Confindustria: crisi, l'Italia ha toccato il fondo
Centro studi di viale Astronomia: nel 2013 Pil -1,9%. In 6 anni persi 700 mila posti. Ma si intravede la risalita.
L'Italia ha toccato il fondo. Sprofondata nella spirale della crisi, al sesto anno di dura recessione può almeno consolarsi: per il centro studi di Confindustria ci sono «nell'economia del Paese qua e là segni di fine caduta e, più aleatorie, indicazioni di svolta».
Insomma un «mazzo misto di evidenze sparse che lascia solo intravedere l'avvio della risalita e non costituisce solide fondamenta per prevederla».
IL 2013 PEGGIO DELLE ATTESE. I dati impietosi dell'Italia in ginocchio sono stati fotografati: le previsioni di metà anno hanno rivisto nettamente al ribasso le stime sul Pil, indicando un calo dell'1,9% per il 2013 (da -1,1%).
Per il 2014 viale Astronomia ha limato le stime di crescita, da +0,6% a +0,5%. Fine del tunnel ogni volta sempe più lontana: «La ripresa è attesa nel quarto trimestre di quest'anno e non più in estate, con un debole recupero». Stime che coincidono con le nuove previsioni sul Pil italiano di Standard & Poor's, riviste al ribasso dal -1,4 al -1,9% nel 2013, per una recessione che «persisterà probabilmente nei prossimi trimestri», e ritoccate dal +0,4 al +0,5% per il 2014.
IN 700 MILA HANNO PERSO IL LAVORO. Il vero dramma è il lavoro. Dalla fine del 2007 ai primi mesi 2013 «le persone che hanno perso l'impiego ammontano a 700 mila».
Numero destinato a salire a «817 mila per la fine del 2014».
Il calo del dato statistico delle unità di lavoro, con Cassa integrazione e riduzioni orarie, «sfiorava 1,7 mln nel primo trimestre 2013 e sfiorerà 1,8 milioni nel secondo 2014».
FISCO INSOSTENIBILE, RECORD AL 44,6% PIL. Confindustria ha, poi, messo nel mirino le tasse: «La pressione fiscale tocca un picco storico nel 2013, 44,6% del Pil, e rimane insostenibilmente elevata nel 2014, specie quella effettiva (53,4% sottratto il sommerso dal denominatore)».
DISOCCUPAZIONE AL 12,4% A FINE 2013, 12,7% A FINE 2014. Secondo le stime, l'aumento delle persone in cerca di lavoro, che nel 2012 si è accentuato anche per la necessità di trovare nuove entrate per i bilanci familiari, porterà il tasso di disoccupazione al 12,4% a fine 2013 (13,9% includendo la Cig) e al 12,7% a fine 2014 (14% con la Cig).
SQUINZI: «TEMO DI PORTAR ROGNA». «Da quando sono presidente di Confindustria ad ogni previsione del nostro Centro studi le stime ci mostrano un quadro peggiore delle precedenti», ha detto Giorgio Squinzi, che ha scherzato con la platea del convegno del centro studi: «È una cosa che mi mette un po' in crisi anche personalmente, non vorrei essere io a portare rogna».
«NESSUNO SI METTA DI TRAVERSO A LETTA». Squinzi ha, però, difeso l'azione del governo: «Non possiamo perdere l'occasione di farlo lavorare alacremente e serenamente, che ha di fronte un percorso difficile, ma nel quale nessuno dovrà mettersi di traverso». Per il leader degli industriali, serve una «prospettiva di stabilità di lungo termine del governo che dia tempo di tracciare e di consolidare un piano di politica economica». Tre, in ogni caso, le priorità consegnate al premier: «Il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione, per un ammontare più elevato visto che il totale sembra arrivato a 100 miliardi; un intervento deciso sul costo del lavoro per ridare competitività alle imprese; infine, l'armonizzazione dell'Imu sulle attività produttive».
Insomma un «mazzo misto di evidenze sparse che lascia solo intravedere l'avvio della risalita e non costituisce solide fondamenta per prevederla».
IL 2013 PEGGIO DELLE ATTESE. I dati impietosi dell'Italia in ginocchio sono stati fotografati: le previsioni di metà anno hanno rivisto nettamente al ribasso le stime sul Pil, indicando un calo dell'1,9% per il 2013 (da -1,1%).
Per il 2014 viale Astronomia ha limato le stime di crescita, da +0,6% a +0,5%. Fine del tunnel ogni volta sempe più lontana: «La ripresa è attesa nel quarto trimestre di quest'anno e non più in estate, con un debole recupero». Stime che coincidono con le nuove previsioni sul Pil italiano di Standard & Poor's, riviste al ribasso dal -1,4 al -1,9% nel 2013, per una recessione che «persisterà probabilmente nei prossimi trimestri», e ritoccate dal +0,4 al +0,5% per il 2014.
IN 700 MILA HANNO PERSO IL LAVORO. Il vero dramma è il lavoro. Dalla fine del 2007 ai primi mesi 2013 «le persone che hanno perso l'impiego ammontano a 700 mila».
Numero destinato a salire a «817 mila per la fine del 2014».
Il calo del dato statistico delle unità di lavoro, con Cassa integrazione e riduzioni orarie, «sfiorava 1,7 mln nel primo trimestre 2013 e sfiorerà 1,8 milioni nel secondo 2014».
FISCO INSOSTENIBILE, RECORD AL 44,6% PIL. Confindustria ha, poi, messo nel mirino le tasse: «La pressione fiscale tocca un picco storico nel 2013, 44,6% del Pil, e rimane insostenibilmente elevata nel 2014, specie quella effettiva (53,4% sottratto il sommerso dal denominatore)».
DISOCCUPAZIONE AL 12,4% A FINE 2013, 12,7% A FINE 2014. Secondo le stime, l'aumento delle persone in cerca di lavoro, che nel 2012 si è accentuato anche per la necessità di trovare nuove entrate per i bilanci familiari, porterà il tasso di disoccupazione al 12,4% a fine 2013 (13,9% includendo la Cig) e al 12,7% a fine 2014 (14% con la Cig).
SQUINZI: «TEMO DI PORTAR ROGNA». «Da quando sono presidente di Confindustria ad ogni previsione del nostro Centro studi le stime ci mostrano un quadro peggiore delle precedenti», ha detto Giorgio Squinzi, che ha scherzato con la platea del convegno del centro studi: «È una cosa che mi mette un po' in crisi anche personalmente, non vorrei essere io a portare rogna».
«NESSUNO SI METTA DI TRAVERSO A LETTA». Squinzi ha, però, difeso l'azione del governo: «Non possiamo perdere l'occasione di farlo lavorare alacremente e serenamente, che ha di fronte un percorso difficile, ma nel quale nessuno dovrà mettersi di traverso». Per il leader degli industriali, serve una «prospettiva di stabilità di lungo termine del governo che dia tempo di tracciare e di consolidare un piano di politica economica». Tre, in ogni caso, le priorità consegnate al premier: «Il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione, per un ammontare più elevato visto che il totale sembra arrivato a 100 miliardi; un intervento deciso sul costo del lavoro per ridare competitività alle imprese; infine, l'armonizzazione dell'Imu sulle attività produttive».
Giovedì, 27 Giugno 2013
1 commento:
Quando diventeremo meno creduloni e più seri?
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