Paolo Berdini continua la sceneggiata sullo stadio della Roma
In una interessantissima intervista rilasciata al Corriere della Sera Paolo Berdini, assessore all’urbanistica della Giunta Raggi, torna a sostenere strane tesi economiche, politiche e giuridiche a proposito dello stadio della Roma. L’assessore infatti sa benissimo che il progetto della Roma è approdato in conferenza dei servizi, dove entro marzo si deciderà e ad oggi nulla osta a fermare l’opera. Berdini sa anche che l’unica via per i grillini di bloccare l’opera è togliere la pubblica utilità all’opera con un voto in Assemblea Capitolina: un voto che potrebbe mettere l’intero consiglio comunale a rischio di richiesta di risarcimento danni da parte della società giallorossa. Eppure Berdini di tutte queste evidenze se ne frega altamente e torna a dire che vorrebbe uno stadio senza torri (impossibile, visto che il piano di business prevede i proventi di quelle costruzioni per far quadrare il bilancio dell’opera e far rientrare dei prestiti chi fornirà i capitali) e a immaginare che la società dia il suo ok a un progetto che affosserebbe del tutto l’opera:
“Lo stadio della Roma? Pronto a sbloccarlo a patto che rispetti le volumetrie riconosciute dal piano regolatore. In 63 mila metri quadrati c’entra eccome uno stadio per il calcio. E c’entrano pure le strutture commerciali. Se è così, va bene, ma non un metro in più. Quella delle deroghe per varianti ispirate solo a interessi privati e’ una storia che deve finire. Un giochetto che ha fatto accumulare 15 miliardi di debiti. Ben venga lo stadio. Ma loro chiedono di fare a Tor di Valle anche 900 mila metri cubi di uffici e strutture commerciali. E nessuno ricorda che lo stesso soggetto ha chiesto e ottenuto anni fa il cambio di destinazione d’uso da uffici ad abitazioni per 600 mila metri quadrati di terreno edificabile di sua proprieta’ alla Bufalotta. Nei giorni scorsi e’ stato perfino nominato un commissario ad acta per attuare quel cambio. Nel progetto ci sono 200 mila metri quadrati di troppo. C’è stato un momento in cui sembrava prevalere un atteggiamento piu’ elastico. Ma ora la giunta e’ compatta nel pretendere il rispetto assoluto del piano regolatore. Basta con le deroghe. Lo stadio non si fa? Si fa, invece. Anche la Roma si convincera’ che qui tutti devono stare al rispetto delle regole. Proprio quello che finora qui non c’e’ stato”.
L’assessore, dopo un periodo di normalizzazione voluta da Frongia, torna quindi a urlare slogan a giornali e giornalisti compiacenti che non gli chiedono mai perché l’Assemblea non ha ancora votato il ritiro della pubblica utilità, se è vero che maggioranza e assessorato sono profondamente concordi su tutto. L’impressione è che invece queste interviste servano ad aumentare la visibilità personale dell’assessore e lo storytelling dell’uomo impegnato a combattere le speculazioni in vista dell’appuntamento decisivo che non può far dare più di tanto ad arrivare visto che la Conferenza dei Servizi dovrà dare un responso definitivo negli ultimi mesi. Per quel giorno il Consiglio Comunale dovrà decidere se lasciar perdere con il voto, decidendo di perdere la faccia e lo stesso Berdini, oppure votare e finire in un mare di guai giudiziari. In bocca al lupo a Roma.
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