martedì 15 novembre 2016

Come faccio a non essere d'accordo con Giuseppe Turani? Questo è un grande giornalista altro che Travaglio e Scanzi e Gomez.

LE SINISTRE IGNORANTI

In America protestano contro Trump dopo che lo hanno fatto eleggere. In Italia stanno commettendo gli stessi errori.
di GIUSEPPE TURANI | 
Sembra che il mondo intero stia vivendo l’ora di Bertinotti, l’ora delle sinistre incapaci. Bertinotti, come qualcuno ricorderà, è quel genio della politica che ha messo in crisi il primo governo Prodi perché voleva un centrosinistra più avanzato, senza capire che già stava seduto sul centrosinistra più avanzato possibile. E infatti poi è arrivato Berlusconi, che non era proprio un centrosinistra più avanzato. Oggi, giustamente, l’impavido Bertinotti sta con Comunione e Liberazione.
In America sono quattro giorni che migliaia di persone sfidano la polizia e si fanno arrestare per protestare contro l’elezione a presidente di Trump. Onore al merito e a tanto spirito combattivo. Ci viene solo un sospetto: che si tratti, grosso modo, degli stessi che “non” hanno votato per Hillary perché antipatica, fredda, vecchia, figlia di Wall Street. E si sono ritrovati Trump, meraviglioso riformatore: insomma, anche là, c’è l’ora di Bertinotti. Co0mbattere quello che c’è per ritrovarsi peggio.
Cosa sperino di fare naturalmente non lo sanno. E’ da escludere che la piazza possa far dimettere un presidente che ancora non si è nemmeno insediato e che tanto Obama quanto la stessa Hillary hanno riconosciuto vincitore delle elezioni.
Allora che cosa stanno facendo? Lo vogliono un po’ spaventare? Ottima idea, anche se con Trump la cosa appare non destinata a un grande successo. L’uomo è tosto, ma soprattutto ha qualche vena di follia.
Dovevano muoversi prima i super-democratici americani. I quali, in ogni caso, non si sa che cosa vogliano, a parte rispedire Trump nel suo attico dorato sulla Quinta Strada. Esiste un programma ragionevole, esistono degli obiettivi? No, niente: solo cacciare Trump. Chiunque capirebbe che il loro destino è quello di essere sconfitti e di tornare a casa dalla mamma, che avrà già messo in forno la tradizionale torta di mele.

Le sinistre ignoranti
E anche qui in Italia i sinistri-sinistri, gli stessi che avevano giudicato Hillary “impresentabile”, adesso fanno il tifo per quelli che corrono in strada a farsi arrestare per protestare contro Trump. Anche se, va detto, ogni tanto gli scappa qualche parola di ammirazione per il nuovo presidente.
Probabilmente, se in Italia dovesse vincere il NO, assisteremmo alle stesse scene. Davanti a un bel governo Di Maio, moltissimi di quelli che oggi chiamano Renzi il bimbominchia e che magari votano beppegrillo correrebbero in strada per protestare. Anche loro, esattamente come Bertinotti a suo tempo, schifano Renzi perché vogliono più cambiamento e, magari, persino cose più a sinistra. Se poi si ritrovano con i grullini al governo, sono pronti a urlare al tradimento e al complotto. Nessun complotto: sono proprio scemi. Hanno consegnato la Liguria a Forza Italia, Torino ai grullini e Roma anche. E rischiano di consegnare l’Italia ai grullini perché Renzi non è abbastanza di sinistra (per i loro gusti). 
Ma rischiano di avere una brutta sorpresa Bersani, D’Alema, Fassina, Cofferati & C. E la sorpresa, se avessero un po’ di testa, è già davanti ai loro occhi. I sondaggi fino a oggi noti danno il NO e il SI appaiati (con il NO un po’ più avanti), intorno al 40 per cento.
Bene, mettiamo che questo sia il risultato delle urne il 4 dicembre. A quel punto Renzi avrà perso il referendum, ma avrà anche preso il 40 per cento dei voti contro “tutto” lo schieramento politico italiano. Come pensano di liberarsene? Chiamando la maga Magò?
E’ evidente che qualunque cosa si voglia fare dovrà passare attraverso il suo Pd. D’Alema potrà tornare alle sue vigne e Bersani alle sue mucche. A Renzi spetterà la politica.
Certo, se vince il SI è meglio. Ma Renzi, personalmente e politicamente, vince in ogni caso.
Insomma, la minoranza dem e la Cgil possono tirare fuori le scarpe da passeggio e prepararsi a fare tante inutili marce, esattamente come i loro amici americani.

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