boldrini è giustificato solo quando si insulta Virginia Raggi. Per tutto il resto c’è libertà d’azione. E l’unico responsabile dell’istituzionalizzazione dell’insulto sessista è proprio il Capo Politico del MoVimento, ma lui – sapete – è un comico.
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