Un'incredibile raccolta di minuzie e leggine per risolvere i piccoli problemi del paese nel dettaglio perdendo sistematicamente di vista il quadro generale. A quando la legge per colorare tutti i tombini di blu?
La prossima settimana su Rousseau, la piattaforma web del MoVimento 5 Stelle, si terranno le votazioni per l’approvazione delle nuove proposte di legge avanzate dagli iscritti certificati. Avevamo già festeggiato qualche mese fa l’avvento dell’era delle lex grilline, ovvero di quelle legge “inventate” dagli iscritti al portale del Cinque Stelle ma oggi Danilo Toninelli (il parlamentare responsabile delle lex iscritti) ha comunicato che ne sono state pubblicate un altro centinaio, tutte pronte per essere lette e vagliate dall’assemblea degli iscritti al partito di Beppe Grillo.
Lex grilline 2, la vendetta dell’attivista
Lo stato delle cose è pressoché come l’abbiamo lasciato, in fondo quando si tratta di inventare delle leggi gli italiani non sono secondi a nessuno, e poco importa che la formulazione sia poco chiara, decisamente troppo vaga e che nella maggior parte manchi il benché minimo riferimento alla legislazione in materia. Anzi, tanto meglio perché più la proposta di legge è “vuota” più si fa interessante perché può essere riempita successivamente di nuovi contenuti. Questo non vuol dire che non ci siano proposte di legge interessanti, anzi. Prendiamo ad esempio quella avanzata da Luigi La Riccia che chiede la depenalizzazione del reato di diffamazione e diffamazione a mezzo stampa. Si tratta per la verità di una vecchia battaglia di Beppe Grillo, battaglia della quale però i parlamentari pentastellati (in primis Luigi Di Maio) sembrano essersi dimenticati vista la facilità con la quale minacciano querele. Ma non è solo il contenuto della legge ad essere interessante quanto il fatto che il proponente sembra essersi reso conto che sono proprio le querele per diffamazione ad aver spinto il nostro Paese così in basso nella famigerata classifica della libertà di stampa.
Più in generale le proposte di legge rispecchiano il sentimento di una parte dell’opinione pubblica dopo alcuni fatti di cronaca e rappresentano in un certo senso il modo che hanno i cittadini di sentirsi “partecipi” degli eventi. La questione salta subito all’occhio se guardiamo che nel centinaio di proposte di legge ce ne sono ben tre che riguardano problematiche relative alla sicurezza del trasporto ferroviario
In tutti e tre i casi l’idea è venuta ai proponenti dopo l’ultimo disastro ferroviario italiano, quello provocato dallo scontro tra due treni sulla linea a binario unico tra Andria e Corato nel luglio di quest’anno. C’è poi chi con due righe ed un “perché no” propone l’abolizione dell’Arma dei Carabinieri oppure chi, ancora affezionato al vecchio mantra dello streaming e del “tutto in Rete” del MoVimento della prima ora propone il “processo telematico via skype” mentre altrove si legge una proposta di legge per limitare l’accesso ai siti pornografici condizionandolo all’inserimento del proprio Codice Fiscale (e dimenticando che su Internet esistono numerosi generatori di codici fiscali, tra cui quello dell’Agenzia delle Entrate). Non mancano le sviste e gli errori di battitura, su tutti quello di Matteo che propone la “bolizione dei circhi con animali” e che denotano come dietro al procedimento per proporre una legge ci siano forse ragionamenti troppo frettolosi ed estemporanei quasi si trattasse di aggiornare lo stato su Facebook o twittare i propri pensieri. Ci sono poi proposte davvero interessanti come quella dell’istituzione anche in Italia del contratto prematrimonialeevidentemente il proponente che parte da un’esperienza personale non ha perso troppo tempo a cercare su google la notizie della proposta di legge avanzata da Alessandra Morani (PD) e Luca D’Alessandro, braccio destro di Verdini per istituire il contratto prematrimoniale.
C’è poi chi propone di abolire la bocciatura alle elementari (di fatto anche l’esame di quinta elementare non esiste più perché è stato sostituito da una prova invalsi)
Non mancano proposte di più ampio respiro, come quella che mira a incentivare le nascite cambiando gli orari delle lezioni scolastiche
Una proposta entusiasmante, a patto di non essere donne e insegnanti:
La giornata della scuola sarà organizzata in una mini città in cui anche le signore che lavorano nel commercio possano usufruire della scuola come luogo sicuro per lasciare i propri figli e magari farne altri senza dover lavorare solo per la scuola del figlio e fare corse imbarazzanti alla fine del’orario di lavoro per poi doverlo lasciare quando il bambino/a arriva all’età della scuola primaria che ha orari al massimo fino alle 16.30 La scuola dovrà essere settata come servizio alle famiglie (loro principale e unico cliente) che così diventeranno più numerose Il personale didattico dovrà in ogni momento della giornata essere presente all’interno della scuola.
Che trasforma la scuola in un parcheggio per bambini (idea che, bisogna ammetterlo, ha qualche debito inconscio con il platonismo). Sempre in ambito scolastico c’è chi propone di andare in ferie tutto l’anno in modo da incentivare i consumi:
Con una distribuzione del piano ferie su tutto l’anno per gli istituti scolastici si eviterebbe la chiusura obbligata da giugno a settembre, si porrebbe fine ai problemi di svraffollamento delle strutture turistiche nei soli 15 gg. di agosto, si differenzierebbe ed amplierebbe la domanda turistica con l’offerta di una migliore qualità dei servizi stessi.
Il che è stupendo se sei uno studente o, come la proponente, sei titolare di una struttura turistica in Calabria, un po’meno per tutti coloro che durante il resto dell’anno lavorano.
Ma la migliore in assoluto è la proposta avanzata da Salvatore che propone di sparpagliare i ministeri italiani, e perché no anche altre strutture amministrative della Capitale, in giro per la penisola, secondo questo fantasioso schema:
ministero del Lavoro a Napoli, Agricoltura a Grosseto, Beni culturali a Firenze, Sviluppo economico a Milano, Istruzione a Bologna, Ragioneria generale a Latina, Catasto a L’Aquila, Agenzia delle Entrate a Rieti, Demanio a Viterbo, ecc. I ministeri più importanti rimarrebbero a Roma
E io che credevo che il ministero del Lavoro, dello sviluppo economico e dell’istruzione fossero tre ministeri importanti. Evidentemente mi sbagliavo, ma devo ammettere che c’è della logica in questa follia. La cosa davvero interessante di queste lex proposte dagli iscritti è che quasi nessuna tocca degli argomenti e dei temi che riguardano la realtà delle cose e i veri problemi del paese. Evidentemente su certi aspetti la discussione al bar si è fatta troppo accesa ed è meglio lasciar decantare i problemi seri.
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