Invia per email
Stampa

Un contratto firmato dall’ex direttore generale dell’Ama Giovanni Fiscon con il quale veniva conferito a Paola Muraro l’incarico di consulente in campo giudiziario, a prescindere dal tipo di procedimento penale in cui il dirigente della municipalizzata dei rifiuti fosse incappato nell’esercizio delle sue funzioni. Il documento ma anche i solleciti di Muraro a Fiscon, emersi nelle intercettazioni di Mafia Capitale, per ottenere le consulenze, sono ora al vaglio degli inquirenti. E proprio gli accertamenti sul rapporto preferenziale all’interno di Ama tra Muraro e Fiscon hanno portato alla loro iscrizione nel registro degli indagati per concorso in abuso d’ufficio.

"Il problema a Roma sono questioni come il traffico dei rifiuti non io", ha ribattuto l'assessora all'Ambiente di Roma Paola Muraro interpellata dall'ANSA in merito all'indagine a suo carico per abuso d'ufficio. "Ho visto quello che è successo alla giornalista di Piazza Pulita che è stata aggredita brutalmente: ha toccato quello che a Roma è il traffico dei rifiuti. Gli altri giornalisti vogliono occuparsi di me ma per me questa è la notizia: queste sono le condizioni di chi tocca i rifiuti, è un terreno minatissimo", ha aggiunto. "Se sono tranquilla? Certo, io vado avanti. E credo nella magistratura, ho molta fiducia nel magistrato. Dovete chiedere a giornalisti, leggo anche io quello che leggete voi. Devo dire che sto lavorando bene...se i giornali si riempiono di queste notizie qua..", ha aggiunto l'assessore.

Il sospetto degli inquirenti è che Fiscon, mettendo a disposizione gli emolumenti dell’Ama in favore di Muraro, l’abbia favorita: il contratto nazionale dei dirigenti pubblici, infatti, prevede che le consulenze in ambito giudiziario possano essere pagate dall’azienda pubblica solo nel caso in cui il pubblico ufficiale compia un reato nell’esercizio delle sue funzioni. In sostanza, un dirigente non viene coperto dall’azienda quando si tratta di reati dolosi o con colpa grave. L’accordo stipulato da Muraro con Ama per la consulenza giudiziaria in favore di Fiscon, invece, sarebbe stato stabilito a prescindere dal tipo di reato compiuto.

D’altra parte tale anomalia era stata notata anche dall’ex dg Daniele Filippi, l’uomo che ha sostituito Fiscon in Ama quando nel dicembre 2014 è stato arrestato nell’inchiesta Mafia Capitale. Dopo alcuni mesi dal suo arrivo Filippi aveva rimesso mano alle consulenze, tanto che a Muraro era stato fatto un contratto “omnibus”, che raccoglieva tutti gli ambiti lavorativi e cancellava proprio la clausola che le concedeva la possibilità di assistere giudizialmente Fiscon, a prescindere dalla contestazione che gli fosse stata mossa.

Sul rapporto tra Muraro a Fiscon gli inquirenti sono al lavoro da tempo. Anche perché l’assessora all’Ambiente nei suoi 12 anni in Ama ha ricevuto oltre un milione e 200mila euro. Gli accertamenti dei carabinieri del Noe e le verifiche della procura sono finalizzate a capire se Muraro sia stata più di una semplice consulente esterna — quindi una pseudo-dirigente — e se Fiscon l’abbia agevolata: le intercettazioni captate nell’inchiesta Mafia Capitale, acquisite nel maxi faldone sui rifiuti dal pm Alberto Galanti, potrebbero sciogliere questo
nodo. Nelle telefonate sare sarebbe Muraro a sollecitare di ottenere incarichi e consulenze. La posizione di Muraro potrebbe dunque aggravarsi. . Gli inquirenti sono al lavoro anche sul fronte del tritovagliatore di Rocca Cencia, di proprietà di Cerroni: l’imprenditore patron di Malagrotta indagato proprio in questo filone per associazione per delinquere. L’obiettivo è capire se la dirigenza Ama abbia scelto di avvantaggiare il “Supremo” illegittimamente.