L'amministratore dimissionario è ancora in prorogatio perché il Comune non trova il sostituto. E allora lui si rivolge a Milano...
Alessandro Solidoro è l’ex amministratore unico dell’AMA già da tre settimane: ha rassegnato le dimissioni con Marcello Minenna all’inizio di settembre dopodiché, con senso di responsabilità, ha accettato una prorogatio in carica per lasciare tempo al comune di Roma di trovare il suo successore. Eppure, racconta oggi Repubblica Roma, Virginia Raggi e i suoi non hanno ancora porvveduto e allora lui ha chiamato la Casaleggio per sapere cosa deve fare:
Ieri ha partecipato all’assemblea dei soci sperando di trovare sul tavolo il nome del suo successore, ma la riunione si è chiusa con un nulla di fatto. Per il Campidoglio, infatti, non si è presentato nessuno: a quel punto l’ex amministratore (abbastanza contrariato) e il direttore generale Stefano Bina avrebbero chiamato la Casaleggio Associati per avere novità. Salvo sentirsi rispondere che la sindaca Virginia Raggi e il M5S capitolino sono ancora al lavoro. Che, dopo aver tentato la carta Giancarlo Ceci, starebbero cercando un romano da mettere alla guida dell’azienda. «Siamo in dirittura d’arrivo», spiegano da palazzo Senatorio. Nel frattempo sarà il dg ad avere potere di firma. E a vagliare quegli ordini di servizio con cui l’assessora all’Ambiente Paola Muraro intende dare il via al gran valzer grillino di nomi e poltrone, demansionando parte dei dirigenti di Ama. A ratificare l’ingresso dell’ingegner Stefano Cicerani nella squadra della delegata alla gestione dei rifiuti della sindaca è stata invece la giunta. La delibera, firmata il 16 settembre, varrà al nuovo capo segreteria dell’assessora — già all’opera in azienda al fianco di Muraro nelle scorse settimane — uno stipendio da 55mila euro annui.
Cicerani in passato ha lavorato per l’impianto Rime srl, società della quale il magnate della spazzatura capitolina Manlio Cerroni deteneva quasi metà delle quote:
Ed è stato segretario nazionale dell’Anpar, associazione che riunisce i proprietari degli impianti di riciclaggio dei rifiuti inerti di cui è presidente Paolo Barberi, socio della Ecologica 2000. Un’azienda che ha lavorato per Ama in era Fiscon e in passato interessata all’affitto di un ramo di azienda della 29 giugno di Salvatore Buzzi, il ras delle coop di Mafia Capitale. Serve invece a coprire un «mero errore materiale» la deliberazione numero 38 della giunta Raggi. Il caso in questione è quello di Giuseppe Iacono, membro dello staff dell’assessora alla Semplificazione Flavia Marzano. Il collaboratore, presidente degli Stati generali dell’innovazione, per ora ha incassato meno di quanto avrebbe dovuto. Ecco, allora, la rettifica: all’esperto di open government, come si legge nell’atto, «è stata attribuita la fascia minima della retribuzione prevista dal contratto nazionale di lavoro dei dirigenti degli enti locali anziché la fascia massima». Ora Iacono guadagnerà i quasi 89mila euro annui che gli erano stati promessi a inizio consiliatura. Una conferma in più sulla sorte del tetto salariale chiesto a gran voce dai consiglieri M5S alla giunta: il limite dei 76mila euro, cifra pari allo stipendio di un assessore, è stato di nuovo sfondato dalla giunta. Con buona pace degli eletti grillini.
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