La bufala della magnitudo falsata per non pagare i danni ai cittadini
Secondo i complottisti l’Istituto Nazionale di Geofisica avrebbe modificato il dato
ANSA
25/08/2016
FRANCESCO ZAFFARANO
«All’estero parlano di magnitudo 6.2 - scrive Massimo su Twitter - per la legge Monti se non supera 6.1 lo Stato non paga i danni». È l’ultima follia dei complottisti in rete: la magnitudo falsata dall’Istituto Nazionale di Geofisica. La bufala gira in diverse forme ma il messaggio è sempre o stesso: la magnitudo del terremoto che ha colpito il Centro Italia è 6.2 ma il dato diffuso dai media è 6.0 perché una legge del governo Monti fissa a 6.1 la soglia oltre la quale lo Stato è tenuto a sostenere il risarcimento danni per i cittadini. Il governo, secondo i complottisti, avrebbe quindi convinto i sismologi italiani a modificare il dato per non sborsare neanche un euro.
“Falsare la magnitudo per non pagare i cittadini”, la bufala spopola sul web
La bufala, girata già negli scorsi anni addirittura in occasione del terremoto dell’Aquila, si riferisce in questo caso al decreto legge n.59 del 15 maggio 2012, con cui il governo Monti ha riorganizzato la Protezione Civile. L’articolo 2 del decreto, «al fine di consentire l’avvio di un regime assicurativo per la copertura dei rischi derivanti da calamità naturali» esclude «l’intervento statale, anche parziale, per i danni subiti da fabbricati». Ai tempi i giornali di tutto il Paese avevano riassunto così: lo Stato non pagherà più per i danni dei terremoti. Il punto è che il temuto articolo 2 è stato soppresso con la legge n.100 del 12 luglio 2012 (quella che convertiva in norma a tutti gli effetti il decreto legge).
Ma nella bufala che circola in rete ci sono altre due inesattezze che fanno suonare più di un campanello d’allarme. Secondo i complottisti il risarcimento dei danni dipende dalla magnitudo del terremoto. Peccato che i risarcimenti dei danni si calcolino sulla base dell’intensità dei terremoti e non della loro magnitudo: la prima viene calcolata sulla base della scala Mercalli (quella che misura appunto l’intensità sulla base dei danni), la seconda sulla base della scala Richter. Sono due dati diversi e che non sono in relazione l’uno con l’altro. L’esempio classico che fanno i sismologi per distinguere è semplice: un terremoto di magnitudo 7 in mezzo al deserto (e quindi senza manufatti attorno) sta al grado 0 della scala Mercalli, che misura i danni.
L’ultimo errore del messaggio-bufala, poi, è davvero grossolano: la «legge di Monti» viene indicata come una risposta del governo al salasso seguito al terremoto dell’Emilia. Ma i conti non tornano: il decreto legge è stato approvato il 15 maggio del 2012, cinque giorni prima del sisma. La coincidenza non era passata inosservata e in tanti avevano parlato di una beffa che si sommava, così, alla tragedia. I fatti, però, anche qui si scostano dalla fantasiosa interpretazione: dopo il terremoto del 20 maggio 2012, Mario Monti firmò un decreto per garantire la copertura al 100% delle spese per la ricostruzione.
Il complottista impenitente, a questo punto, potrebbe chiedere: ma allora perché all’estero dicono che la magnitudo è 6.2? Semplice, la magnitudo viene calcolata in diversi modi e la rilevazione può cambiare da stazione a stazione. Lo spiega l’Istituto Nazionale di Geofisica sul suo sito, ma sicuramente si tratta di un piano segreto per ingannarci tutti ancora una volta.
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