Roma, Raggi vieta i botti senza distinzioni: gaffe con la prefetta e causa con le ditte
Da Palazzo Valentini era stato inviato un elenco con i petardi proibiti e ammessi
Ma non è finita qui: «Siamo pronti a chiedere anche un risarcimento per i danni che abbiamo subito — spiega Luca Proietta, membro del consiglio direttivo dell’Anisp — perché l’atto della prima cittadina ha bloccato un mercato che viaggia tra i 2 e i 3 milioni di euro. Vendiamo solo fuochi e petardi stracontrollati ». Intere partite di botti, però, stanno tornando al mittente. «Nelle ultime ore — concinuta Proietta — tanti rivenditori ci hanno chiamato per capire come restituire la merce. Ci dicono che i clienti non comprano a causa del divieto del Comune. Sono stati messi al bando prodotti che hanno superato il vaglio di commissioni composte anche da ambientalisti e animalisti. Così si favorisce la vendita di vere bombe sulle bancarelle abusive ». «La sindaca — riassume un altro commerciante, Emiliano Volpetti — ha fomentato il mercato illegale con quell’atto, che peraltro non ha alcun valore. C’è già una normativa europea che disciplina la libera circolazione e il commercio di fuochi d’artificio per i maggiorenni».
L’ordinanza, peraltro, non è stata neanche inoltrata alla prefettura prima di essere pubblicate nell’albo pretorio del Campidoglio. Pur trattando di “incolumità pubblica e la sicurezza urbana”, le due pagine siglate da Virginia Raggi il 22 dicembre non sono state mai inviate a Palazzo Valentini. Così la massima carica in materia di gestione dell’ordine pubblico non ha potuto esprimere nessun parere
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