Per pulire le sponde del Po il Comune dovrà chiedere l’intervento del governo
Il 6 settembre riunione con Arpa, Regione e Ipla
Le alghe sul Po
25/08/2016
LETIZIA TORTELLO
TORINO
Il Comune chiederà aiuto al governo per risolvere l’«emergenza alghe». È convocata per il 6 settembre a Palazzo Civico una riunione tra tutti gli enti che hanno studiato il problema del proliferare del millefoglio acquatico, la pianta invasiva che arriva dal Rio delle Amazzoni e ha infestato il Po: oltre all’amministrazione, con gli assessori all’Ambiente e alla Viabilità, ci saranno Regione, Ipla e Arpa. L’obiettivo è mettere nero su bianco le richieste da fare al ministero, presentando quella del Po come «un’emergenza su cui bisogna intervenire in modo strutturale, per riportare il fiume in salute», dice l’assessora Maria Lapietra.
C’è il millefoglio acquatico, che non accenna ad andarsene, anzi è rispuntato dopo l’intervento di sradicamento operato dal Comune. Intervento «che è comunque servito a togliere il grosso», continua l’assessora. Per questi giorni, la Protezione civile aveva già concordato con il Comune un sopralluogo sott’acqua, per capire se il millefoglio sta crescendo e dove, ma l’ispezione è stata rinviata perché gli agenti sono stati allertati per l’emergenza terremoto. E poi, ci sono molti altri lavori sul Po, che non sono mai stati fatti, se non in misura minima tra ponte e ponte, tra la Gran Madre e corso Vittorio: «Una pulizia del fondale, oggi coperto di fango che rallenta il corso dell’acqua, trasformando il Po in uno stagno e favorendo la proliferazione delle alghe, anche quelle “buone” e nostrane». Tra le prime conseguenze c’è che, nel fiume, resta solo un canale navigabile, quello centrale, un bel problema per i battelli Gtt. L’amministrazione vuole cogliere l’occasione dell’emergenza Miriophyllum per chiedere al governo i fondi per un’azione strutturale. «Il piano di pulizia generale delle sponde non è mai stato fatto - dice ancora Lapietra -. Occorre ridare ossigeno al Po». Oltre al dragaggio, per cui non esiste ancora un preventivo di spesa, allo studio c’è anche l’opzione di intervenire chimicamente sul letto del fiume, per impedire alla pianta «killer» di proliferare. La proposta verrà portata al tavolo con il ministero. «Condivideremo ogni passo con le associazioni ambientaliste», puntualizza Lapietra.
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