La lettera aperta della titolare di un bar di Ostia finito nelle mire dei clan a Virginia Raggi
Carmela De Marco, titolare del bar di Ostia finito nelle mire dei clan, ha scritto una lettera aperta alla sindaca di Roma Virginia Raggi pubblicata oggi da Repubblica Roma. La De Marco critica la sindaca per aver detto che tutto va bene ad Ostia:
CARA sindaca,
leggo dai giornali che lei è venuta a Ostia e ha detto che va tutto bene. Ma lei è per caso il sindaco di New York? O di Roma? È venuta a Ostia a 400 passi dal mio bar finito otto mesi fa nelle mani degli Spada e della rete dei loro complici (prestanome titolari di agenzie immobiliari e la lista è lunga); e che solo grazie all’aiuto di una campagna stampa condotta dal giornale che ospita questa mia lettera e delle forze dell’ordine sono riuscita a riavere.
Lei viene a Ostia e non si è preoccupata di venire a darmi un conforto. Anzi, si permette di dire che va tutto bene a Ostia? Lo sa che così lei si è guadagnata i voti dei criminali? Le chiedo di venire a vedere in che condizioni vivo io e la mia famiglia oggi, col terrore che mi brucino viva o che mi ammazzino ogni giorno. Cara sindaca, scenda dal piedistallo e guardi la realtà invece di parlare di legalità a Ostia. Io e tanti commercianti siamo nella morsa dei criminali. E voi sareste i paladini della legalità accanto alla gente? Voi sareste quelli che combattono la mafia?Cara sindaca a Ostia la legalità è un miraggio e dire che va tutto bene significa fare un favore a chi le regole le vuole mantenere sottosopra. Quando dice certe cose, si rende conto del danno che fa alla gente perbene che a Ostia ci vive e sulla propria pelle subisce il male di questi malavitosi? Io sono sola, a parte la solidarietà di chi mi è stato vicino in questa vicenda. Io vorrei che lei si scusasse con me e con tutta le gente perbene di Ostia per le dichiarazioni che ha fatto durante la sua visita. Qui a Ostia non va bene niente, se lo ricordi. E vorremmo che lei stesse dalla nostra parte.
All’inizio di aprile un articolo di Federica Angeli ed Enrico Bellavia aveva raccontato la strategia dei clan per agganciare gli imprenditori in difficoltà invitandoli a concedere in affitto l’attività per rifiatare e ripartire quando la liquidità sarà nuovamente in cassa:
È successo con il tentativo di esproprio del lido Orsa Maggiore, denunciato da Repubblica, è accaduto con una tabaccheria e una gelateria in via Stiepovich, cui sono seguiti blitz e arresti.Nell’ultimo anno a Ostia, gli Spada e i loro alleati, i Fasciani, guidati da Terenzio, detto Garibaldi, con all’attivo un’accusa per mafia schivata in secondo grado, mostrano di non accontentarsi più, vogliono prendersi quanta più roba è possibile, piazzare bandierine nella città che conta. Far vedere, esibire la propria potenza sottraendo i sia pur esigui margini di concorrenza.Succede così che in poche settimane il sistema si sia messo in moto, replicando con meticolosa efficienza lo schema di sempre. Il primo caso ha fatto scuola. E a seguire se ne sono verificati altri cinque: via Corrado del Greco, via delle Azzorre, via Piola Caselli, via dei Promontori, piazza della Stazione Vecchia, piazza Quarto dei Mille.
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