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Sulla strada della sindaca Virginia Raggi verso la fine di un 2016 nato sotto i migliori auspici e concluso in netta flessione ora si frappone anche il Tar del Lazio. I produttori e i distributori di fuochi d’artificio di Roma e dintorni non hanno mandato giù l’ordinanza firmata dalla prima cittadina M5S: martedì mattina impugneranno davanti ai magistrati amministrativi l’atto con cui l’inquilina del Campidoglio ha disposto “il divieto assoluto di usare petardi, botti, razzi e artifici pirotecnici” tra il 29 dicembre e il 1 gennaio. A Roma, in altre parole, a Capodanno non sarà possibile accendere neanche un’innocua stella filante. Letto il documento, i rappresentanti dell’Anisp (Associazione nazionale imprese spettacoli pirotecnici) si sono immediatamente rivolti all’avvocato Marcello Feola: il ricorso sarà completato tra oggi e Santo Stefano, poi sarà presentato alle toghe di via Flaminia che si esprimeranno in tempi brevissimi inaudita altera parte, senza convocare il Comune. Se, come credono gli imprenditori in rivolta, l’ordinanza 145 della sindaca sarà riconosciuta illegittima, i romani potranno acquistare tutti i fuochi d’artificio con certificazione della comunità europea.

Ma non è finita qui: «Siamo pronti a chiedere anche un risarcimento per i danni che abbiamo subito — spiega Luca Proietta, membro del consiglio direttivo dell’Anisp — perché l’atto della prima cittadina ha bloccato un mercato che viaggia tra i 2 e i 3 milioni di euro. Vendiamo solo fuochi e petardi stracontrollati ». Intere partite di botti, però, stanno tornando al mittente. «Nelle ultime ore — concinuta Proietta — tanti rivenditori ci hanno chiamato per capire come restituire la merce. Ci dicono che i clienti non comprano a causa del divieto del Comune. Sono stati messi al bando prodotti che hanno superato il vaglio di commissioni composte anche da ambientalisti e animalisti. Così si favorisce la vendita di vere bombe sulle bancarelle abusive ». «La sindaca — riassume un altro commerciante, Emiliano Volpetti — ha fomentato il mercato illegale con quell’atto, che peraltro non ha alcun valore. C’è già una normativa europea che disciplina la libera circolazione e il commercio di fuochi d’artificio per i maggiorenni».

L’ordinanza, peraltro, non è stata neanche inoltrata alla prefettura prima di essere pubblicate nell’albo pretorio del Campidoglio. Pur trattando di “incolumità pubblica e la sicurezza urbana”, le due pagine siglate da Virginia Raggi il 22 dicembre non sono state mai inviate a Palazzo Valentini. Così la massima carica in materia di gestione dell’ordine pubblico non ha potuto esprimere nessun parere
 su un atto particolarmente restrittivo. Un divieto che non sembra neanche tenere conto dell’elenco dei petardi, vietati e non, inviato dalla prefettura al Comune. Nessuna differenziazione: banditi tutti i tipi di razzi e botti.
 Ancora una volta la sintesi è affidata a Volpetti: «I sindaci tedeschi hanno dato il via libera ai fuochi anche in luoghi pubblici. A Roma, invece, hanno vietato pure le scintilline. Proibizionismo becero».