mercoledì 26 giugno 2013

Ancora fuori altri due? E chi rimane? I portavoce e Casaleggio & Grillo.


FUORIUSCITE

Movimento 5 stelle, dissidenti in fuga da Beppe Grillo

Dopo l'addio di Zaccagnini, pronti alla porta anche Tacconi e Casaletto. Le accuse ai giornalisti.

È sempre più difficile, per Beppe Grillo, tenere insieme il Movimento 5 stelle. Oltre alla guerra esterna contro i giornalisti«pennivendoli e gossippari», rimane caldo il fronte del dissenso interno.
Se n’è già andato Adriano Zaccagnini. Ora dovrebbe essere la volta di Alessio Tacconi, deputato, e Monica Casaletto, senatrice, secondo quanto riportato dalFatto Quotidiano. E l'addio volontario pare quasi aver sollevato l'ex comico: «Nessuna espulsione, se ne andranno loro. Quelli che conosciamo, quelli della diaria e degli accordi col Pd», aveva commentato.
TACCONI VUOLE UNA DEROGA.Tacconi ha spiegato che la sua è una questione di soldi e che è contro il dimezzamento dello stipendio: «Ho sollecitato il capogruppo Riccardo Nuti. Gli ho fatto presente che le spese vive della mia famiglia superano i 5 mila euro lordi che dovrei percepire, stabiliti dall’interpretazione restrittiva che è stata fatta rispetto al Codice di comportamento», ha detto.
«Ho sollecitato affinché il mio caso fosse valutato, perché potessi continuare a mantenere la mia famiglia e restare nel M5s nelle modalità decise dall’assemblea dei parlamentari».
LA QUESTIONE DEI SOLDI. Insomma Tacconi, che vive tra la Svizzera e Roma, vorrebbe una deroga ad personam per potersi mantenere. La sua richiesta non è neanche stata presa in considerazione.
Perché sul discorso dei soldi Grillo è ferreo. «Era stato deciso prima delle candidature, è stato riproposto in campagna elettorale, e su questa strada andiamo avanti. Non si tradisce il mandato degli elettori su un argomento così serio».
L'ALLEANZA NEGATA AL PD. Per qualcun altro, invece, le motivazioni sono strettamente politiche. Dentro al Movimento 5 stelle molti sono rimasti convinta che si dovesse aprire un tavolo col centrosinistra. Ma anche questa questione non è in discussione: «Il centrosinistra è il Pdmenoelle, chi vuole andare verrà accolto a braccia aperte».
DA PINNA A CASALETTO. A seguire Zaccagnini e Tacconi, dovrebbe esserci Monica Casaletto, senatrice lombarda, da tempo in rotta di collisione coi vertici. Ma non è sola. Nel gruppo dei dissidenti, ci sono anche altri che sono intenzionati a prendere presto la porta.
Come Paola Pinna, sarda, arrivata a un passo dalla gogna. Il suo nome era già pronto, poi Grillo e Casaleggio hanno frenato per opportunità. Lei non dice apertamente di volersene andare, aspetta di capire se c’è una possibilità (e i numeri) per formare un gruppo con gli altri che dovrebbe contare su 20 deputati e 10 senatori. E per ora la possibilità non c’è: quelli che alla fine usciranno potrebbero essere 20 in tutto.
I DUBBI DI GRANDE. Non di più. Sta per prendere una decisione anche Marta Grande, 25 anni, la più giovane. Qualcuno, a febbraio, l’aveva anche indicata come possibile presidente della Camera. Ma è rimasta una intuizione poco reale.
Mercoledì, 26 Giugno 2013

1 commento:

Unknown ha detto...

Houston abbiamo più di un problema. Anzi abbiamo parecchi problemi.

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...