domenica 12 febbraio 2017

La risposta di Libero: ecco tutte le volte in cui il M5S è stato sessista

Informazione
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Il quotidiano di Feltri “spulcia” nella storia del M5S e tira fuori tutti gli attacchi sessisti e omofobi di Grillo da quando è sceso in politica
 
“Pistola fumanti”. Così Libero decide di aprire l’edizione di oggidopo la bagarre di ieri in seguito al titolo rivolto alla sindaca di Roma, Virginia Raggi. “Quanto chiasso per una ‘patata bollente’, l’occhiello del titolo.
“Gli educati inventori del Vaffaday ci mettono alla gogna e la sinistra si accoda accusandoci si sessismo – si legge nel sommario che accompagna l’editoriale del direttore Vittorio Feltri -. Ma quando riservammo a Ruby la medesima copertina dedicata alla Raggi nessuno si lamento’, Al solito, due pesi e due misure”.
In prima pagina anche un editoriale di Gianluca Veneziani dal titolo “Così i professionisti dell’insulto trattano le rivali politiche”, corredato da un fotomontaggio ripreso dal blog di Grillo che nel 2011 “sbeffeggiava alcuni protagonisti del dibattito sul caso Ruby”, come si legge nella didascalia dell’immagine con Gad Lerner, Mara Carfagna, Nicole Minetti e la stessa Ruby.
Insomma non ci stanno i redattori e il direttore di Libero a passare per quelli che offendono gratuitamente e passano al contrattacco. Libero prende di mira direttamente Beppe Grillo, l’inventore del Vaffa day e soprattutto colui che attraverso tweet al vetriolo e immagini che sfioravano (o superavano) il cattivo gusto.
Il video contro la Boldrini. E via con la lista di personaggi presi di mira dal leader del Movimento 5 Stelle. Si parte con la presidente della Camera Laura Boldrini, quella volta che su Facebook Grillo si chiedeva “cosa succederebbe se ti trovassi la Boldrini in macchina?” e lui linkava un video sotto il quale i commentatori si scatenavano in commenti sessisti. Libero bacchetta contestualmente la Boldrini che ora “dimentica” quell’episodio.
boschiMaria Elena Boschi e Debora Serracchiani. Poi si passa all’ex ministro e ora sottosegretario alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi. Grillo, ricorda Libero, aveva ritwittato un post non proprio sobrio secondo cui il vero lavoro dell’allora ministra delle Riforme era battere sulla strada. Non fu l’unica donna del Pd presa di mira, ci fu anche Debora Serracchiani, accusata sul blog di avere troppi incarichi e rilanciando il tweet offensivo di un militante.
Rosy Bindi. Nel 2012, invece, toccò a Rosy Bindi che fu definita da Grillo “una sessuofobica nonché una povera sfigata che non aveva mai conosciuto i piaceri della carne”. “La Bindi”, scrive Libero “dicevi che aveva problemi di convivenza con il vero amore non ne ha probabilmente mai avuti. Vade retro, Satana. Niente sesso”.
Mara Carfagna, Ruby e Nicole Minetti – E poi si passa anche da Silvio Berlusconi. Il giornale di Feltri ricorda quando Grillo postò un fotomontaggio di dubbio gusto con Mara Carfagna, Ruby e Nicole Minetti che si toccavano in compagnia di Gad Lerner.
Rita Levi Montalcini – Anche il premio Nobel Rita Levi Montalcini è citata nell’articolo di Libero. Nel 2001 l’allora 92enne fu nominata senatrice a vita, ricorda Libero. E Grillo la accusò di aver ricevuto il premio Nobel solo perché al soldo di una casa farmaceutica che le aveva comprato il premio. Per poi chiudere con una pesante offesa.
vendolaNichi Vendola – E Libero prosegue, accusando Grillo di misoginia ma anche di omofobia. La prova portata dal quotidiano è l’attacco contro Nichi Vendola per il suo vitalizio. Prima il post con l’hashtag #BabyVendola, contro la sua baby-pensione, e poi retweet omofobi.

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