Ong, quando per il M5s il Moas era un ente benefico
Nel 2015 l'europarlamentare 5 stelle Corrao a bordo della Phoenix raccontava l'opera meritoria dell'organizzazione dei maltesi Catrambone. Ora nel mirino di Grillo e Di Maio.
Niente da fare, la polemica sulle Ong taxi del Mediterraneo è un piatto ricco per il Movimento 5 stelle che non molla la presa. Anzi, raddoppia. Luigi Di Maio in testa rilancia l'hashtag #rispettoPerZuccaro e cioè il pm di Catania che lancia accuse alle organizzazioni senza poter, dice, mostrare le prove. «Sul caso Ong il sistema sta reagendo in modo scomposto», scrive su Facebook il vicepresidente della Camera. «Evidentemente si è aperto un vaso di Pandora. Ora dobbiamo capire fino in fondo cosa sia stato nascosto ai cittadini italiani sulle operazioni nel Mediterraneo. Gli scafisti hanno contatti con alcune ONG? Le finanziano? Dei 180 mila migranti entrati in Italia nel 2016, quanti sono stati traghettati in Italia e quanti invece sono stati salvati?». E poi l'appello per Zuccaro, nuovo eroe pentastellato. Nonostante il caso sia finito al Csm.
Di più. Il Blog apre citando un articolo dell'odiato (almeno quando si occupa di Virginia Raggi e delle beghe capitoline) Messaggero, in cui viene fatto il punto sulle Ong che nel Mediterraneo operano. Scorrendo la lista ci si imbatte nella maltese e «controversa Moas (Migrant Offshore Aid Station) con le Phoenix e Topaz Responder».
QUANDO IL MOAS ERA SOSTENUTO DAL M5S. Ma non era proprio la Phoenix sulla quale nel settembre 2015 si faceva immortalare l'europarlamentare pentastellato Ignazio Corrao insieme con Regina Catrambone? Scorrendo il blog del grillino siciliano i dubbi si sciolgono. A scovare il vecchio link Gino Pino su Facebook, a dimostrazione che la Rete non perdona né dimentica. «La storia che vi sto per raccontare è una storia veramente eccezionale che ho potuto toccare con mano ieri a largo di Lampedusa», scriveva Corrao chiedendo ai lettori la stessa attenzione che il collega Di Maio invoca per Zuccaro e le sue denunce. «Ascoltatela con attenzione perché è una storia che va in totale controtendenza con la disarmante avidità con cui conviviamo ogni giorno», continuava l'europarlamentare. «È una storia positiva, una di quelle storie che ci fa credere che esiste speranza negli uomini in questo mondo».
QUANDO IL MOAS ERA SOSTENUTO DAL M5S. Ma non era proprio la Phoenix sulla quale nel settembre 2015 si faceva immortalare l'europarlamentare pentastellato Ignazio Corrao insieme con Regina Catrambone? Scorrendo il blog del grillino siciliano i dubbi si sciolgono. A scovare il vecchio link Gino Pino su Facebook, a dimostrazione che la Rete non perdona né dimentica. «La storia che vi sto per raccontare è una storia veramente eccezionale che ho potuto toccare con mano ieri a largo di Lampedusa», scriveva Corrao chiedendo ai lettori la stessa attenzione che il collega Di Maio invoca per Zuccaro e le sue denunce. «Ascoltatela con attenzione perché è una storia che va in totale controtendenza con la disarmante avidità con cui conviviamo ogni giorno», continuava l'europarlamentare. «È una storia positiva, una di quelle storie che ci fa credere che esiste speranza negli uomini in questo mondo».
«La nave che vedete nella foto è la Phoenix», spiegava Corrao, «e la signora che è con me si chiama Regina Catrambone ed è originaria di Reggio Calabria. Lei e suo marito Christofer, statunitense, hanno deciso di trasferirsi a Malta (anche se stanno spesso a bordo) ed impiegare le proprie risorse private per salvare le vite dei migranti nel mar Mediterraneo. Si, avete capito bene, usano soldi privati per salvare vite umane. MIGLIAIA DI VITE UMANE» (in maiuscolo). Dunque un'opera meritoria e non delinquenziale come invece sostengono Beppe Grillo e Di Maio. Di più: «La nave dei coniugi Catrambone è la prima imbarcazione di salvataggio finanziata interamente da privati e appartiene al Migrant offshore aid station (Moas) che fa quello che gli Stati non fanno, ossia ricerca e salvataggio nel mar Mediterraneo. Sulla Phoenix ci sono due gommoni, due droni-elicottero, presidi sanitari e di prima accoglienza e la presenza nell’equipaggio di Medici senza Frontiere. L’equipaggio sta a bordo per mesi, vive costantemente alla ricerca del salvataggio di vite umane».
LA RICHIESTA DI FINANZIAMENTI. E poi arriva la parte finanziamenti, quella su cui Di Maio - testuale - vuole andare «fino in fondo». «Chiaramente una missione del genere ha un costo ingente (circa 12 mila euro al mese oltre all’investimento iniziale per la Phoenix», faceva notare Corrao, «e a causa dell’esaurimento delle risorse private dei Catrambone la missione era stata interrotta. Per poi fortunatamente riprendere grazie all’ingresso di nuovi soci e donazioni. Siamo stati ospiti sulla Phoenix e abbiamo intervistato Regina, che ci ha spiegato come secondo lei e suo marito è normalissimo che i privati facciano quello che le istituzioni non riescono a fare…». Insomma: è normalissimo che i privati facciano ciò che il pubblico non riesce a realizzare. Per cui perché non aiutare questa opera benemerita? «Per chi volesse saperne di più, e magari dare il suo contributo, sul sito del Moas c’è sia il contatore delle vite umane salvate (l’ultimo display ne conta più di 11.100) sia il contatore del crowdfunding, oltre alla analitica spiegazione di come si svolgono le missioni…». Per fare luce sul presunto business delle Ong Di Maio avrebbe potuto chiedere all'amico Corrao che su quella nave c'era stato e addirittura aveva intervistato Regina Catrambone ora accusata di fare soldi sulla "pelle di poveracci" in combutta con gli scafisti.
LA RICHIESTA DI FINANZIAMENTI. E poi arriva la parte finanziamenti, quella su cui Di Maio - testuale - vuole andare «fino in fondo». «Chiaramente una missione del genere ha un costo ingente (circa 12 mila euro al mese oltre all’investimento iniziale per la Phoenix», faceva notare Corrao, «e a causa dell’esaurimento delle risorse private dei Catrambone la missione era stata interrotta. Per poi fortunatamente riprendere grazie all’ingresso di nuovi soci e donazioni. Siamo stati ospiti sulla Phoenix e abbiamo intervistato Regina, che ci ha spiegato come secondo lei e suo marito è normalissimo che i privati facciano quello che le istituzioni non riescono a fare…». Insomma: è normalissimo che i privati facciano ciò che il pubblico non riesce a realizzare. Per cui perché non aiutare questa opera benemerita? «Per chi volesse saperne di più, e magari dare il suo contributo, sul sito del Moas c’è sia il contatore delle vite umane salvate (l’ultimo display ne conta più di 11.100) sia il contatore del crowdfunding, oltre alla analitica spiegazione di come si svolgono le missioni…». Per fare luce sul presunto business delle Ong Di Maio avrebbe potuto chiedere all'amico Corrao che su quella nave c'era stato e addirittura aveva intervistato Regina Catrambone ora accusata di fare soldi sulla "pelle di poveracci" in combutta con gli scafisti.
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