Cyber-propaganda grillina: chi muove la macchina del fango?
La procura indaga dopo la denuncia di Palazzo Chigi. Il Pd presenta un’interrogazione. E Grillo minimizza
Che il M5S fosse influente sulla rete e sopratutto sui social network era un’evidenza ormai acquisita ma cosa c’è dietro? E’ quello che la Procura di Firenze dovrà indagare dopo la denuncia fatta dal sottosegretario Luca Lotti sul ruolo opaco che sarebbe svolto da un account legato al M5S gestito da una cosiddetta “star della galassia social” che risponde al nome di Beatrice Di Maio. Ci spiega chi è questa star del web un’inchiesta giornalistica pubblicata su La Stampa a firma Jacopo Iacoboni, dai tratti davvero inquietanti.
La Di Maio, spiega Iacoboni, è un top mediator con i suoi 13.994 follower, che si “diverte” ad insultare, in modo davvero pesante, alcuni politici italiani: in particolar modo i suoi bersagli preferiti sono il Presidente Mattarella, il premier Renzi e il Ministro Boschi. Su di loro la Di Maio scrive e pubblica notizie palesemente false, vere e proprie bufale ma anche insulti.
Perché rivolgere una così grande attenzione a quello che potrebbe essere un comune troll?Secondo Iacoboni “perché Beatrice si muove dentro quella che è configurata come una struttura” cioè “la rete è costituita da un numero limitato di account di generali (da Di Maio e Di Battista a Carlo Martelli, figura virale importante, in giù) e – tutto attorno – da una serie di account di mediatori top e, aspetto decisivo, da pagine e gruppi di discussione che fanno da camera di risonanza. In basso vi sono semplici attivisti o fake di complemento: gli operai”.
Per capire meglio si può immaginare una mappa geografica: “gli snodi (hub) sono le città e i villaggi, fortemente clusterizzati (aggregati a grappoli); i mediatori e soprattutto i connettori sono le strade. Naturalmente, una rete così recluta anche tanti attivisti reali, che non possono vedere l’architettura, assorbiti dalla pura gravità dei nodi centrali”. Quindi “eventuali falsi e calunnie, ovunque generate, si viralizzano, venendo spostati dal centro alla periferia, anonimizzati, quindi meno denunciabili“.
Un processo molto comune ma sul quale è necessario vederci meglio. A chiedere chiarezza è anche il Partito Democratico che ha presentato una interrogazione parlamentare urgente su questo tema. Emanuele Fiano, capogruppo in commissione Affari costituzionali, chiede: “Di questa preoccupante ipotesi di una macchina del fango costruita ad arte a favore del M5s ne sanno qualcosa il vice presidente della Camera Luigi Di Maio, ne sanno qualcosa Grillo, Davide Casaleggio, Di Battista? Oppure ancora una volta saranno bravi a urlare nei loro comizi ma a tacere quando si tratta di ipotesi così gravi che li riguardano?”. Stesse domande che si pongono i senatori Pd: “Fa capo al M5S una macchina del fango che ha il compito di diffondere notizie false e diffamatorie contro il governo e le istituzioni?” chiede una interrogazione urgente rivolta al ministero dell’Interno e firmata dai senatori democratici Francesca Puglisi ed Andrea Marcucci. “Bisogna verificare puntualmente se esiste una centrale di cyber propaganda che muove falsi account in grado di inquinare il dibattito politico e di rendere virali vere e proprie menzogne che colpiscono le istituzioni e se questa centrale risponda direttamente ad un partito”.
E puntuale arriva la risposta di Beppe Grillo sul suo blog, che ovviamente minimizza: “Sono ridicoli il sottosegretario Lotti e il Pd che perdono tempo con i complotti. Il governo dovrebbe pensare a quelli che sono i veri problemi del Paese, partendo dalla disoccupazione, dalla corruzione e dall’inefficienza della sanità. Non certo dedicarsi al cyber-onanismo”. E aggiunge: “Per i nuovi complottisti di regime se un cittadino scrive su Twitter qualcosa a favore del M5S è un complotto, ci deve essere qualcosa sotto, è un fake. Sveglia! E’ una persona che scrive su twitter”.
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