e andranno alla seconda fase sembra non piacciano a nessuno, soprattutto ai big del M5S di Palermo
Si è conclusa ieri sera la prima fase delle Comunarie di Palermo, dei 79 candidati ne sono rimasti cinque che dovranno essere sottoposti alle “graticole” prima della seconda tornata di votazioni dalla quale emergerà il candidato sindaco del MoVimento 5 Stelle.Dal blog di Grillo apprendiamo che hanno partecipato alla votazione 524 iscritti certificati residenti a Palermo che hanno espresso 2.233 preferenze (questo perché ogni elettore poteva esprimere un massimo di cinque preferenze). I cinque che hanno ricevuto più voti sono: Giulia Argiroffi, Giancarlo Caparrotta, Tiziana Di Pasquale, Salvatore Forello e Igor Gelarda.
Chi sarà il candidato sindaco del M5S?
Tra gli altri 74 che non ce l’hanno fatta ad entrare nella cinquina dei “finalisti” verranno scelti i quaranta più votati che saranno invece messi in lista per un posto in consiglio comunale, ad ottenere più voti è stato il manager Santi Marco Tedesco (77 preferenze) mentre l’ultimo dei quaranta candidati consiglieri comunali è Eugenio Oreto, con appena 14 voti (a pari merito con.Emanuele Ribaudo). Grillo non ha reso noto quante preferenze abbiano preso ciascuno dei cinque che verranno sottoposti ai “confronti con domande” prima della prossima fase delle Comunarie. Il primo dei possibili candidati sindaco (rigorosamente in ordine alfabetico e non di preferenze) è Giulia Argiroffi architetto e mamma come ha tenuto a precisare nel suo video di presentazione, è convinta che la bellezza salverà Palermo. È lo stesso slogan utilizzato da un altro candidato, anche lui architetto, Danilo Maniscalco, il cui video è stato caricato dall’account della Argiroffi (i due sono colleghi); Maniscalco ha ottenuto 58 preferenze. Giulia Argiroffi è parente di Giovanni Argiroffiche nel 2013 fu il candidato sindaco del M5S a Menfi. In questi ultimi giorni la Argiroffi si era fatta particolarmente notare per alcuni commenti lasciati sulle pagine dei parlamentari coinvolti nella vicenda delle firme false per le comunali 2012. In particolare la Argiroffi aveva contestato la scelta di indire le primarie, contraria a suo dire alla volontà espressa a luglio durante una votazione quando la maggioranza decise di non volere le comunarie.
Questo è lo scambio avuto con la senatrice Chiara Di Benedetto (estranea all’inchiesta dei PM di Palermo) che in un lungo post se la prendeva con chi “non ha mai fatto un banchetto o altre attività del Grillo di Palermo [il meetup principale della città NdR] negli ultimi 9 anni ma ha sentito l’irrefrenabile richiamo del carro del vincitore proprio a ridosso di un’importante tornata elettorale. Insomma più che ATTIVISTI sono ARRIVISTI di cui i meetup di tutta Italia e il M5S sono, ahinoi, sempre più affollati…“.
La Argiroffi ricordava che la partecipazione ai banchetti non è tra i requisiti per prendere parte alle Comunarie, anche se si sa che uno dei metri per valutare la “bontà” di un attivista a Cinque Stelle è proprio la partecipazione alle attività di volantinaggio. Non c’è dubbio che quest’accusa – che la Di Benedetto non fa direttamente alla Argiroffi ma ad un altro dei finalisti – sarà sicuramente tema di discussione durante le cosiddette graticole, ovvero quel procedimento dal sapore inquisitorio durante il quale i candidati dovranno dare prova di essere davvero a Cinque Stelle (non che il suo superamento sia una garanzia di successo, vista la fine fatta da Patrizia Bedori a Milano).
La “nutiana” Di Pasquale, il “professionista dell’antimafia” Forello e il sindacalista Gelarda i tre possibili vincitori
Giancarlo Caparrotta è il secondo nome emerso dalle Comunarie di ieri, ingegnere (si occupa di impianti fotovoltaici) è tra i fondatori di Social Bike Palermo un’associazione che noleggia bici e fa servizio di tour operator sulle due ruote con l’obiettivo di far scoprire ai turisti portandoli in giro in bicicletta. Il nome della terza finalista, Tiziana Di Pasquale, era invece circolato nei giorni scorsi come possibile candidata sostenuta dai nutiani, ovvero gli attivisti vicini al deputato Riccardo Nuti (indagato per le firme false del 2012) che però ha seccamente smentito su Facebook l’esistenza di candidati “nutiani”.
