giovedì 27 aprile 2017

Per colpa di Grillo (e di Travaglio) siamo meno liberi

Il Fattone
grillo-travaglio
La denuncia di Reporter sans frontieres fa infuriare il Direttore del Fatto Quotidiano
 
Dagli altari alla polvere, senza appello e senza scampo: ieri Marco Travaglio ha letto sul blog di Grillo che Grillo è arrabbiato con Reporter senza frontiere, l’ong francese che monitora da anni le condizioni della libertà di stampa nel mondo, e si è subito allineato: un durissimo editoriale condito con le abituali falsificazioni (ci siamo stufati di elencarle), e un’intera pagina di insulti.
Il rapporto di Rsf, sentenzia il Falso Quotidiano, è “farlocco e lacunoso”, è “antiscientifico”, “è semplicemente inutile” (ma allora perché ve la prendete tanto?), è – non ridete – “un sondaggio d’opinione realizzato tra ‘esperti’ anonimi” senza “alcun criterio oggettivo di classificazione” – mentre gli articoli del Falso, com’è noto, vengono preparati nei laboratori del Mit sotto il controllo di una commissione internazionale di scienziati.
Perbacco. Fino a ieri le classifiche di Reporter senza frontiere venivano quotidianamente sbandierate dai solerti segugi del Falso quotidiano e dai mazzieri del Sacro Blog per dimostrare che in Italia di libertà ce n’è poca perché il noto complotto demoplutogiudaico ordito da Renzusconi ha trasformato il paese in una specie di Corea del Nord.
Ma se Rsf osa dire e scrivere nero su bianco ciò che tutti sanno – e cioè che i mazzieri grillini costituiscono una serio pericolo per la libertà di stampa perché sistematicamente insultano e minacciano i (pochi) giornalisti non allineati con la Casaleggio Associati srl – il Direttore di Bronzo è più veloce della luce nel capovolgere il giudizio, e Reporter senza frontiere diventa a sua volta uno strumento dell’infame regime dittatoriale che manda ogni sera Travaglio in tv, offre a Bianca Berlinguer una rubrica quotidiana monografica contro Renzi, e consente a Repubblica e Corriere di parteggiare apertamente per chiunque contrasti la politica del Pd.
Il bello è che l’Italia, quest’anno, ha migliorato e di molto la propria condizione, balzando dal 77° al 52° posto nella classifica mondiale della libertà di informazione: è ancora troppo poco, d’accordo, ma si tratta comunque di una buona notizia.
E se Grillo non minacciasse sistematicamente i giornalisti indipendenti, l’Italia guadagnerebbe qualche altra posizione e la notizia sarebbe ancora più bella.

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