martedì 23 agosto 2016

Tutti gli esponenti degli altri partiti dovrebbero boicottare le trasmissioni nelle quali non vengono invitati tutti. Probabilmente a partire da Omnibus cambieranno atteggiamento non potendo portare in TV solo i grillini.

Tutti fuori, entra Di Battista

Ottiene l’intervista-soliloquio ma sproloquia sulla stampa asservita
di Redazione | 20 Agosto 2016 ore 06:12
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Di Battista (foto LaPresse)
E adesso tutti fuori, che entra Di Battista. E’ successo ancora, ieri a “Omnibus”, su La7. I gentili ospiti della trasmissione, giornalisti e non, sono stati congedati perché, come da accordi presi con lo staff della Casaleggio Associati, cioè con Rocco Casalino, i ragazzi del M5s non devono mai sottoporsi al confronto aperto, e dall’esito imprevedibile, che per tutti gli altri comuni mortali è invece la regola di casa dei talk-show. E infatti mai capita di vedere Luigi Di Maio o Alessandro Di Battista farsi mordere i polpacci in diretta televisiva da qualche giornalista poco amico, che potrebbe – chissà – fare anche qualche domanda vera, magari sui sistemi di democrazia interna al Movimento, sulla campagna del blog totemico contro i vaccini, o sulle frequentazioni del M5s romano con quel Manlio Cerroni, il proprietario inquisito della discarica di Malagrotta, che fino a ieri veniva da loro stessi dipinto con sembianze luciferine. Meglio evitare.

ARTICOLI CORRELATI  Un giorno da talkMa poiché non siamo nati ieri, e ben sappiamo che non sono stati i guru di Casaleggio a scoprire le debolezze del sistema dei media, né a inventare le trasmissioni “cucite su misura”, non vogliamo fare qui la morale ai moralisti (anche se verrebbe voglia). Sono tanti infatti i politici di peso che s’impongono sui giornalisti, sono molti quelli rompono le scatole, sono troppi quelli che pretendono, persino con la carta stampata. Todos caballeros. Va bene. Però solo i grillini, come ha fatto ieri Di Battista, riescono ad andare in tivù da soli, senza contraddittorio e quasi senza domande, e ad avere pure la faccia di bronzo d’esordire lamentandosi della stampa asservita al regime. Geni.

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