Ciononostante la Di Pasquale, che era tra le favorite della vigilia, è riuscita lo stesso ad entrare nella cinquina da dove verrà scelto il candidato sindaco del M5S. Quarantatré anni, ingegnere che si occupa di riqualificazione della città. La Di Pasquale si è trasferita a Palermo a 20 anni e sostiene di voler creare una città che premia il merito e che soprattutto sia in grado di cambiare e lasciarsi alle spalle l’ultimo ventennio di cattiva amministrazione.
L’avvocato Salvatore Forello fondatore dell’associazione AddioPizzo e definito eroe dallo storico attivista palermitano William Anselmo è il candidato che è stato al centro di numerose polemiche nei giorni scorsi. La Di Benedetto (il cui fidanzato Mauro Giulivi, l’uomo che aveva le chiavi del “Grillo di Palermo” ha ottenuto 62 preferenze) lo ha definito un “professionista dell’Antimafia”. Stando ad un’ipotesi di complotto poi tramutatasi in esposto Forello – il cui collega di studio difende la deputata regionale Claudia La Rocca, l’unica che davanti al pubblico ministero ha risposto alle domande del magistrato chiamando in causa gli altri attivisti e autoaccusandosi nella vicenda – sarebbe tra i mandanti del servizio delle Iene a Palermo a 5 Stelle dal quale è scaturita l’inchiesta che ha coinvolto gli onorevoli pentastellati Riccardo Nuti, Claudia Mannino e Giulia Di Vita attualmente autosospesi. Nei giorni scorsi l’onorevole Di Benedetto aveva anche pubblicato la mail che “proverebbe” (il condizionale è d’obbligo) il “complotto” di Forello.
L’ultimo candidato è il poliziotto e sindacalista del Consap Igor Gelarda. Qualche tempo fa, proprio in merito ai veleni e alle faide interne che stanno dilaniando il MoVimento a Palermo Gelarda aveva rivolto un appello al capo politico del M5S affinché intervenisse ad infondere coraggio ai suoi promuovendo un incontro chiarificatore in modo da non disperdere le forze del M5S.
Quanto è spaccato il MoVimento in Sicilia?
Non bisogna dimenticare che se all’orizzonte ci sono le amministrative di Palermo la scadenza davvero importante sono le elezioni regionali siciliane, il Cinque Stelle infatti deve ancora riuscire a conquistare la presidenza di una regione e farlo in Sicilia avrebbe un valore fortemente simbolico.
Anche ieri ad “urne” aperte Gelarda ha invitato gli attivisti a soprassedere temporaneamente per quanto concerne le “imperfezioni” del MoVimento in modo da poter continuare il lavoro per trasformare la città. Tra tutti i cinque Gelarda sembra essere il candidato meno divisivo e quello con maggiori chance di raccogliere consensi trasversali. Gli altri due “big” hanno entrambi delle difficoltà: la Di Pasquale è azzoppata dall’essere “nutiana” mentre a mettere i bastoni tra le ruote Forello ci hanno pensato direttamente i deputati palermitani condividendo il post della Di Benedetto.
In tutto questo non si può non tener conto dell’opinione di Pietro Salvino, marito della deputata Claudia Mannino, che commentando i risultati delle Comunarie parla di “politicanti dietro le quinte e sulla scena che tentano la scalata e ce la fanno” e se la prende in particolare con quei candidati “paladini dell’antimafia di professione”. Di nuovo non viene fatto il nome ma il riferimento è sempre a Forello. Salvino però non ce l’ha solo con l’avvocato fondatore di AddioPizzo, in un commento ribadisce come l’80% di chi è nella cinquina sia “uno sciacallo”
Ad esempio anche il sindacalista Gelarda non risulta essere troppo gradito perché non sufficientemente attivista
E Beppe Grillo non può intervenire perché “non sa una mazza” e “è contornato da serpi che gli fanno arrivare ciò che vogliono”.
Con chi ce l’ha Salvino? Non sembra avercela tanto con i deputati (la Mannino è sulla linea di Nuti e Di Benedetto per quanto riguarda il caso Palermo) ma con i deputati regionali e “chi ci rappresenta in Europa”.
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