«Muraro nella diretta streaming durante il blitz in azienda, mi ha chiesto di usare il tritovagliatore di Cerroni, di portare i rifiuti a un impianto abusivo, indagato, per cui vi è una inchiesta che ha per oggetto truffa ai danni di Ama»
«Il golpe c’è, è mirato a rimuovere chi in Ama crea ostacolo a disegni molto evidenti. Quali? Nei due incontri riservati, di cui abbiamo dato conto alla magistratura, che io e l’ingegner Filippi (ex dg Ama, ndr) abbiamo avuto con l’avvocato Manlio Cerroni presso la sede di AssoAmbiente, è stato molto esplicito. Quando noi rivendicavamo l’autonomia di Ama, il diritto di diventare un’impresa protagonista del ciclo dei rifiuti, lui ci rispondeva: ‘Siete degli illusi, tanto vi cacciano’». Daniele Fortini, presidente di Ama in uscita il 4 agosto ad Agorà su Rai3 oggi ha spiegato la sua versione dei fatti riguardo il golpe dei rifiuti denunciato con audacia e sprezzo del ridicolo ieri dal MoVimento 5 Stelle sul blog di Beppe Grillo.
Paola Muraro: la verità di Fortini sui blitz dell’assessora
E la sua versione dei fatti discolpa la sindaca Virginia Raggi per puntare il dito sull’assessora Paola Murato: «Il Comune può requisire a Manlio Cerroni l’impianto di Rocca Cencia. Non doveva essere costruito in quell’area, ma dentro il perimetro della discarica di Malagrotta. Mi è stato chiesto di portare rifiuti in un impianto abusivo», dice, riferendosi al patto segreto sull’immondizia che Stefano Vignaroli, la stessa Muraro e gli avvocati del gestore del Colari hanno sottoscritto insieme allo stesso Fortini. «Credo che sindaco Raggi sia stata manipolata da iniziative non sue», ha aggiunto. E di chi allora? È facile capirlo quando Fortini ripercorre l’intera vicenda, puntando l’attenzione sulla prima mossa della sindaca e dell’assessora: la visita all’impianto del Colari: «Perché il primo blitz viene fatto a Rocca Cencia e non al Salario? Perché il sindaco e Muraro vanno a Rocca Cencia con la Muraro che dice ‘non c’entro niente, qui ho sempre denunciato che le cose non vanno’? A Rocca Cencia c’è un inchiesta che potrebbe riguardarla, al Salario no». Fortinisottolinea che è l’impianto Tmb del Salario «quello dove abbiamo la crisi più acuta nei rapporti con i cittadini»e dove, secondo il presidente di AMA, «la risposta non può che essere il suo smantellamento perché il sindaco e Muraro non sono andate lì” e invece sono andate “a Rocca Cencia, con la Muraro che dice ‘non c’entro niente, qui ho sempre denunciato che le cose non vanno’ facendolo in diretta streaming e proteggendosi con il sindaco per dirlo a tutti?». E se non fosse abbastanza chiaro, aslla giornalista che gli chiede se intende dire che l’attuale assessore capitolino all’Ambiente Paola Muraro lo caccia per fare gli interessi di Cerroni, lui risponde: «Muraro nella diretta streaming durante il blitz in azienda, mi ha chiesto di usare il tritovagliatore di Cerroni, di portare i rifiuti a un impianto abusivo, indagato, per cui vi è una inchiesta che ha per oggetto truffa ai danni di Ama. Io dico che se si vuole andare in quell’impianto perché lo si ritiene indispensabile (cosa che non è) un’arma c’è: la legge. Può essere requisito in uso dal sindaco: lo togliamo a Cerroni e lo usiamo nell’interesse di Roma. La legge è la 116 del 2014. Portare rifiuti a quell’impianto, senza gara, senza ordinanza, senza un atto legale non è possibile e io non lo farò». Per il presidente dell’Ama «è evidente che ci sono più conflitti di interesse della dottoressa Muraro. E’ evidente che c’è un interesse a togliere di mezzo da Ama quelle persone che in questi anni hanno fatto da ostacolo e impedimento alle pratiche illegali. Io credo che questo disegno non debba essere portato a compimento, auguro all’amministrazione di trovare la forza per correggersi».
La piazzata della Muraro all’AMA
Infine, riferendosi alla piazzata in streaming che l’assessora Muraro ha deciso di fare all’AMA qualche giorno fa, Fortini spiega: «Mi è stato chiesto di produrre nell’arco di 10 giorni una relazione completa per rispondere su 23 quesiti che il sindaco mi chiedeva. Lo abbiamo fatto con una relazione che ha impegnato 14 dirigenti giorno e notte per arrivare il 4 luglio a presentare una relazione di oltre 700 pagine per spiegare a che punto è la situazione. Questa collaborazione, questo mettersi a disposizione della amministrazione sono stati ripagati da un blitz a Rocca Cencia che io penso sia stato strumentalizzato e da un blitz in azienda. Anziché essere invitati a discutere ai tavoli su come risolvere i problemi, noi produciamo documenti, informazioni, notizie e la risposta sono blitz intimidatori. È inaccettabile».
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